giovedì 7 novembre 2013

Discutere del papa davanti a una birra



Mi trovo spesso a discutere di fronte ad una birra: lo scambio di opinioni che coinvolge l'alcool è una delle piccole gioie della mia vita.
Frequentemente mi viene chiesto cosa penso del papa. Chi me lo chiede è nella maggior parte dei casi interessanto (o presuntamente tale) alla mia opinione di ateo militante. Alle volte si tratta di volpastri che non mi conoscono abbastanza, si credono provocatori e finiscono terrorizzati dalle mie posizioni estreme (e annoiati dalla mia prolissità).

L'ultima occasione di parlare degli affari del Vaticano è stata la settimana scorsa, con la mia nuova coinquilina.
[Aperta parentesi: il generalissimo si è ritirato, portandosi i ghiacciai altrove (cosa che spiega l'inatteso caldo dell'ultimo periodo) e è stato rimpiazzato da una mia coetanea di cui non rivelerò altro per rispetto. Chiusa parentesi.]

Arrivando al punto, ecco cosa ne penso del papa attuale: preferivo il Tetezko.

Può essere uno shock per alcuni: ma come? Tu? Così rivoluzionario come sei preferivi il papa più reazionario degli ultimi cinquant'anni?

Certo.
Era un papa onesto.

Per me non esistono papi buoni: sono sempre e comunque dei vecchi che pretendono di parlare per bocca di Dio (cui non credo), imponendo una morale (che non condivido) e aspettandosi che la gente la osservi (cosa che non faccio) perché è verità.
A tutto ciò si aggiunga che il papato è una monarchia assoluta teocratica e io sono un wannabe giacobino. Il Vaticano riunisce due delle cose che odio di più in assoluto: un re e un prete.

Detto questo, il nuovo mi sembra francamente sopravvalutato, tanto quanto il Nobel al presidente abbronzato: dice poche cose, talmente di senso comune che la mia cara nonnina avrebbe potuto dirle pure lei. Anzi, probabilmente le pensava pure ed era seriamente cattolica.

"I gay sono figli di Dio". Apriti cielo! L'ovvio elevato a epifania. Nessuno, a parte rari casi di idioti patentati, mette in dubbio che gli omosessuali siano persone. Nessuno. Semmai il discorso si sposta sull'opportunità o meno di dotarli degli stessi di cui godono le persone eterosessuali e qui si assiste al vero dibattito. Il vaticano, nel frattempo, continua a non firmare la moratoria ONU contro l'omofobia per fermare le discriminazioni in atto in varie parti del mondo. Tutto diverso e tutto uguale a prima, in fondo.

Il teologo tedesco che lo ha preceduto aveva la decenza di non fare alcun mistero delle proprie opinioni: AIDS, omosessualità, sacerdozio femminile, sapevi sempre cosa ne pensava. Perché te lo diceva chiaro e tondo con quel suo accento buffissimo e l'espressione intensa da Imperatore Palpatine.
Non augurava buon appetito al pubblico ammaestrato. Pubblico che, per inciso, si merita in pieno l'aggettivo "ammaestrato": ma dai, il papa ti augura buon appetito e tu gli fai le feste quando fino all'altro giorno avresti impiccato Joseph?

Il nuovo papa è come quel politico che ha firmato la propria condanna all'oblio qualche anno fa. Ve lo ricordate? Fascista (ir-)redento, alleato fedelissimo del politico più furbo dello stivale, un giorno iniziò a seguire il proprio buonsenso: io coi criminali non mi ci alleo più [venti anni in ritardo...]; tutta la sinistra andava in deliquio come se avesse cagato sulla tomba del Ducie.
Ecco, anche adesso torme di atei e agnostici fissano ipnotizzati questo gesuita che si comporta come un parroco di campagna (ma a cui manca la verve di Don Camillo...). Tutto questo perché l'Omino Bianco ha detto una manciata di cose un po' più sane di mente del solito. E nel frattempo? Non ha fatto niente.

Non ha aperto all'uso della contraccezione, non ha aperto all'aborto, non ha aperto ai pari diritti per gli omosessuali, non ha aperto al sacerdozio femminile.

Si è limitato a parlare.
Bella cosa.

Questi, in poche righe, sono i motivi per cui il nuovo Omino Bianco mi sta poco simpatico.
Oltre al fatto che è un cristiano e personalmente il cattolicesimo non lo sopporto.

(E come dice un mio piccolo grande vate: "Dopo el presidente nero IUESSEI, vorrìa anca un papa che disesse d'esser gay!")

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