martedì 29 ottobre 2013

Halloween special: La Casa vs La Casa!!!




Questa volta non mi sono risparmiata: avevo in mente questa recensione dal primo momento in cui mi sono unita al Kollettivo, ma il momento giusto non era ancora arrivato. Fino ad ora. La festa per eccellenza degli horror maniaci: Halloween!
E credetemi, non è una festa come le altre. Per una notte all’anno possiamo strapparci la nostra faccia da normali e imbracciare la pala per giocare allegramente a sveglia il morto, proprio come  facevano gli Addams.
Beh, forse i miei consigli per la serata perfetta potrebbero essere un po’ troppo per voi…disseppellire cadaveri non è per tutti: è leggermente illegale e decisamente poco igienico. Ma d’altronde fino a poco tempo fa ci si doveva arrangiare con quel che si aveva.
Per fortuna ai giorni nostri ci sono i lettori dvd: possiamo passare una bella serata horror in compagnia dei nostri amici “normali” senza spendere una fortuna in attrezzi da “giardinaggio” di vario genere e lasciando la nostra fedina penale intonsa. Ma come una volta si restava ore di fronte alle lapidi a decidere quale bara scoperchiare, ci potremmo ritrovare ore seduti sul divano paralizzati dall’indecisione: maratona zombie? Ma allora restiamo sui classici romeriani o ci diamo all’esplorazione della new wave? Maratona SAW? Tutti e sette…ma siamo sicuri? Gore? Trash? Grandi classici? Ghost movies? Giapponesi o coreani? B-movies o Z-movies?

La scelta è davvero immensa e sebbene nel mondo dell’horror il gusto personale sia importantissimo, vi propongo per questa serata un crossover tra un classico intramontabile del genere e il suo recentissimo reboot…LA CASA!!!
 
Parentesi storica per neofiti del genere: La Casa (titolo originale Evil Dead) di Sam Raimi è un film a basso budget di stampo horror/splatter del 1981 diventato in seguito un cult del genere, a cui sono seguiti uno pseudo-rifacimento/barra/scenario-alternativo/barra/sequel-ma-non-capisco-molto-bene chiamato La Casa 2 e un sequel: L’armata delle Tenebre. A causa del grande successo, in seguito si sono aggiunti vari sequel apocrifi senza alcun senso….vabbé, strategie di marketing a quanto pare. Nel 2013 è stato distribuito La Casa, un reboot diretto dal regista emergente Fede Alvarez con la supervisione di Sam Raimi, Bruce Campbell e Robert Talpert (rispettivamente regista/sceneggiatore, protagonista e produttore dei film originali). Quindi, ricapitolando: un titolo originale a basso budget, girato durante i weekend in strutture di fortuna e con un cast di “amici” diventato un cult, e un reboot diretto da un semi-sconosciuto a cui è stato affidato un compito mica da niente (visto il successo dell’originale), oltre ad un bel mucchio di quattrini. Un po’ mi fa pena il povero Alvarez, ma ne parleremo più avanti.

Che dire quindi: i protagonisti, in entrambe le storie, sono cinque: tre ragazze e due ragazzi. I motivi del viaggio sono però molto diversi: nel classico del 1981, il gruppo è riuscito ad accaparrarsi uno chalet per il weekend ad un prezzo stracciato, mentre nel film del 2013 i ragazzi si dirigono verso la casa in mezzo ai boschi dei fratelli Mia e David per aiutare la ragazza a disintossicarsi. 

 
In alto i protagonisti della pellicola originale, in basso quelli del reboot 

























Le sequenze iniziali del primo film sono leggere e spensierate mentre quelle del reboot sono cariche di preoccupazioni e tensione. Mia è infastidita da uno strano odore sgradevole che i compagni associano all’astinenza, per poi scoprire che la cantina dell’abitazione è stata messa sottosopra: una colonna è stata bruciata, sul tavolo ci sono un fucilazzo a pompa e uno strano pacchetto avvolto nel filo spinato…ah, dimenticavo: dal soffitto pendono decine di gatti morti.
E qui mi viene da storcere il naso. Nel primo film i ragazzi dopo aver sentito un rumore sospetto scendono in cantina e trovano vari oggetti strani che portano al piano superiore per curiosità… Mentre, ditemi voi: se qualcuno avesse forzato la porta della vostra casa di montagna, ci entrereste per passare un allegro weekend? E soprattutto, se trovaste in cantina uno strano libro vudù e un sacco di gatti morti, scappereste a gambe levate? Io si. Decisamente. Ma con la scusa che Mia deve assolutamente disintossicarsi (in quel luogo e in quella data per qualche strano motivo) gli idioti si limitano a seppellire i gatti e a portare su fucile e volume impacchettato.



Come avrete sicuramente capito dalle ultime righe, il male risiede nel famigerato libro. Dal film del 1981 sappiamo che si tratta del Necronomicon, il libro sumero dei morti, rilegato in pelle umana e scritto con sangue umano. Per farla breve, in entrambi i film la pronuncia a voce alta di una formula scritta nel libro evoca il male che si abbatterà su entrambi i gruppi.


A sinistra, quell'obbrobrio in stile Paint Your Life del 1981. A destra, il libro dei morti Leatherface style del 2013
E adesso sono cazzi. Già perché da questo preciso momento ha inizio l’azione vera e propria, l’horror serio, quello che vi terrà incollati alla poltrona. Non vi racconterò che cosa succederà da ora in poi, mi limiterò a dire la mia sperando di stuzzicare la vostra curiosità.

Entrambe le pellicole sviluppano uno stile splatter molto spiccato con due modalità però completamente diverse. Non è solo questione dell’evoluzione delle tecnologie cinematografiche. Il primo film è stato condizionato da una scarsissima disponibilità economica: possiamo quindi fare i buoni e perdonargli fotografia poco efficace ed effetti casalinghi e goderci la storia in santa pace, sempre che vi piaccia, ovviamente. A me non fa impazzire, soprattutto quando cerco di guardarlo nell’ottica in cui lo vedono molti appassionati: varie recensioni sul film originale parlano di forte sensazione di inquietudine, ansia e terrore primordiale…personalmente credo che se fosse stato prodotto dalla Disney avrebbe fatto più paura.  
Adesso sono cattiva, è vero. So che l’intento di Sam Raimi era quello di creare un horror, non una commedia. Secondo me non ci è riuscito pienamente e non solo per i limiti tecnologici che hanno reso il tutto un po’ridicolo. Le scene che dovrebbero fare paura non spaventano affatto, i posseduti sono poco inquietanti e decisamente fastidiosi a mio avviso. Con La Casa 2 e L’armata delle Tenebre Raimi aggiusta il tiro ed enfatizza l’umorismo nero e il grottesco, rendendo i due sequel dei veri esempi di horror trash. Divertenti, assurdi e improbabili, a differenza del titolo originale che personalmente mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ripeto però: queste sono mie opinioni personali. 
Una cosa bisogna dare adito a Raimi: i personaggi de La Casa non sono molto delineati né originali, ma almeno non arrivano agli apici di idiozia dei protagonisti del reboot. Inoltre, diciamo la verità: Ash è sempre Ash, l’eroe più figo e idiota dei nostri sogni sanguinolenti anni ’80…ne La Casa è più timido e meno spavaldo dell’Ash-RepartoFerramenta (come Bond-JamesBond) dell’Armata delle Tenebre, ma gli vogliamo bene lo stesso.


Viste le premesse, Alvarez fa una cosa a mio avviso intelligente: resta sullo splatter, mantiene i particolari principali della storia originale ma ne fa un film diverso: uno di quelli che dovrebbe terrorizzarti a morte, farti sprofondare nella follia e ridurti a un idiota con la bava alla bocca. È un film che si prende tremendamente sul serio: un delirio gore di sangue, vomito e arti mozzati. Davvero apprezzabile l’uso limitato di effetti speciali digitali in favore di un makeup cupo e  disturbante. Purtroppo però non è abbastanza: basta a non farti più scoppiare a ridere ma non a spaventarti a morte. E poi diciamo la verità, dopo Clio siamo diventati tutti più bravi.


Clio sei grande <3
Non ci viene risparmiato nessun dettaglio, goccia di sangue, mutilazione, taglio, pugnalata e tutto il resto. Il realismo del coltello che incide la carne, dell’arto mozzato o delle membra martoriate ha un livello di realismo difficilmente sostenibile, anche per chi, come la sottoscritta, di splatter ne ha visti parecchi (anche se forse non abbastanza). Tutto questo sangue che sgorga a fiotti e piove dal cielo (no, non scherzo) accontenterà di certo gli splatter maniaci come me e porterà tutti i vostri amici a vomitare i popcorn. Vi ho avvisati. 
Però, come nel caso del makeup, non basta: alla fine il tutto si riduce ad una autocelebrazione dei virtuosismi chirurgici del tecnico di turno che nauseano e disgustano, ma non spaventano.

Vi chiederete perché ce l’ho così tanto con questo film…sono davvero così esigente e petulante? Purtroppo per me, si. Perché per quanto la fotografia sia fantastica, gli effetti makeup siano curati nel minimo dettaglio e le citazioni alla saga originale siano azzeccate, questo film cade miseramente nei classici, stupidi e grossolani errori di scrittura dei film horror. Questo già è fastidioso in un b-movie, irritante in un film di alto budget…imperdonabile dopo la lezione di Quella Casa nel Bosco.
(Qui il link alla mia recensione, se non l’avete già letta, vergognatevi e rimediate subito! --> http://kollettivoferramenta555.blogspot.it/2013/07/quella-casa-nel-bosco-quando-lhorror-va.html#more )  
Inutile quindi che mi vengano a dire che la mancanza di spessore dei personaggi sia voluta in quanto l’unica cosa che conta è quanto sangue hanno in corpo. NO! BASTA!!! Come posso essere in ansia per il protagonista o preoccupata per la vittima di turno, se ho passato tutto il film a sperare nella loro morte lenta e dolorosa a causa della loro stupidità imbarazzante?

-SPOILER-
Volete un esempio chiaro? Bene, quell’idiota di David, intento a medicare il povero Eric (l’unico personaggio di cui ci importa qualcosa), manda quella inutile idiota della sua ragazza DA SOLA, in casa a prendere…dell’acqua e zucchero. 
Dell’acqua e zucchero??? Ma cosa hai nel cervello, segatura??? Si. Questa è l’unica spiegazione, non posso pensare altrimenti…già che ci sei, visto quanto è utile l’acqua e zucchero nei casi di pugnalate multiple, prendi il fucile e sparagli in testa così almeno smette di soffrire. Dove eravamo rimasti? Ah si, Natalie la mentecatta è andata in casa a prendere quella benedetta acqua e zucchero, da sola, finendo ovviamente molto male. 
Secondo voi degli idioti del genere meritano di morire? Per quel che mi riguarda si.  
-FINE SPOLER-

E questo è niente…dai insomma, è chiaro fin da subito che hai a che fare con un’entità demoniaca, cosa ti metti a ipotizzare che sia colpa di uno strano virus trasmesso dai gatti morti, quando chi per primo mostra i segni di possessione nemmeno aveva messo piede in cantina? E poi la perla di saggezza: “Ma non pensi che possa avere soltanto bisogno di un dottore???!!”…certo, ha mangiato pesante.

Investi 17 milioni di dollari in makeup, protesi futuristiche, 70.000 galloni di sangue…e mi fai ancora questi errori da film di serie z? Davvero mi vuoi propinare uno pseudo-protagonista espressivo quanto una teiera, un’infermiera petulante e una bionda stupida, ignorante e inutile? Si salvano a mio avviso una impressionante e credibile Mia in crisi (in tutti i sensi) ed Eric, l’eroe incompreso del film. L’unico con un briciolo di cervello in testa che si prenderà, in ordine –SPOILER-: una caduta di schiena già fatale per chiunque di noi, un frammento di specchio nel torace, una siringa in un occhio, seimila chiodi in vari punti del corpo, una ventina di mazzate  con un piede di porco e una pugnalata allo stomaco. –FINE SPOILER-

E qui torniamo al povero Alvarez. Mi fa pena questo ragazzo, gli è stato affidato un compito davvero titanico. Questo film ha avuto gli occhi puntati addosso da subito, gli appassionati di genere già si accapigliavano sul diritto o meno di riprendere in mano la storia e siamo stati bombardati da pubblicità martellanti (quasi quanto quelle di Paranormal Activity) che lo osannavano come il film più spaventoso della storia del cinema…
Beh, perdonate che io sia rimasta delusa. Soprattutto perché la grande cura è stata messa nella realizzazione e nell’ambientazione non  viene sostenuta né da un personaggio principale altrettanto carismatico come Ash ne La Casa originale, né da dialoghi intelligenti o con un minimo di spessore realistico. Come se non bastasse il castello di carte crolla a causa di un episodio di sentimentalismo becero con tanto di musichetta strappalacrime e da una chiave di lettura di fondo inutilmente moralistica –SPOILER- il percorso di Mia per liberarsi dalla droga passando per la possessione, il sacrificio e la lotta con il demone  –SPOILER-. 
Vendete le cose per quello che sono: La Casa non è l’horror più spaventoso degli ultimi millemila anni, è uno splatterone. Punto e basta.

E qui io ho chiuso per quanto avrei molto da scrivere di certi paradossi logico-spazio-temporali, ma vorrebbe dire fare ancora più spoiler. Piuttosto, mi piacerebbe sapere la vostra opinione a riguardo.

Se non condividete la mia opinione o semplicemente volete sentire un’altra campana, vi invio alla recensione de La Casa di Stroncando l’Orrore: un articolo entusiasta, credo l’unico in mezzo ad una marea di stroncature molto divertenti di film dei peggiori che si siano mai visti. Continua così!!

Se vi interessa il reboot,  vi invio a Il buio in sala e le aspettative di uno che con La Casa ci è cresciuto
Se non vi fidate dell’opinione degli appassionati, vi invio alle numerose recensioni un po’più professionali su Splatter Container 

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