domenica 11 agosto 2013

IL DIAVOLO HA GLI OCCHI CHIARI




Sinistro Crudeli presenta:
IL DIAVOLO HA GLI OCCHI CHIARI
componimento poetico in dodici parti
dedicato a' imbroglioni e a loro fraudi

– programma –
  1. IL VENDITORE DI FUMO
  2. EGO
  3. FATE LA CARITÀ
  4. LA CORTE DEI MIRACOLI
  5. MAURIZIO CATTELAN
  6. I MORTI NON PARLANO
  7. BOCCA D'ORO
  8. IL PUPAZZO DI NEVE
  9. SENZA RISPOSTA
  10. MONETA D'ARGENTO
  11. VOCE DI STRADA
  12. DILETTO IN CAMERA

IL VENDITORE DI FUMO
il Diavolo

diverso è l'aroma di tante città / di tanti paesi e tante qualità / ce n'è per tutti, prendetene ognuno / acquistate adesso il vostro buon fumo /–/ già imbottigliati, son pronti per voi / sapori comuni, odori d'eroi / olezzi d'oriente, profumi vari / ed aria selvaggia dai gusti rari /–/ venite! accorrete! l'offerta è straordinaria! / venite! è arrivato il venditore d'aria! / e prendetene tutti, ce n'è per ognuno / venite! è già qui! è il venditore di fumo! /–/ approfittate ora di chi vi vende / il fumo migliore, ché se ne intende / è ormai indiscussa la sua abilità / prendete, comprate, ché vi piacerà /–/ del resto anche i sogni sono di fumo / e sempre diversi, uno per ciascuno / così abile è chi questa unicità / con mani capaci imbottigliata avrà /–/ venite! accorrete! l'offerta è straordinaria! / venite! è arrivato il venditore d'aria! / e prendetene tutti, ce n'è per ognuno / venite! è già qui! è il venditore di fumo!

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EGO
gli dèi

cade vetro dalla mano dorata / come la pioggia dal cielo stellato / ed ogni specchio è un'icona beata / ed ogni uomo è un santo inventato /–/ l'idolo splendido dell'universo / risplende di una luce immeritata / ed ogni parola dolce e fatata / è solo uno sputo laido e perverso /–/ questa creatura da sé si è creata / ed il creatore è un verbo mai stato / se colui che è fa, e non vale l'inverso / questa mia fede l'ho sempre pensata /–/ così mi dispiace d'essermi illuso / ché così ho perso il mio tempo a sperare / a pregare un dio che non sa ascoltare / ed a confondere il dire col fare

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FATE LA CARITÀ
un mendicante

«Un pezzo di pare per l'amor di Dio; solo un pezzo di pane… Non l'avete? oh capisco; ma non crucciatevi: una moneta e prenderemo del pane. L'avete una moneta? Una moneta per l'amor di Dio. Cos'è una moneta nella vostra tasca? Un peso per la vostra bella giacca. Quando vi chiameranno in Paradiso e avrete la vostra bella giacca, quella moneta vi farà da zavorra; dovrete lasciarla. Non vorrete presentarvi in Paradiso senza la vostra bella giacca; non vorrete andarci nudi! Liberatevi dal peso che trattiene la vostra bella anima in questa valle di lacrime. Cedete la moneta per il pane: sazia lo stomaco e vuota la tasca. Una moneta per l'amor di Dio…»

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LA CORTE DEI MIRACOLI
i mendicanti

tra le piaghe e le ferite che m'ha regalato il Cielo / mi rimangono marcite quelle chiuse sotto il velo / le mie gambe addormentate si risvegliano la notte / le stampelle abbandonate sono il guaio che vi fotte /–/ dai vostri sguardi nascoste si fan grasse le risate / d'inverno chiuse le imposte, ben spalancate d'estate / mi fanno compagnia i cani che in strada si fan trovare / vengon tutti alle mie mani che se li vanno a cercare /–/ per il giorno anime perse / si lamentano al mercato / la notte anime perverse / si bevono il guadagnato /–/ la gamba sarà salvata, la mano sarà sanata / l'hanno detto gli oracoli alla Corte dei Miracoli / il braccio sarà sanato, il piede sarà salvato / lo dicono gli oracoli alla Corte dei Miracoli /–/ vi prego di darmi ascolto, ché io non lo posso fare / – così penserà lo stolto se son bravo a recitare / tra i muri che tutto sanno m'appoggio lungo la strada / mi prendo quello che danno tra ciò che più m'aggrada /–/ per il giorno anime perse / si lamentano al mercato / la notte anime perverse / si bevono il guadagnato /–/ il piede sarà santo, il braccio sarà salvato / lo dicono gli oracoli alla Corte dei Miracoli / la mano sarà salvata, la gamba sarà sanata / l'hanno detto gli oracoli alla Corte dei Miracoli

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MAURIZIO CATTELAN
gli artisti

lungo il mio sguardo ammirano / i più critici dementi / opere che gli ispirano / il profumo dei clienti /–/ io mi affido ai loro occhi / che non vogliono capire / perché son comodi specchi / per chi non mi sa apprezzare /–/ non m'importa della gente / che conosce l'apparire / non san che tra il nulla e il niente / differente è il percepire! /–/ oggi rido degli sciocchi / che mi sanno divertire / che in questi dipinti specchi / manco sanno che cercare /–/ non m'importa della gente / che conosce l'apparire / non san che tra il nulla e il niente / differente è il percepire!

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I MORTI NON PARLANO
i sensitivi

prendimi la mano e portami là dove / l'aldilà è questo e questo mondo è altrove / oltre le colonne dell'umana scienza / oltre la ragione della conoscenza /–/ portami a mio figlio, portami a mia moglie / portami sul ciglio per varcar le soglie / dell'intelligenza e della dimensione / in cui, perso il suolo, appoggio alla visione






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BOCCA D'ORO
i predicatori

noi! siamo quella vostra paura / dilagante tra delle alte mura / voi! siete quella nostra bravura / nel farvi perdere in selva oscura / poi che il nostro verbo a voi si incolla / d'orrori il capo vostro si affolla /–/ se non vuoi la pace, che vuoi? / se non hai la fede, che hai? / se quello che non hai tu puoi / apprenderlo da noi, che fai / quando questo urta ciò che sei?

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IL PUPAZZO DI NEVE
gli spacciatori

la materia di cui i sogni son fatti / è più cara del piombo che avvolge la realtà / ha lo stesso valore dell'oro dei matti / ma costa di più e più dolore ti da /–/ se vuoi fare a meno mi dovrai pregare / e chiedere in ginocchio un'altra verità / se di questo universo ti vorrai scordare / la mia cura è la sola che funzionerà /–/ è già comprovato da esperti scienziati / che la mia soluzione ti consolerà / che da i sensi i tuoi sensi saranno isolato / che questa medicina del bene ti farà /–/ bevine, mangiane, prendine per naso / o per endovena o dovunque bene ti andrà / quale che sia la soluzione o il caso / di certo dal mio male del bene ne verrà

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SENZA RISPOSTA
un drogato

«Che belle nuvole bianche: di tante pallide tinte e di retine dipinte; barocche, sinistre, stanche; e cieli di scarsa pietà mi piovono sulla testa. Gli occhi sono una finestra ma privi d'ogni volontà. Sento del sangue il richiamo, dice che sono digiuno; ma pasto abbondante alcuno lenire può questa fame. L'odio per voi traditori è tanto e senza confini! Voi mostri, pazzi e affini, che vendete il mio dolore! Vi chiamano queste vene, vi cercano i miei occhi; ma restano rotti specchi che non riflettono bene.»

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MONETA D'ARGENTO
i traditori

ha dedicato tutta la vita / alla bellezza del tradimento / ha sempre lasciato ogni partita / prima del suo crucial momento /–/ già da bambino si è divertito / sperimento questa emozione / vendendo il micio suo preferito / per la gran somma d'un bel centone /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ quell'esperienza che l'ha segnato / è stato l'atto che ha dato il via / ad un commercio ben progettato / che lo portò a vender la zia /–/ con uno slancio di grande ingegno / chiuse un affare sì sopraffino / che d'ogni giusto plauso fu degno / ossia vendette suo cugino /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ passato il tempo cambiò morale / e la sua fede fu nel borsello / e un giorno un'idea originale / lo spinse a vender pure il fratello /–/ continuando in quel suo mercato / ebbe trovate sempre migliori / fino a che un premio ebbe meritato / vendendo anche i suoi genitori /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ non fu sufficiente a soddisfarlo / tutto il denaro già guadagnato / perciò diede retta a un altro tarlo / vendendo anche il suo vicinato /–/ quello che aveva già accumulato / non contentò le sue pretese / perciò si diede a un nuovo mercato / vendendo tutto il suo paese /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ e imparando nuove strategie / aumentò il suo raggio d'azione / e concentrò le sue energie / nella vendita della nazione /–/ quella manovra tanto sfacciata / purtroppo servì proprio a niente / perché con una nuova trovata / vendette l'intero continente /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ finalmente la sua carriera / si concluse con un affare in più / grazie alla sua dolce maniera / per trenta soldi vendette Gesù

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VOCE DI STRADA
una prostituta

«Io a voler ben dire non mi ricordo di te. Non credo di conoscerti; eppure vorrei sapere il tuo nome. Quante volte hai posato la tua testa sulle mie gambe, quante volte hai preso i miei seni, le mie labbra, i miei capelli… Ti ho incontrato e ti ho ritrovato d'allora sempre qui in questa via; passa il tempo e non cambi. Ogni giorni, ogni secondo, sul mio viso si forma una ruga; sul tuo sembra non cada neppure una goccia di pioggia. Forse non me lo ricordo bene; però i tuoi muscoli me li ricordo, quasi a memoria. Non sono diversi da quelli di molti altri, del resto. Se io sapessi un po' di più di te, forse potremmo stare davvero insieme; ma se tu sapessi un po' più di me, forse tua moglie non ne sarebbe contenta.»

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DILETTO IN CAMERA
le prostitute

ho scordato qualcosa sul letto / caduto e perso dal mio petto / dimenticato dal mio ardore / ora morto non da più calore / se mi copro di carta-valore / mi rivesto e mi spoglio d'amore /–/ il travaglio di un giorno qualunque / nuda e lieta darsi a mani adunche / simulando il piacere mortale / ora scende, ora tende, ora sale / ora sembra arrivare al finale / a quel giusto compenso che vale /–/ se i bei sogni si fanno sul letto / saran quelli che ho persi dal petto / se ti piace pensare d'amare / di godere e saper conquistare / se ti piace soltanto sembrare / certe storie io so raccontare…




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m'hanno assistito ne l'atmosfera
le inquietanti immagini
prodotte da Charles Burns


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