Sinistro Crudeli presenta:
IL DIAVOLO HA GLI OCCHI CHIARI
componimento poetico in dodici parti
dedicato a' imbroglioni e a loro fraudi
– programma –
- IL VENDITORE DI FUMO
- EGO
- FATE LA CARITÀ
- LA CORTE DEI MIRACOLI
- MAURIZIO CATTELAN
- I MORTI NON PARLANO
- BOCCA D'ORO
- IL PUPAZZO DI NEVE
- SENZA RISPOSTA
- MONETA D'ARGENTO
- VOCE DI STRADA
- DILETTO IN CAMERA
IL VENDITORE DI FUMO
il Diavolo
diverso è l'aroma di tante città / di tanti paesi e tante qualità / ce n'è per tutti, prendetene ognuno / acquistate adesso il vostro buon fumo /–/ già imbottigliati, son pronti per voi / sapori comuni, odori d'eroi / olezzi d'oriente, profumi vari / ed aria selvaggia dai gusti rari /–/ venite! accorrete! l'offerta è straordinaria! / venite! è arrivato il venditore d'aria! / e prendetene tutti, ce n'è per ognuno / venite! è già qui! è il venditore di fumo! /–/ approfittate ora di chi vi vende / il fumo migliore, ché se ne intende / è ormai indiscussa la sua abilità / prendete, comprate, ché vi piacerà /–/ del resto anche i sogni sono di fumo / e sempre diversi, uno per ciascuno / così abile è chi questa unicità / con mani capaci imbottigliata avrà /–/ venite! accorrete! l'offerta è straordinaria! / venite! è arrivato il venditore d'aria! / e prendetene tutti, ce n'è per ognuno / venite! è già qui! è il venditore di fumo!
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EGO
gli dèi
cade vetro dalla mano dorata / come la pioggia dal cielo stellato / ed ogni specchio è un'icona beata / ed ogni uomo è un santo inventato /–/ l'idolo splendido dell'universo / risplende di una luce immeritata / ed ogni parola dolce e fatata / è solo uno sputo laido e perverso /–/ questa creatura da sé si è creata / ed il creatore è un verbo mai stato / se colui che è fa, e non vale l'inverso / questa mia fede l'ho sempre pensata /–/ così mi dispiace d'essermi illuso / ché così ho perso il mio tempo a sperare / a pregare un dio che non sa ascoltare / ed a confondere il dire col fare
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FATE LA CARITÀ
un mendicante
«Un pezzo di pare per l'amor di Dio; solo un pezzo di pane… Non l'avete? oh capisco; ma non crucciatevi: una moneta e prenderemo del pane. L'avete una moneta? Una moneta per l'amor di Dio. Cos'è una moneta nella vostra tasca? Un peso per la vostra bella giacca. Quando vi chiameranno in Paradiso e avrete la vostra bella giacca, quella moneta vi farà da zavorra; dovrete lasciarla. Non vorrete presentarvi in Paradiso senza la vostra bella giacca; non vorrete andarci nudi! Liberatevi dal peso che trattiene la vostra bella anima in questa valle di lacrime. Cedete la moneta per il pane: sazia lo stomaco e vuota la tasca. Una moneta per l'amor di Dio…»
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LA CORTE DEI MIRACOLI
i mendicanti
tra le piaghe e le ferite che m'ha regalato il Cielo / mi rimangono marcite quelle chiuse sotto il velo / le mie gambe addormentate si risvegliano la notte / le stampelle abbandonate sono il guaio che vi fotte /–/ dai vostri sguardi nascoste si fan grasse le risate / d'inverno chiuse le imposte, ben spalancate d'estate / mi fanno compagnia i cani che in strada si fan trovare / vengon tutti alle mie mani che se li vanno a cercare /–/ per il giorno anime perse / si lamentano al mercato / la notte anime perverse / si bevono il guadagnato /–/ la gamba sarà salvata, la mano sarà sanata / l'hanno detto gli oracoli alla Corte dei Miracoli / il braccio sarà sanato, il piede sarà salvato / lo dicono gli oracoli alla Corte dei Miracoli /–/ vi prego di darmi ascolto, ché io non lo posso fare / – così penserà lo stolto se son bravo a recitare / tra i muri che tutto sanno m'appoggio lungo la strada / mi prendo quello che danno tra ciò che più m'aggrada /–/ per il giorno anime perse / si lamentano al mercato / la notte anime perverse / si bevono il guadagnato /–/ il piede sarà santo, il braccio sarà salvato / lo dicono gli oracoli alla Corte dei Miracoli / la mano sarà salvata, la gamba sarà sanata / l'hanno detto gli oracoli alla Corte dei Miracoli
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MAURIZIO CATTELAN
gli artisti
lungo il mio sguardo ammirano / i più critici dementi / opere che gli ispirano / il profumo dei clienti /–/ io mi affido ai loro occhi / che non vogliono capire / perché son comodi specchi / per chi non mi sa apprezzare /–/ non m'importa della gente / che conosce l'apparire / non san che tra il nulla e il niente / differente è il percepire! /–/ oggi rido degli sciocchi / che mi sanno divertire / che in questi dipinti specchi / manco sanno che cercare /–/ non m'importa della gente / che conosce l'apparire / non san che tra il nulla e il niente / differente è il percepire!
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I MORTI NON PARLANO
i sensitivi
prendimi la mano e portami là dove / l'aldilà è questo e questo mondo è altrove / oltre le colonne dell'umana scienza / oltre la ragione della conoscenza /–/ portami a mio figlio, portami a mia moglie / portami sul ciglio per varcar le soglie / dell'intelligenza e della dimensione / in cui, perso il suolo, appoggio alla visione
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BOCCA D'ORO
i predicatori
noi! siamo quella vostra paura / dilagante tra delle alte mura / voi! siete quella nostra bravura / nel farvi perdere in selva oscura / poi che il nostro verbo a voi si incolla / d'orrori il capo vostro si affolla /–/ se non vuoi la pace, che vuoi? / se non hai la fede, che hai? / se quello che non hai tu puoi / apprenderlo da noi, che fai / quando questo urta ciò che sei?
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IL PUPAZZO DI NEVE
gli spacciatori
la materia di cui i sogni son fatti / è più cara del piombo che avvolge la realtà / ha lo stesso valore dell'oro dei matti / ma costa di più e più dolore ti da /–/ se vuoi fare a meno mi dovrai pregare / e chiedere in ginocchio un'altra verità / se di questo universo ti vorrai scordare / la mia cura è la sola che funzionerà /–/ è già comprovato da esperti scienziati / che la mia soluzione ti consolerà / che da i sensi i tuoi sensi saranno isolato / che questa medicina del bene ti farà /–/ bevine, mangiane, prendine per naso / o per endovena o dovunque bene ti andrà / quale che sia la soluzione o il caso / di certo dal mio male del bene ne verrà
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SENZA RISPOSTA
un drogato
«Che belle nuvole bianche: di tante pallide tinte e di retine dipinte; barocche, sinistre, stanche; e cieli di scarsa pietà mi piovono sulla testa. Gli occhi sono una finestra ma privi d'ogni volontà. Sento del sangue il richiamo, dice che sono digiuno; ma pasto abbondante alcuno lenire può questa fame. L'odio per voi traditori è tanto e senza confini! Voi mostri, pazzi e affini, che vendete il mio dolore! Vi chiamano queste vene, vi cercano i miei occhi; ma restano rotti specchi che non riflettono bene.»
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MONETA D'ARGENTO
i traditori
ha dedicato tutta la vita / alla bellezza del tradimento / ha sempre lasciato ogni partita / prima del suo crucial momento /–/ già da bambino si è divertito / sperimento questa emozione / vendendo il micio suo preferito / per la gran somma d'un bel centone /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ quell'esperienza che l'ha segnato / è stato l'atto che ha dato il via / ad un commercio ben progettato / che lo portò a vender la zia /–/ con uno slancio di grande ingegno / chiuse un affare sì sopraffino / che d'ogni giusto plauso fu degno / ossia vendette suo cugino /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ passato il tempo cambiò morale / e la sua fede fu nel borsello / e un giorno un'idea originale / lo spinse a vender pure il fratello /–/ continuando in quel suo mercato / ebbe trovate sempre migliori / fino a che un premio ebbe meritato / vendendo anche i suoi genitori /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ non fu sufficiente a soddisfarlo / tutto il denaro già guadagnato / perciò diede retta a un altro tarlo / vendendo anche il suo vicinato /–/ quello che aveva già accumulato / non contentò le sue pretese / perciò si diede a un nuovo mercato / vendendo tutto il suo paese /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ e imparando nuove strategie / aumentò il suo raggio d'azione / e concentrò le sue energie / nella vendita della nazione /–/ quella manovra tanto sfacciata / purtroppo servì proprio a niente / perché con una nuova trovata / vendette l'intero continente /–/ nel mondo degli affari devi essere sveglio / e devi saper vendere il bene per il meglio / per questo io vi canto il genio ed il talento / la vera falsa storia di Moneta d'argento /–/ finalmente la sua carriera / si concluse con un affare in più / grazie alla sua dolce maniera / per trenta soldi vendette Gesù
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VOCE DI STRADA
una prostituta
«Io a voler ben dire non mi ricordo di te. Non credo di conoscerti; eppure vorrei sapere il tuo nome. Quante volte hai posato la tua testa sulle mie gambe, quante volte hai preso i miei seni, le mie labbra, i miei capelli… Ti ho incontrato e ti ho ritrovato d'allora sempre qui in questa via; passa il tempo e non cambi. Ogni giorni, ogni secondo, sul mio viso si forma una ruga; sul tuo sembra non cada neppure una goccia di pioggia. Forse non me lo ricordo bene; però i tuoi muscoli me li ricordo, quasi a memoria. Non sono diversi da quelli di molti altri, del resto. Se io sapessi un po' di più di te, forse potremmo stare davvero insieme; ma se tu sapessi un po' più di me, forse tua moglie non ne sarebbe contenta.»
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DILETTO IN CAMERA
le prostitute
ho scordato qualcosa sul letto / caduto e perso dal mio petto / dimenticato dal mio ardore / ora morto non da più calore / se mi copro di carta-valore / mi rivesto e mi spoglio d'amore /–/ il travaglio di un giorno qualunque / nuda e lieta darsi a mani adunche / simulando il piacere mortale / ora scende, ora tende, ora sale / ora sembra arrivare al finale / a quel giusto compenso che vale /–/ se i bei sogni si fanno sul letto / saran quelli che ho persi dal petto / se ti piace pensare d'amare / di godere e saper conquistare / se ti piace soltanto sembrare / certe storie io so raccontare…
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