martedì 16 luglio 2013

RASPUTIN


Sinistro Crudeli presenta:
RASPUTIN
componimento poetico in dodici parti
sul mito del mistico russo

– programma –
  1. LETTERA AL PADRE
  2. UN DURO INVERNO
  3. DIO SE M'AMASSI
  4. ERBA MEDICA
  5. LE RIVE DEL MAR ROSSO
  6. VETRO OPACO
  7. A QUATTRO MANI
  8. GLI STRILLONI
  9. L'ULTIMA PREGHIERA
  10. MARINAIO
  11. LA RONDINE
  12. LETTERA AL FIGLIO

LETTERA AL PADRE
il poeta ai lettori

     Feci un sogno, nell'ormai lontano 1997: c'era un palazzo regale con stanze d'oro e di marmo; ovunque splendevano immense decorazioni di alabastro. Nella grande sala da ballo un'orchestra da camera suonava Sul bel Danubio blu di Johann Strauss figlio, un valzer vecchio di quarant'anni ma sempre di gran moda. Tutti ballavano, giravano e cadevano, si rialzavano e vorticavano in un delirio che pareva quasi infernale. La danza proseguiva tra le ricche gonne delle nobili dame e le marsine dalle spalle rimboccate degli eleganti signori. Tutti ridevano e si divertivano, nella sala; tutti meno uno: se ne stava in disparte, da solo a spalle strette – come per occupare meno spazio possibile. Vestito di nero, sorseggiava un po' di Cristal e guardava gli altri ballare; dietro una folta barba nera nascondeva il suo disappunto. La sua mente correva incontro ai mesti ricordi di gioventù, lasciati sulle strade innevate, dove l'oro risplende solo negli occhi di chi sogna la primavera.

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UN DURO INVERNO
la vita nei campi: lamento dei villani


     tra i fiori selvatici matura / la gran fatica dei contadini / che tra i canti e le bestemmie a Dio / s'incamminano sugli scalini / del paradiso della natura // la corona sul trono deposta / regna sui contadini di neve / con l'amore d'un sorriso pio / e con la pietà d'un gesto lieve / la lieta mensa dei giusto osta // ma ogni cristo guarderà il ladrone / dalla volontà del sacrificio / e non concederà la sua pietà / ma caverà al padre il suo ufficio / finché non avrà soddisfazione // il pianto dei semplici non canta / il dolore che provoca il furto / quando l'oggetto è costato caro / più d'ogni colpo ferisce l'urto / che si parte da una mano santa // a predare il prezioso sudore / brillante dalle fronti affannate / che qual diamante dal taglio raro / s'illumina dalle terre arate / e perde nel suolo il suo calore // trema nelle tue vesti dorate / per il freddo che a noi hai lasciato / e rinnega la tua rea crudeltà / o attendi un furore che infiammato / trapasserà le tue cancellate

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DIO SE M'AMASSI
Rasputin indossa il saio

     amore io spero / che si muti il tuo affetto / nel perdono sincero / si stringe nel mio petto / quel dolore vero / dal non tenerti stretto // sei figlio di una sera / che non può tornare / chi sogna forse spera / l'anima trovare / ma tu che ora a me tendi / da me non cercare / quella grazia che intendi // amore io vorrei / conquistare il tuo regno / e felice sarei / per cercare un tuo segno / destarmi non vorrei / ché non ne sarei degno // erediti la vita / che io ti ho regalato / quando sarà finita / ti avrò già perdonato / un bacio io ti dovrò / e un giorno non nato / certo te lo renderò

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ERBA MEDICA
il Taumaturgo

     ognuno di noi ha in questa terra un ruolo / sempre secondo la propria natura / io sono benedetto in questo suolo / raro in foresta sì come in natura // m'è dato il bene di fare del bene / della mia linfa si nutrono i cuori / che soffrono di mal celate pene / nascosti tra le febbri ed i tremori // ma la mia vita non nasce per durare / sì che nella morte trovo il mio scopo / e niente di più mi può lusingare // il mio spirito arde come un fuoco / nel portar benessere agli ammalati / della mia buona salute assetati

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LE RIVE DEL MAR ROSSO
l'incontro con Aleksei Romanov

Aleksei Romanov
     sulla tomba delle tue vene / posai una rosa di speme / per la vita che da me viene / questo viaggio faremo insieme // nei tuoi polsi scroscia un fiume / che lontano fugge dal mare / nei miei occhi luccica un lume / che timona il suo navigare // la bussola nelle mie mani / i navigli duce a giusta via / e saranno i soli sovrani / a guidare la tua malattia // sulle rive di questa rena / l'arsura già brucia le sponde / e l'umore che scorre frena / e limita le calde onde // ma la fredda sabbia crollerà / se m'imporrò sul tuo dolore / una nuova fonte scorrerà / e tornerà in te il calore

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VETRO OPACO
l'ascesa al potere

     i miei figli amati potrò salvare / solo con una guida coraggiosa / per questa strada lenta e rovinosa / la Madre non si potrà arrampicare / nei palazzi non entra più l'inverno / resta sull'uscio a piangere e pregare / e ribolle ancor di più che l'inferno // giungi come la pioggia nel deserto / nobiluomo dagli umili costumi / soffia via dai miei occhi i neri fumi / se da mura di ricami son serto / ai colori del mondo che cammina / il mio cancello vorrei che fosse aperto / ma tra i fessi del serto è la rovina // antico cesare, fiero guerriero / che dal passato hai gettato le lame / a nulla più valgono le tue brame / di fare del tuo popolo un pensiero / tra i tuoi specchi chi riflette di loro? / nei loro volti non si vede il vero / sei la gallina dalle uova d'oro // giungi come nell'oceano il sale / sant'uomo dalle corone dipinte / le fiamme dell'odio non sono estinte / e il crepitio è un suono che fa male / ai colori del mondo che cammina / il tuo cancello sarà mai aperto / ché tra i fessi del serto è la rovina

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A QUATTRO MANI
il controllo

     giungi alla mia la tua mano / il tuo seno sul mio petto / il tuo fiato col mio, piano / i nostri corpi su un letto // nei giardini di lussuria / passiamo le nostre sere / non temiam del tempo ingiuria / su noi non passano le ere / batte col mio il tuo cuore / cadono su me i tuoi occhi / posa su me il tuo sapere / lascia che il tuo collo tocchi // della voluttà nei chiostri / si disperde il mio potere / se mente genera mostri / corpo fa il corpo piacere // i tuoi capelli coprono / il tormento che trasudi / i tuoi echi risuonano / il tuo fiore su me schiudi // sul tuo corpo c'è il mio segno / che non potrai cancellare / sul tuo spirito è il mio regno / non ti potrai rifiutare

Grigori Rasputin attorniato dalle donne
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GLI STRILLONI
l'odio aristocratico (in Rasputin si cela il demonio!)

     diavolo sporco sei / un gran vigliacco sei / un gran bugiardo sei / un gran bastardo sei / un disgraziato sei / uomo malato sei // canzoni stonate spesso ripetute / fan crescere i fiori dai bianchi rancori / germinando sale il fiore del male // un maledetto sei / un cancro infetto sei / un brutto stronzo sei / un falso bonzo sei / uomo di lazzo sei / monaco pazzo sei // canzoni spietate dalle labbra mute / fan crescere i fiori dai rossi rancori / germinando sale il fiore del male // un vecchio porco sei / un uomo sciocco sei / un delinquente sei / un buono a niente sei / senza coscienza sei / grigia eminenza sei // canzoni inventate da teste cadute / fan crescere i fiori dai bianchi rancori / germinando sale il fiore del male

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L'ULTIMA PREGHIERA
il complotto di Felix Yusupov

Principe Felix Yusupov
     sarà dolce nel tuo sangue il veleno / il piombo leggero nella tua carne / e il tuo respiro, senza privarne / l'addio mi darà soddisfatto appieno // sarà il bastone a piegarti la schiena / la mano nuda ad arrossire il tuo volto / e il tuo respiro, che non sarà tolto / sorbire potrà dell'acqua la piena // che mi levi il volere non v'è prece / capace di commuovermi nel giusto / perché quel tuo sapere invidio invece // nei tuoi occhi caduti mi specchierò / trarrò felice alla tua vita il gusto / e un diavolo col diavolo scaccerò

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MARINAIO
la morte di Rasputin

     non un bianco crisantemo / sulla mia tomba s'innesta / infierisce invece un remo / che se ne passa e non resta // riposo in un freddo letto / senza lapide o coperchio / dormo e non mi fa dispetto / rimanere in questo cerchio // sul mio capo passa il fiume / come il cielo sulla terra / ma è distante il caro lume / dal mio spirito – che serra // la mutevole prigione / che mi lascia sospirare / costretto a ogni occasione / fin tutt'oggi a navigare

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LA RONDINE
l'odio popolare (il mostro è stato decollato!)

il corpo offeso di Grigori Rasputin
     oggi ho visto un sole tramontare / dalle cupole sui tetti preziosi / nel teatro sembrava calare / il sipario sugli attori penosi / dagli spalti ho visto i nobili uscire / lo spettacolo doveva finire // mi hanno detto che il colpevole sei tu / che si sta meglio da quando non ci sei più / mi hanno detto che sei sparito in fretta / che la rivoluzione il popolo aspetta // ora il freddo di certo è finito / l'inverno se ne dovrà presto andare / a primavera sarà fuggito / e l'aratro tornerà a solcare / in estate mi potrò riposare / finalmente tornerò a sognare // mi hanno detto che il colpevole sei tu / che si sta meglio da quando non ci sei più / mi hanno detto che sei sparito in fretta / che la rivoluzione il popolo aspetta

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LETTERA AL FIGLIO

Rasputin ai lettori


     Non è facile, credimi. Vorrei dirti che potevo fare di meglio, ma non lo credo. Il tempo sembrava immobile, ghiacciato; tutto pareva semplice, come se bastasse un singolo minuscolo tocco a infrangere l'intero sistema. Gli schemi convenzionali non servono a creare qualcosa di nuovo: è necessario distaccarsi dai precetti umani per avvicinarsi alla gloria. Non c'è limite che non possa essere superato: questo è male. Non per me, ma per tutti gli altri. Guardati intorno: la vita supera se stessa; crea e distrugge con puntuale ritardo, modifica il corso degli eventi e gli stravolge, percorrendo una strada mai battuta che talvolta si chiude in vicoli ciechi; potrebbe tornare indietro (sarebbe finanche ovvio), e invece abbatte il muro e avanza. Imperterrita, impassibile. Scavalca ogni legge sociale e morale. Si potrebbe quasi chiamare Dio! ma io non volevo essere Dio, mi spiace se lo credi; in qualche modo però, avrei voluto assomigliargli…


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