Eppure è sera.
Pace è l’infinito
Suono di controcorrente
Mai tradito
Alito di quest’era
Onde di suono sofferente
D’andata e di ritorno
Un antico spavento
Svegliarsi nel solito contorno
Resistere contro i mulini a vento
Andate con un solo ritorno
Dammi le chiavi di questo cemento
A morir si fa presto
Ma vivere è la realtà
Non era sera, era notte.
Era una di quelle notti che non si dimenticano proprio perché uguale alle altre, una di quelle che costruiscono il tuo immaginario di notte comune.
Matilde pensava al tempo che sembrava scorrere troppo velocemente e spesso povero di emozioni. Nulla di strano le era capitato, nulla da poter proiettare in sala una volta cresciuta. Eppure aveva davanti una vita da scontare e le pareva brutto non correre il rischio di provare qualche brivido.
I cani quella notte abbaiavano più forte del solito. Anche il suo, un bel meticcio che sembrava un cane di razza. Lo faceva in un modo insolito, come se parlasse.
Matilde chiuse gli occhi e il simposio poté cominciare:
"Ciao Matilde sono Pedro, il tuo cane. Grazie per avermi dato questo nome, mi piace, e mi da pure un gran tono rivoluzionario."
Matilde non capì, forse stava sognando ma proprio per quello rispose senza problemi.
"L'hai finita di abbaiare? domani lavoro, vorrei dormire."
" Cara mia tu non dormi perché abbaio, tu stavi pensando, io ti capisco anche se spesso non ti ascolto, i tuoi calzini son troppo buoni da mordere non me ne volere."
Matilde non finse, ormai era abituata a sentir Pedro la sera.
"Hai ragione, stavo pensando al tempo....ma cosa vuoi saperne te che ti basta la carne, due carezze e un cuscino da squartare"
"Cara la mia padroncina, forse non sai che il cane del vicino, Aristotele, è un gran filosofo oltre che un gran rompi coglioni e proprio l'altra sera mi disse che il presente non esiste. Due sono i punti cruciali di questa affermazione: il valore delle parole e il valore del tempo.
Le parole sono gli strumenti del linguaggio, elemento fondamentale del nostro vivere. Il problema però sorge quando le parole si staccano dalla nostra esperienza per diventare qualcosa di naturale che sta fuori di noi. Diventano incapibili. Cosa me ne faccio io del conoscere qualcosa di oggettivo se la mia conoscenza non può che essere soggettiva? Come potrei amare qualcuno se questo qualcuno esistesse fuori dalla mia esperienza?. Le parole hanno valore perché collegano la natura che vogliamo spiegare con le nostre emozioni che a loro volta possono essere comunicate con le parole e non solo. Appurato che le parole sono importanti ma che da sole non bastano a spiegare ciò che vogliamo, altrimenti, dopo aver parlato ad un mio amico di un film che mi ha commosso si commuoverebbe grazie al mio racconto e questo non accade, la parola tempo non è risolutiva per poterci far capire fino in fondo cosa sia il tempo stesso. Il tempo è stato creato da voi uomini ed esso diventa tale quando ne facciamo esperienza. Ma il presente è inarrivabile perché mentre lo penso è già passato mentre il futuro è una freccia che ci proietta in avanti con la mente ma ci consuma nell'attesa. Come diceva sant'Agostino -IL TEMPO APPARTIENE ALL'ANIMA- e se il presente è un punto inafferrabile, il futuro è una freccia che ci consuma, il passato è un cerchio che ogni tanto ritorna rigurgitando ricordi, forse esiste una soluzione. Forse basterebbe unire cerchio, punto e freccia in una spirale, simbolo carico di ritualità antiche, come riassunto di tre momenti imprescindibili, passato, presente e futuro, come unione di un tutto,il tempo, non spiegabile a parole, non riducibile alle vostre lancette, appuntamenti o calendari ma vivibile scandito solamente dal battito del cuore.
Notte Matilde, vado a fare una pisciatina."
Matilde rimase impietrita.
Era mattina,il lavoro la attendeva.
Nessun commento:
Posta un commento