lunedì 17 dicembre 2012

Il vento della steppa e le figurine sul frigo




Sul mio frigo ci sono delle figurine di animali.

Lo so non ve ne frega nulla e d'altra parte lo capisco ma tutti stanno parlando de "Lo Hobbit" e io francamente non ho voglia di parlarne avendolo visto l'altra sera con mia morosa e il Vichingo e sua morosa. Però se volete un'opinione molto forte sul film schizzate su Bagni Proeliator.

Non volendo parlare de Lo Hobbit che ho visto l'altra sera vi parlerò di qualcosa d'altro.
Il mio amico vichingo.
Lui non è vichingo qualsiasi ma Il Vichingo per una particolare caratteristica ossia la capacità di mantenersi in maniche corte anche a temperature vicine allo zero.
Se c'è un po' di vento mette su una felpa e quello è il massimo.
L'ho visto una volta con chiodo (aperto)+felpa+maglietta e spirava un vento gelido a circa 100 km/h e ha avuto il coraggio di lamentarsi che aveva caldo.

A proposito di vento gelido io vivo in una città dove il vento della steppa ti spella vivo e ti fa frollare e ti rivende in macelleria quando e se ti azzardi a mettere il naso fuori di casa.

Tutto questo per dire che quando tira vento fa freddo.
Le magagne non sono finite qui.
In questa città c'è una quantità abominevole di vecchi e per quanto io rispetti grandemente il valore daggiunto dell'anzianità in termini di saggezza ed esperienza nello scatarramento trovarsi due adorabili vecchine in procinto di superarsi che chiacchierano del più e del meno su un marciapiede largo quanto la lama di un fioretto fa venire immediatamente in mente due tir in autostrada.
E scatena il desiderio primigeno di possedere un lanciafiamme.

Perciò nel tentativo di rallegrare un po' l'ambiente abbiamo io e il generalissimo attaccato delle figurine di animali della Coop sul frigo. Non ha funzionato.
Proprio ora con la tempesta fuori di casa e dentro nel cuore guardo tali figurine.
E mi accorgo che mi stanno perculando.
Un barbagianni volta lo sguardo sdegnoso e un bradipo fattone sembra dire Yo fratello! e una testuggine ha lo stesso sguardo del nostro professore di inglese quando solleva gli occhi dalla lettura senza gli occhiali adatti per riconoscerci.

Lo stesso frigo che mi ha fatto vivere momenti di panico mesi fa quando è saltata la luce mentre ero via. Due settimane. La luce è saltata 12 ore dopo essere uscito. La situazione era indescrivibile. Un frigo dell'orrore. La cipolla aveva la parrucca.
Un incubo di Dario Argento.
Ora il barbagianni mi ignora ancora più sdegnoso invitandomi a tralasciare tali stronzate e smetterla di perdere tempo.

E mi rendo conto di aver parlato di tutto fuorché de lo Hobbit e di aver scritto cazzate e male e di aver sottratto al massimo cinque minuti di vita a te sventurato lettore.

Mi sento soddisfatto.
Il generalissimo dorme e la casa è finalmente tiepida e io torno al mio tè contento per aver fatto la mia buona azione quotidiana.

Alla prossima glaciazione.

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