Arrendersi alla maggioranza
non è il mio destino
è resistenza anche oggi
sopra gli alberi come un bambino
provo una certa quantità di rabbia
perché vi capisco
ed ho paura perché forse sono come voi
"Buonanotte a domani!"
" Notte "
Si chiude la porta e mi lancio sul materasso, inizio a sprofondare e mi si spalanca il cielo che sembra non essersi dimenticato neppure una stella.
Fa improvvisamente freddo nella mia stanza, molto perché ho le mani ghiacciate, io che solitamente le ho sempre calde. Intravedo un albero, sento una voce e vedo due occhi di ghiaccio, uno sguardo di lupo talmente freddo che mi scalda tanto mi penetra.
Mi sento nudo, provo pudore questa notte di freddo e di stelle. Vedo l'infinito come mai l'avevo visto prima, lo posso quasi toccare ma poi mi sfugge. Mentre lo cerco mi muovo così non fa più così freddo, è una lunga rincorsa senza senso verso quegli occhi che mi attirano perché emanano calore e io da essere umano è quello che cerco per sfuggire dal gelo che ho dentro. Mentre corro scorgo nuovi alberi disegnare l'orizzonte altrimenti impercepibile perché fratello della notte, alleato della terra. Penso allora al quarto di vita trascorsa e al mio perenne divenire, inesorabile come questo strano sogno se di sogno si tratta. Poi cado tradito da una roccia e il mio viso si bagna, non di lacrime, sto piangendo sangue anche se non provo dolore.Allora mi confondo, non so più se inseguire l'infinito o quegli occhi di ghiaccio, talvolta sorridenti. Inizia la caduta, provo una certa asprezza, la saliva si secca e le stelle si oscurano, mi sono perso ed è buio.
Mi sento definitivamente un uomo, nudo, spogliato da ogni parvenza di immortalità che ognuno di noi spera di avere per sfuggire dalla sofferenza della vita. Non ci sono più misteri che mi separano dal cielo, perché il cielo è scomparso e con lui tutti gli alberi, tutto l'orizzonte.
Piango, un po' di rabbia, un po' per solitudine. Il pianto è una delle poche cose che ogni uomo sa fare, il pianto è una delle poche cose che ci accomuna penso.
Solo nel buio, nudo e sofferente ad un tratto m'illumino. Arriva ed è una farfalla dorata nel suo materializzarsi. Eleganza di quercia, splendore di grano mi osserva ed io non posso che regalarle un sorriso d'argento. Mi prende per mano, mi rialza e sono di nuovo leggero. Camminiamo insieme ed i respiri tornano spontanei perché sincronizzati. Torna il vento, poi le stelle con la luna e pure il sole fa capolino, come se non volesse perdersi uno spettacolo tutto umano. Si perché anche lei è umana, portatrice di infinito mi apre il petto, torno a scorgere quegli occhi blu che tornano a scaldarmi. Sono vivo, solo per lei, con lei.
La strada ora non ci fa più paura, la condivideremo insieme, finché infinito sarà.
Si trattava di un sogno è vero perché quella mattina mi svegliai. Ma proprio in quel momento pensai che siamo effettivamente fatti della stessa sostanza dei sogni.
Cos'ho scatenato?!? Keep up the good work, Husky! Gran bel post!
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