giovedì 13 dicembre 2012

E penso alle mie poesie




Sono in camera unico posto dove prende Internet e penso alle mie poesie.
Sì, ho scritto delle poesie. Non lo dico ad alta voce, perché venero uno dei tanti dei della poesia disponibili nel Pantheon universale e/o al Walmarkt. O come diavolo si chiama.
Sono in camera e penso alle mie poesie. Le scrivo in inglese - tagliando fuori ad esempio i mei genitori. Le scrivo sussurrandole a bassa voce per sentire come suonano. Sussurro perché venero un dio della poesia e se mi scopre mi cava un occhio.
Sono in camera e penso alle mie poesie. Non ho nulla da fare perciò penso alle mie poesie invece di guardare i giocatori della squadra di Fifa del mio coinquilino farsi male.
Sono in camera e penso alle mie poesie. Il mio coinquilino è una sorta di generalissimo dei ghiacciai. Fa una cosa alla volta ma la fa bene assorto e lento.
Sono in camera e penso alle mie poesie. A differenza del mio coinquilino io faccio più cose alla volta. Prima stavo pensando alle mie poesie e all'occhio che rischio di perdere e a Wagner. Ho rovesciato della spremuta perché pensavo a tutto questo.
Mentre ero in cucina e pensavo alle mie poesie e al mio occhio e a quanto facciano cagare e a perché diavolo mai le scrivo e il mio coinquilino inveiva contro gli infortuni su Fifa che si accaniscono sui suoi giocatori come io su di voi con le mie poesie e la mia camera e la mia spremuta e i miei dei uno stormo di piccioni ha elegantemente deciso di sbattere contro la portafinestra in cucina svegliando il ghiacciaio e facendo scendere leggermente la temperatura.
-Oddio, ci risiamo.
Ho detto pensando alle mie poesie.
Quando mi sento solo e fa freddo e fa buoi presto e devo andare a lezione mi prende sempre la smania di scrivere.
E questo è il motivo per cui sono qua. Sono nella mia camera e penso alle mie poesie e scrivo.

E mi fanno tutte cagare.

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