sabato 26 ottobre 2013

Europa Centrale Post Nucleare


Componimenti ferroviari
in movimenti

Primo (ferroviario partente):
"Ruggine"
"Piova"
"Corvi"

Secondo (ferroviario andante):
"Canzone di Maggio"
"Del tempo nobile e non"
"Niente posta è buona posta"

Terzo (ferroviario arrivante):
"Altare"
"Occhio nudo"
"Funerea"

Quarto (metereologico camminante):
"Le nuvole s'addensano" 
"Soleggiato uggioso sudario"
"Drunkelheit (Oscura Ebbrezza)"


Primo movimento ferroviario

Ruggine

Le spighe indomate
si muovono al ritmo
d'un vento ultraterreno.
Solitarie, remote, invitte.

L'edera si arrampica
sulle macerie vittoriosa
e porta un po' di verde
in un mondo sferzato di grigi.

Quel che non è pietra è ruggine.

Antiche glorie di vetro e acciaio
sono rifugio ai passeri,
patria ai topi,
regni ed imperi d'insetti.

Un tempo ci si scannava
per tutto questo.
"Per 40 metri di terra
coperti dal mare."

Ora è finito.
I sogni non più rinchiusi
nei crani vagano nei campi e
tingono i cieli di fiori e fuoco.

Montato sul relitto
d'una bestia rugginosa
osservo le tempeste abbattersi
più gentili, ora che il pubblico manca.

Vi spedirei volentieri
una cartolina,
se servisse a farvi amare.
E se esistesse un servizio postale.

Piova

Cammino sull'umido suolo
senza scarpe.
La terra è tenera e pacifica
 il cielo
è tetro e carico di promesse.
Ancora pioggia.

Pioggia che non calma la sete
è versata
dai cieli mentre il mio viaggio
sta iniziando.
Fresca brezza e alberi in
fiore attorno.

Nessuno più starnutisce. Niente
più nasi
Niente più "Salute!" ad accoglier
la primavera.
La fioritura pare come un
miracolo sprecato.

Ora siamo andati
via noi
e la terra in pace
beve pioggia
ed erutta alberi e fiori.
Nessuno danza più
pregando la pioggia.

Corvi

Il vento sferza
lo stanco campanile.
Tuttavia resiste.

Nessuno più gli bada,
le campane a morto
rispondono ad antichi
ricordi elettronici.

Il suono più disteso
e greve s'espande
a beneficio di
insetti, corvi.

Poco distante, erta,
sta una fabbrica.
Spirituale, temporale.

L'inferno di macchine,
la quiete degli affreschi
stridono nella quiete
pomeridiana abbandonata.

I corvi, torme di
splendori dotati d'ali
s'avvicinano curiosi,
senza timori.

Sbiadito dalla confidenza
dei fratelli alati,
crollo sognando.

Chi ora teme più
il fratello uomo
che tace i
tamburi guerrieri?

Secondo movimento ferroviario

Canzone di maggio

I giorni scorrono
  come acqua sulle
scintillanti pietre nei ruscelli
della mia infanzia.

Possente, come fiume
vittorioso sull'argine,
il desiderio che provo
per tali altezze.

Mi chiamano, come
tremende sirene,
promettono quiete
e silenzio.

E guardando nei tuoi
chiari occhi
i vedo il blu del più alto
cielo, nel mio primo giorno.

Questi ricordi saranno
un mio fardello
e mio omaggio
alla tua inconquistabile altezza.

Questa è la mia
canzone di maggio,
nuvolosa, pesante
e indicibile.

Del tempo nobile e non

Mi sento un poco sgualcito.
Dato che nessuno mi vestì mai
mi sta bene;
questi stracci mi stanno bene.

La mia presa è lasca.
Il tempo rimbalza di goccia in goccia
da roccia a roccia;
esso mi sta bene.

Non c'è nulla
che non cambierei di questo tempo;
lo stesso non faccio nulla.

Montato su di una
bestia sbuffante invisibili storie;
viaggiare mi sta bene.

Finché arrivi il giorno
quando cambierò ancora una volta vita;
questo presente mi sta bene.

Niente posta è buona posta

In boschivi uffici
abbarbicati su
sedie o penzolanti
sulle scrivanie
stanno i ricordi
di quegli stormi
che furtivi, chiassosi
o stanchi
invadevano tali luoghi
in frotte leggendarie
e si mischiavano
il Leonida e l'Efialte
al Brecht che dibatteva
animatamente con
Chiang Kai-Shek
dell'anima dell'aragosta
mentre Aristotele
sfogliava un cronacavera
e lo commentava con
Rosa Luxemburg
e Maria Antonietta.

Lembi d'umanità
ferina
in fila alle poste.

Terzo movimento ferroviario

Altare

L'altare vivente
del tuo pallido corpo
Colmo di pattume
e meraviglie
Diventa caro
al vivente altare
mio
Per ogni dio vivente
splendido in noi
errante
o dimorante in noi
Poiché tu ed io
e tutti
Poiché ogni dio
è dello stesso.

Carne, ossa, sangue
Altari di malattia
e salute
Poiché ogni mosca
più stupisce
che qualsiasi diamante
Poiché ogni vita
è preghiera più possente
di un migliaio di templi
Poiché non c'è dio
aldifuori della vita.

Occhio nudo

Mia madre raccomandava
Di non mirare il sole
Vestii i miei occhi
Per non mirare il sole

Il mio occhio stette nudo
Fin l'Età di sei anni
Tutti i bimbi
Vestivan gli occhi
E li seguii anch'io

Vi è così tanto
Che mai vidi
Ora inginocchiante
Al Disco solare
Comprendo la mia pochezza

Perdere ciò ch'è visibile
Solo da occhio nudo

Funerea

La Bestia
mia immemore compagna
sparse al vento
le proprie polverese
vestigia.

Ne canto ora
le funeree gesta
e la fedeltà a
quest'inquieta reliquia.

Altri cieli vedrò
Altri suoli calcherò
ripensando a quel tempo
in cui cambiar treno
non era perder
un amico.

Quarto movimento camminante

Le nuvole s'addensano

M'appare dinnanzi agli occhi
come un gabbiano
o forse uno stormo
che affronta con incoscienza
la tempesta

Il ricordo d'una nave
che le onde sfidava
in quel giorno di giugno
che ti perdetti
lasca fu la presa
incerta la mano
e mai più ti potrò rincorrer
persa tra i flutti
(della tua casa esiliata)

Le nubi s'addensano

E io sciocco
a queste immagini
m'aggrappo
e spero di toccar 
ancora
riva.

Soleggiato uggioso sudario

Fu una mattina di sole
camminavan giovani ed alti;
Ora s'è alzata la nebbia
e non si vedon
più.

Chi ha il privilegio
d'esser nato
negli orridi
della desolazione
ben conosce
la nebbia.

L'uggioso sudario
che ottunde
i sensi;

che sussurra
al tuo sonno;

che nasconde
merde di cane
e lampioni.

Drunkelheit (Oscura Ebbrezza)

Percepisco la tua vita
scorrere nella mia pelle
piccoli laghi
dietro lacrime.
Sento la tua anima
e mi manca
e già la odio.
Già amo il momento
in cui muori e la mia febbre
scivola via
assieme al tuo riso.
Bruci dentro,
come faceva il sole
e già sono cieco.
E già sono cieco
tu sei una luce
che non posso fissare;
amo il momento
in cui te ne vai.

Nessun commento:

Posta un commento