Questa volta non mi sono risparmiata: avevo in mente
questa recensione dal primo momento in cui mi sono unita al Kollettivo, ma il
momento giusto non era ancora arrivato. Fino ad ora. La festa per eccellenza
degli horror maniaci: Halloween!
E credetemi, non è una festa come le altre. Per una notte
all’anno possiamo strapparci la nostra faccia da normali e imbracciare la pala
per giocare allegramente a sveglia il morto, proprio come facevano gli Addams.
Beh, forse i miei consigli per la serata perfetta
potrebbero essere un po’ troppo per voi…disseppellire cadaveri non è per tutti:
è leggermente illegale e decisamente poco igienico. Ma d’altronde fino a poco
tempo fa ci si doveva arrangiare con quel che si aveva.
Per fortuna ai giorni nostri ci
sono i lettori dvd: possiamo passare una bella serata horror in compagnia dei
nostri amici “normali” senza spendere una fortuna in attrezzi da “giardinaggio”
di vario genere e lasciando la nostra fedina penale intonsa. Ma come una volta si restava
ore di fronte alle lapidi a decidere quale bara scoperchiare, ci potremmo
ritrovare ore seduti sul divano paralizzati dall’indecisione: maratona zombie?
Ma allora restiamo sui classici romeriani o ci diamo all’esplorazione della new
wave? Maratona SAW? Tutti e sette…ma siamo sicuri? Gore? Trash? Grandi
classici? Ghost movies? Giapponesi o coreani? B-movies o Z-movies?
La scelta è davvero immensa e sebbene nel mondo
dell’horror il gusto personale sia importantissimo, vi propongo per questa serata
un crossover tra un classico intramontabile del genere e il suo recentissimo
reboot…LA CASA!!!
Parentesi storica per neofiti del genere: La Casa (titolo
originale Evil Dead) di Sam Raimi è un film a basso budget di stampo
horror/splatter del 1981 diventato in seguito un cult del genere, a cui sono
seguiti uno
pseudo-rifacimento/barra/scenario-alternativo/barra/sequel-ma-non-capisco-molto-bene
chiamato La Casa 2 e un sequel: L’armata delle Tenebre. A causa del grande
successo, in seguito si sono aggiunti vari sequel apocrifi senza alcun
senso….vabbé, strategie di marketing a quanto pare. Nel 2013 è stato
distribuito La Casa, un reboot diretto dal regista emergente Fede Alvarez con
la supervisione di Sam Raimi, Bruce Campbell e Robert Talpert (rispettivamente
regista/sceneggiatore, protagonista e produttore dei film originali). Quindi,
ricapitolando: un titolo originale a basso budget, girato durante i weekend in
strutture di fortuna e con un cast di “amici” diventato un cult, e un reboot
diretto da un semi-sconosciuto a cui è stato affidato un compito mica da niente
(visto il successo dell’originale), oltre ad un bel mucchio di quattrini. Un
po’ mi fa pena il povero Alvarez, ma ne parleremo più avanti.
Che dire quindi: i protagonisti, in entrambe le storie,
sono cinque: tre ragazze e due ragazzi. I motivi del viaggio sono però molto
diversi: nel classico del 1981, il gruppo è riuscito ad accaparrarsi uno chalet
per il weekend ad un prezzo stracciato, mentre nel film del 2013 i ragazzi si
dirigono verso la casa in mezzo ai boschi dei fratelli Mia e David per aiutare
la ragazza a disintossicarsi.
In alto i protagonisti della pellicola originale, in basso quelli del reboot |
Le sequenze iniziali del primo film sono leggere e
spensierate mentre quelle del reboot sono cariche di preoccupazioni e tensione.
Mia è infastidita da uno strano odore sgradevole che i compagni associano
all’astinenza, per poi scoprire che la cantina dell’abitazione è stata messa
sottosopra: una colonna è stata bruciata, sul tavolo ci sono un fucilazzo a
pompa e uno strano pacchetto avvolto nel filo spinato…ah, dimenticavo: dal
soffitto pendono decine di gatti morti.
E qui mi viene da storcere il naso. Nel primo film i
ragazzi dopo aver sentito un rumore sospetto scendono in cantina e trovano vari
oggetti strani che portano al piano superiore per curiosità… Mentre, ditemi
voi: se qualcuno avesse forzato la porta della vostra casa di montagna, ci
entrereste per passare un allegro weekend? E soprattutto, se trovaste in
cantina uno strano libro vudù e un sacco di gatti morti, scappereste a gambe
levate? Io si. Decisamente. Ma con la scusa che Mia deve assolutamente
disintossicarsi (in quel luogo e in quella data per qualche strano motivo) gli
idioti si limitano a seppellire i gatti e a portare su fucile e volume
impacchettato.
Come avrete sicuramente capito dalle ultime righe, il
male risiede nel famigerato libro. Dal film del 1981 sappiamo che si tratta del
Necronomicon, il libro sumero dei morti, rilegato in pelle umana e scritto con
sangue umano. Per farla breve, in entrambi i film la pronuncia a voce alta di
una formula scritta nel libro evoca il male che si abbatterà su entrambi i
gruppi.
A sinistra, quell'obbrobrio in stile Paint Your Life del 1981. A destra, il libro dei morti Leatherface style del 2013 |
E adesso sono cazzi. Già perché da questo preciso momento
ha inizio l’azione vera e propria, l’horror serio, quello che vi terrà
incollati alla poltrona. Non vi racconterò che cosa succederà da ora in poi, mi
limiterò a dire la mia sperando di stuzzicare la vostra curiosità.
Adesso sono cattiva, è vero. So che l’intento
di Sam Raimi era quello di creare un horror, non una commedia. Secondo me non
ci è riuscito pienamente e non solo per i limiti tecnologici che hanno reso il
tutto un po’ridicolo. Le scene che dovrebbero fare paura non spaventano
affatto, i posseduti sono poco inquietanti e decisamente fastidiosi a mio
avviso. Con La Casa 2 e L’armata delle Tenebre Raimi aggiusta il tiro ed
enfatizza l’umorismo nero e il grottesco, rendendo i due sequel dei veri esempi
di horror trash. Divertenti, assurdi e improbabili, a differenza del titolo
originale che personalmente mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ripeto però:
queste sono mie opinioni personali.
Una cosa bisogna dare adito a Raimi: i personaggi de La
Casa non sono molto delineati né originali, ma almeno non arrivano agli apici
di idiozia dei protagonisti del reboot. Inoltre, diciamo la verità: Ash è
sempre Ash, l’eroe più figo e idiota dei nostri sogni sanguinolenti anni ’80…ne
La Casa è più timido e meno spavaldo dell’Ash-RepartoFerramenta (come Bond-JamesBond)
dell’Armata delle Tenebre, ma gli vogliamo bene lo stesso.
Viste le premesse, Alvarez fa una cosa a mio avviso
intelligente: resta sullo splatter, mantiene i particolari principali della
storia originale ma ne fa un film diverso: uno di quelli che dovrebbe terrorizzarti
a morte, farti sprofondare nella follia e ridurti a un idiota con la bava alla
bocca. È un film che si prende tremendamente sul serio: un delirio gore di
sangue, vomito e arti mozzati. Davvero apprezzabile l’uso limitato di effetti
speciali digitali in favore di un makeup cupo e
disturbante. Purtroppo però non è abbastanza: basta a non farti più
scoppiare a ridere ma non a spaventarti a morte. E poi diciamo la verità, dopo
Clio siamo diventati tutti più bravi.
Clio sei grande <3 |
Non ci viene risparmiato nessun dettaglio, goccia di
sangue, mutilazione, taglio, pugnalata e tutto il resto. Il realismo del
coltello che incide la carne, dell’arto mozzato o delle membra martoriate ha un
livello di realismo difficilmente sostenibile, anche per chi, come la sottoscritta,
di splatter ne ha visti parecchi (anche se forse non abbastanza). Tutto questo
sangue che sgorga a fiotti e piove dal cielo (no, non scherzo) accontenterà di
certo gli splatter maniaci come me e porterà tutti i vostri amici a vomitare i
popcorn. Vi ho avvisati.
Però, come nel caso del makeup, non basta: alla fine il
tutto si riduce ad una autocelebrazione dei virtuosismi chirurgici del tecnico
di turno che nauseano e disgustano, ma non spaventano.
(Qui il link
alla mia recensione, se non l’avete già letta, vergognatevi e rimediate subito! --> http://kollettivoferramenta555.blogspot.it/2013/07/quella-casa-nel-bosco-quando-lhorror-va.html#more )
Inutile quindi che mi vengano a dire che la mancanza di
spessore dei personaggi sia voluta in quanto l’unica cosa che conta è quanto
sangue hanno in corpo. NO! BASTA!!! Come posso essere in ansia per il
protagonista o preoccupata per la vittima di turno, se ho passato tutto il film
a sperare nella loro morte lenta e dolorosa a causa della loro stupidità
imbarazzante?
Volete un esempio chiaro? Bene, quell’idiota di David, intento
a medicare il povero Eric (l’unico personaggio di cui ci importa qualcosa),
manda quella inutile idiota della sua ragazza DA SOLA, in casa a
prendere…dell’acqua e zucchero.
Dell’acqua e zucchero??? Ma cosa hai nel cervello,
segatura??? Si. Questa è l’unica spiegazione, non posso pensare altrimenti…già
che ci sei, visto quanto è utile l’acqua e zucchero nei casi di pugnalate
multiple, prendi il fucile e sparagli in testa così almeno smette di soffrire. Dove eravamo rimasti? Ah si, Natalie la mentecatta è
andata in casa a prendere quella benedetta acqua e zucchero, da sola, finendo
ovviamente molto male.
Secondo voi degli idioti del genere meritano di morire?
Per quel che mi riguarda si.
-FINE SPOLER-
Beh, perdonate che io sia rimasta delusa. Soprattutto
perché la grande cura è stata messa nella realizzazione e nell’ambientazione
non viene sostenuta né da un personaggio
principale altrettanto carismatico come Ash ne La Casa originale, né da
dialoghi intelligenti o con un minimo di spessore realistico. Come se non
bastasse il castello di carte crolla a causa di un episodio di sentimentalismo
becero con tanto di musichetta strappalacrime e da una chiave di lettura di
fondo inutilmente moralistica –SPOILER- il percorso di Mia per liberarsi dalla
droga passando per la possessione, il sacrificio e la lotta con il demone –SPOILER-.
Vendete le cose per quello che sono: La Casa non è
l’horror più spaventoso degli ultimi millemila anni, è uno splatterone. Punto e
basta.
Se non vi fidate dell’opinione degli appassionati, vi
invio alle numerose recensioni un po’più professionali su Splatter Container
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