domenica 7 luglio 2013

SIGNORE DELLE CIME







Signore delle cime
aspro coraggio
muta la pelle
per affrontare l'impervia pendenza

Morir d'avventura è
gioia appena nata

un nevaio innamorato tende una trappola
e io vergine dei monti tendo a cascarci.
E' un asso nella manica la mia gioia,
come ascoltatore di larici ne annuso il profumo.

La montagna ci guarda
e osservando il nostro macchinismo
grida vendetta.

Amo la montagna perché nei monti si mostra la vita.
La natura è li', viva, e l'uomo una volta tanto non può vincerla ma solo assecondarla.
Quando cammini, quando un solo moschettone è garanzia che ti sorregge, ti senti vivo. Quell'impulso primordiale che accende le miccia di ogni esistenza si mostra nella sua pienezza e così, anche solo per curiosità, sfidi le pendenze che ti porteranno alla vetta sicuro come sei che ne varrà la pena.

Nulla puoi lasciare al caso, i monti sono bastardi e non fanno sconti. Devi coinvolgere tutti i sensi, valutare il percorso, annusare l'aria per evitare i cambiamenti repentini del tempo, ascoltare cos'hanno da dire gli uccelli ottimi consiglieri, assaggiare la saliva per non bere troppo mentre cammini e toccare la roccia per capire se quello è l'appiglio giusto.

Il signore delle cime è prima di tutto essenziale. Tutto ciò che hai in più nello zaino sarà poi una terribile zavorra.
Il signore delle cime parla poco,sceglie le parole e quelle che usa sono preziose, tutto il resto è fiato regalato al pendio che ti martella i polmoni e i muscoli.
Quando affronta il sentiero non fa il fantasista, non si promette ciò che potrebbe non mantenere. E' umile e rispettoso perché sa che non si può scherzare con i monti.

Il signore delle cime è l'ideale di uomo per un mondo più giusto.

La montagna è l'ideale di vita che vorrei percorrere ma che mi manca terribilmente qui in pianura.
Mi manca la montagna e il suo signore, custode delle fonti, artigiano dei ghiacciai, allevatore di animali selvatici.
Qui, immerso da miliardi di impulsi, corroso da un conflitto artificiale che rende intolleranti non posso nemmeno annusare il profumo delle resine o sentire il dolce suono continuo dei torrenti.

Per capire il mio senso dello stare in montagna dovresti prendere in considerazione la vita, togliere tutto il superfluo che la gonfia e iniziare ad apprezzarne il risultato, la concreta purezza.
Non miro a ritirarmi laggiù però, non bramo i monti come obiettivo ultimo. Non scappo.
Respiro l'aria di montagna e mi ricarico perché il signore delle cime sa essere guerriero e vuole combattere quaggiù, dove la battaglia è permanente, il nemico è la paura.
Il signore delle cime non teme il disordine ma lo considera elemento basilare per cercare l'ispirazione vera madre del mondo umano.

Il signore delle cime è anarchico ma non lo dice in giro.
Sa incazzarsi, sa soffrire e soffre, molto.

Il signore delle cime sa orientarsi guardando il cielo.
Sa perfettamente che ogni uomo guarda alla propria stella ed è per questo che si chiama così.
Perché anche quando è in pianura e il cielo non si vede, sa che lassù, dove volano le aquile fedeli compagne,
la sua stella brilla come in nessun altro luogo in tutto l'universo.

Quando sono stanco e tutto quello che vedo improvvisamente non mi piace più è bello poter  pensare a lui.
Lo immagino lassù accompagnato dai camosci mentre osserva l'orizzonte dalla cima più alta chiedendosi se mai un giorno potrà toccare il mare che qualche volta si vede in lontananza.
Tutto sembra allora diventare più tollerabile, il cielo è più sereno e la mia stella torna a brillare.
Riprendo la rotta, mi oriento nuovamente e mi viene pure da ridere perché ora sono sicuro che se anche il cielo è coperto, lassù il signore delle cime sta custodendo le stelle dalla cima più alta, dal sentiero più impervio, dal segreto più nascosto, dalla nostra anima somigliante sempre più al cuore di un pendio.
                   


                                                                                             Ore 04.00 del 7 luglio 2013.
                                                                                                                        - L'alba non arriva-
                                                                                           Rifugio Vicenza, Sassolungo, Alpe di Siusi.      
                                                                               
                             



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