[Devo dire una cosa brutta. Lo ammetto, è una posizione molto molto personale e tenterò di mandarla in vacca più e più volte nel corso del post. Perciò vi chiedo un po' di pazienza e di attendere la fine del suddetto post per commentare o reagire (tanto probabilmente manco lo farete). Ogni critica o correzione è benaccetta. Questo post è un Work in progress: quando e se riceverò nuovi spunti lo aggiornerò]
Gli antispecisti mi fanno prudere le mani. Loro e i vegani.
Partiamo da una definizione:
"Antispecista è colui che rifiuta la divisione verticistica in specie analoga al razzismo e riconosce quindi un'unità di fondo tra tutte le specie animali presenti sul pianeta"(mi si corregga se ho torto)
Il veganesimo, secondo alcuni siti antispecisti, è un mezzo per raggiungere la piena liberazione umana e animale. Nella pratica si tratta del rifiuto di utilizzare qualsiasi prodotto animale non solo nell'alimentazione ma anche in altri ambiti della vita (vestiti, farmaci, cosmetici ecc).
Tutto questo è lodevole e, come persona che si batte per idee non molto distanti da queste, non dovrebbe darmi fastidio. MA. C'è sempre un ma. Ciò che non condivido è la pratica di queste dottrine e di questi
gruppi. La tendenza alla missionarietà.
Come i cristiani
Perché i vegani e gli antispecisti sono come i cristiani (e non come Cristo, del quale un giorno o l'altro parlerò). Perché come i cristiani?
Perché: a) promettono un mondo migliore, da raggiungersi attraverso l'impegno personale ed il sacrificio (potete dirmi ciò che volete, ma il latte di soia NON è come il latte bovino); b) minacciano spesso e volentieri i propri "avversari" di sofferenze; c) utilizzano in larga parte il senso di colpa per propagandare le loro idee.
La tecnica, per chi non la conoscesse, è quella di colpevolizzare a più riprese il proprio "nemico", cercare di ottenere l'egemonia culturale e farsi passare per vittime nonostante si rifiuti il dialogo (vedi Ipazia, per intenderci). Così con il cristianesimo, così con il veganesimo.
Sono il primo a riconoscere che i rapporti uomo-animale sono viziati da una logica verticistica: la presunzione di essere una razza eletta e così via. Ma davvero questo giustifica la pretesa di abolire la ricerca scientifica? Per non parlare delle opinioni di alcuni gruppi più estremisti che hanno dichiarato che se arrivassero al loro obbiettivo -l'abolizione dell'allevamento- lascerebbero "estinguere le specie d'allevamento in una generazione" (presumibilmente in quanto frutto della manipolazione umana della natura).
Tutto questo ricorda tragicamente la distruzione dei templi dopo la proclamazione del cristianesimo come religione ufficiale dell'Impero. (sigh!)
Capitolo ricerca scientifica.
Uno degli scopi più conosciuti del movimento è quello di abolire la "vivisezione". Termine ormai pigliatutto e confusionario che riunisce sia le pratiche di "dissezione in vivo" sia la "sperimentazione animale", attività che in Europa sottosta a regole molto stringenti e rispetta il più possibile il principio del "benessere animale".
A cosa serve la sperimentazione animale?
Premetto di non essere uno scienziato, né di studiare materie scientifiche. Sono aperto a critiche informate e dispostissimo a correggere il paragrafo che segue.
La sperimentazione animale si fonda sulla pratica di testare i componenti e i farmaci sugli animali per evidenziare eventuali effetti collaterali prima di essere testati su esseri umani e commercializzati. Perché sono necessari gli animali? L'ho chiesto una volta ad un amico specializzando in questioni scientifiche. Mi ha risposto che è necessario questo passaggio perché gli effetti possono essere a lungo termine e per un'osservazione scientifica degna di questo nome è indispensabile disporre di un campione vario dal punto di vista genetico e possibilmente quanto più rappresentativo e generico. Ossia, animali da laboratorio che non abbiano avuto esperienze di vita.
Il corpo, infatti, si modifica a seconda delle esperienze compiute: io, coi miei polmoni incancreniti, sono un soggetto completamente diverso e meno rappresentativo degli svantaggi di un farmaco rispetto a quella bella ragazza laggiù che non ha mai fumato una sigaretta. Col codice genetico che mi ritrovo, chissà cosa potrebbe andare storto!
E questo porta a respingere una proposta che si legge spesso (e io trovo raccapricciante): usiamo i detenuti (o gli spacciatori o i pedofili o gli stupratori, i commenti variano) come cavie.
Fammi capire: tu non vuoi gli animali, ma gli umani vanno bene? Orcocàn! (Tra parentesi, qualcuno l'ha fatto: ha abolito la vivisezione animale e ha usato cavie umane).
Gli umani non vanno quindi bene per due motivi: a) è difficile farli crescere evitando influenze esterne e l'adattamento del corpo a tali stimoli; b) ci vogliono anni e anni per farli crescere! Oltre al fatto che un campione rappresentativo richiederebbe svariati esemplari di essere umano cresciuti in cattività. E dopo averli testati, che ne facciamo?
L'uso degli animali, quindi, è dettato da ragioni di tipo pratico, non etico-morale; la maggior parte degli esperimenti riproducibili in vitro o con tessuti non prelevati viene effettuata già con tali tecniche, senza usare gli animali. Per tutto il resto, purtroppo, sono ancora necessarie delle cavie.
Veganesimo: quale fastidio?
Devo amettere che, mentre gli antispecisti mi danno sui nervi per l'atteggiamento antiscientifico (che ragazzi, scientifico non significa amorale), i vegani mi dan fastidio per il loro atteggiamento da missionari.
Tutta la retorica del "se mangi carne sei un assassino" proprio non mi va giù. Lo capisco, l'allevamento è sbagliato nella sua forma attuale. E' crudele, è stupido ed è inquinante. Ma il problema non sono i consumatori -o perlomeno, non del tutto-, il problema è il sistema economico nel quale ci troviamo a vivere.
E' inutile quindi che mi diate dell'assassino. E' inutile soprattutto che mi diciate come mi devo sentire, comportare e vivere. Perché è una scelta morale e, per quanto riguarda le scelte morali, imporla è la maniera migliore per assicurarsi che fallisca. Piuttosto discutiamone, senza darci degli assassini.
Posso rivolgervi una critica fuori dai denti?
Voi non siete solo come i cristiani. Voi siete come quei film (vedi "Hachiko") che pretendono di dettare attraverso la fotografia, le immagini e la colonna sonora le emozioni agli spettatori: "commuoviti!", "ridi!", "piangi come una fontana!". E invece vengono solo che odiati da chi è dotato di un po' di senso critico.
Mo' basta. Deciderò io se commuovermi o meno per quel c*@%o di cane.
[UPDATE 11/10 Un disclaimer e una nuova critica
Per quanto mi sia stato fatto notare che questa sarebbe una manifestazione d'odio, io non odio vegani e antispecisti. Non mi auguro la loro scomparsa, non mi auguro il loro fallimento e non godo quando vengono caricati. Detto questo, continuo ad odiare alcuni loro metodi. Inoltre è bene far notare che la mia posizione si trova in completo disaccordo solo riguardo il tema della sperimentazione animale di tipo MEDICO. I cosmetici li possono anche non testare sugli animali (e le pelliccie possono ficcarsele su per il...).
La critica nuova che correda l'articolo è la seguente: esattamente come la maggior parte dei gruppi cristiani (specialmente quelli estremisti), la propaganda vegan pur spacciando le proprie idee per razionali ricorre nel 90% dei casi ad immagini ad alto potere emozionale, alle volte neppure correlate all'argomento trattato oppure vecchie e non più facenti riferimento alla realtà. Questo mi dà enormemente fastidio. Lo so, la retorica vince sulla logica, lo diceva Aristotele. Però è inutile allora presentarsi come un movimento libertario se poi i propri mezzi sono gli stessi di una delle religioni più oppressive.
Ultima cosa: tendenzialmente vegani e antispecisti sono anarchici ma non si farebbe scrupoli, in nome degli animali, a imporre la propria dieta al resto dell'umanità, qualora ne avessero l'occasione. EH?]
Barz, sei generalizzante.E secondo me ti senti anche in colpa, perché invece di cercare di limitare il consumo di prodotti che sono la sintesi più ignobile tra i metodi un sistema che odi e di una mentalità dei consumi che ci fa stringere per bene attorno ai nostri presunti bisogni che in realtà non sono tali, ti accanisci su un gruppo di persone che come sai bene è molto variegato. Hai parlato solo dei lati negativi di un modo di vivere che comunque porta meno danni ambientali del tuo, perché conosco vegani che si fanno scrupoli pure su come viaggiare, auto, treno, bici per inquinare il meno possibile. Gente informata e che non ha avuto nessun problema a vedermi mangiare la mia piada con lo stracchino. Spesso partendo dal'essere vegetariani, si inizia a creare un circolo virtuoso di consumi più ponderati. Perché infierisci dunque puntando il dito ammonitore contro la parte "fondamentalista"? Non ti capisco proprio quando fai così. Mi cadi brutalmente perché in realtà stai agendo esattamente come quei vegani che vorrebbero importi la loro idea mettendoti davanti la foto del povero vitello sgozzato. Tu mi hai messo davanti a quelli che -secondo te- sono i lati negativi e non hai badato minimamente al resto, che secondo me vale molto di più di qualsiasi settorialismo dogmatico di sorta.
RispondiEliminaComunque, senza astio. Solo un pochino di tristezza, che oggi piove anche.
Ciao Belo,
Eliminasono contento di aver ricevuto il tuo commento perché è proprio il tipo di dibattito che speravo di generare.
Cominciamo subito con una precisazione: sì, sono stato generalizzante e lo sono stato volutamente. Perché? Perché questo post è pensato per parlare male degli aspetti negativi di un tipo di pensiero in realtà (a mio parere) positivo. Quello contro cui punto il dito non è l'antispecismo - se rileggi non ho criticato l'idea di base - ma i metodi con cui viene promosso che a me risultano intollerabili.
Infierisco puntando il mio dito ammonitore perché da ateo e in fondo in fondo libertario odio profondamente i blocchi ideologici monolitici che pretendono di imporre delle visioni e che priverebbero la gente della capacità di scelta. Può sembrare un'inversione a U rispetto a tante mie affermazioni, ma non è così. Odio le dottrine. Ritengo che una partita così importante come è la modifica di un atteggiamento generalizzato e la lotta contro un sistema orripilante debba essere giocata con mezzi migliori rispetto a quelli che sopra ho evidenziato.
Non ho badato minimamente al resto per due motivi:
A - non si vede! Il movimento (attraverso grandi organizzazioni come la PETA e co.) si comporta come scritto sopra e sono d'accordo al 100% (tranne sulla sperimentazione, ovviamente) con la maggior parte delle persone che hanno compiuto una simile scelta. Diavolo, sono d'accordo anche con te. Non ho dibattuto dottrine o modi di vita, solo tecniche e metodologie che a me risultano intollerabili;
B - non avevo lo spazio. Suona stupido, ma già arrivare in fondo al post è una fatica immane. Non potevo scrivere 5000 parole sull'argomento.
"Per quanto mi sia stato fatto notare che questa sarebbe una manifestazione d'odio, io non odio vegani e antispecisti. Non mi auguro la loro scomparsa, non mi auguro il loro fallimento e non godo quando vengono caricati. Detto questo, continuo ad odiare alcuni loro metodi" (cit.)
Rispondimi se e quando hai tempo, mi farebbe molto piacere.
Senza astio e senza tristezza (visto che volevo avviare un dibattito e forse ce l'ho quasi fatta)
Non so se riuscirò a scrivere tutto quello che vorrei, ma ci provo. Devo fare tre commenti diversi. Lo so: sono una rompicoglioni!
RispondiEliminaDa vegetariana, prossima a diventare vegana, sono d'accordo con te riguardo alcuni punti ma, secondo me, riguardo altri hai fatto proprio dei buchi nell'acqua.
Io stessa non amo coloro che vogliono fare i moralizzatori, ma li capisco: in un mondo in cui la gente non ha neanche un briciolo di coscienza per aprire gli occhi e analizzare con spirito critico ciò che succede intorno al loro stupidissimo e finto microcosmo, ti assicuro che con la maggior parte delle persone c'è bisogno di prendere una posizione estrema per comunicare con loro e farle ragionare su cose che non credevano potessero esistere e spesso lo "shock" visivo è l'unico modo per entrare in contatto con alcuni soggetti (dato che nel tuo post parlavi di immagini di animali sgozzatti e così via). Bisogna scuotere le coscienze con la stessa forza con cui il sistema vorrebbe tapparci la bocca, ma non tanto per CONVINCERLI quanto per renderli COSCIENTI, se poi continueranno con le loro scelte, nessuno può farci niente, a me non interessa che tutti agiscano e la pensino come me, a me basta solo che le loro scelte siano consapevoli e non pilotate in maniera subdola da chi ti farebbe credere che il maialino stava nel prato ed era tanto felice ed era persino felice di finire nel piatto di un essere umano! (Piccola parentesi: quante volte vedi in giro pubblicità dove ti viene detto che il latte fa bene alla salute e non c'è nulla di più sano e naturale per l'uomo del latte della FAMOSISSIMA Lola? I vegani sarebbero pertanto estremisti secondo molti, poiché si privano di alimenti del tutto naturali. Allora costoro dovrebbero dirmi cosa c'è di naturale nel bere latte di bovino, quindi assolutamente non destinato a noi in quanto esseri umani e che per di più dovrebbe essere destinato ad un cucciolo e non ad un adulto. Ci sarà un motivo per cui, dopo una certa età, non beviamo più il latte materno?) Continuo ad incontrare persone che credono davvero che gli allevamenti intensivi non esistano, che gli animali stiano bene e siano stato creati appositamente per essere mangiati, perché noi siamo superiori e cazzate su cazzate su cazzate.
Io non sono vegetariana perché mi ritengo migliore o più sensibile, io sono vegetariana perché è il mio modo per dire: "FUCK THE SYSTEM", per limitare il danno ambientale che la mia esistenza, come quella di ogni essere umano, crea, per boicottare una catena di sfruttamento che, da un punto di vista etico, non puoi non connettere allo sfruttamento degli esseri umani, perché il principio che mi guida non è poi diverso da quello che ti porta a definirti "compagno". Dove sta la differenza nello sfruttare un essere umano o un animale? Un operaio sottopagato, che lavora come un mulo per poi non riuscire neanche ad arrivare a fine mese, che lavora per riempire la pancia di chi è sopra di lui, subisce forse uno sfruttamento diverso rispetto al maiale, al pollo e al coniglio? La differenza e la giustificazione per molti sta nel fatto che apparteniamo a due specie diverse e pertanto non viene considerato sullo stesso piano e questa convinzione tiene a bada molte coscienze, comprese quelle di molti di coloro che si definiscono "compagni" e poi escono e si comprano la Coca Cola, perché "nessun'altra bevanda di un'altra marca avrà mai lo stesso gusto". Per me non esiste grossa differenza, perché parto dal presupposto che, dal momento in cui un essere può provare sofferenza e paura, allora io ho il dovere morale di limitare tutto ciò, perché è in mio potere farlo. Pertanto quando le persone si riempiono la bocca, citando le teorie evoluzionistiche di Darwin e la famosissima catena alimentare (è bello essere al vertice della catena alimentare, quando la nostra caccia ha luogo al supermercato, dove tutto è bello pronto e inscatolato), secondo la quale l'uomo sarebbe al vertice di tutto il creato, a me viene solo da ridere.
Se proprio vogliamo partire dal presupposto che siamo in un certo senso "superiori" non tanto per una maggiore intelligenza quanto perché abbiamo una coscienza e una morale che ci fa percepire cos'è giusto e cos'è sbagliato - tanto per ricollegarmi a tutti gli onnivori che sostengono che è giusto mangiare carne, perché come lo fa il leone, che non si fa scrupoli di coscienza, allora possiamo farlo anche noi, senza considerare il fatto che noi non reagiamo soltanto in base a istinti primitivi - allora il nostro dovere morale è non approfittarsi di tale superiorità, sempre ammesso che esista, sia chiaro; sfruttare chi è più svantaggiato o debole di noi e non può ribellarsi né difendersi è da vigliacchi, non da esseri umani. Ma ecco il punto per me più importante: il principio del creare il minor danno e la minor sofferenza, io cerco di applicarlo a tutto ciò che mi circonda, il che significa anche agli esseri umani, altrimenti cosa vai a dire in giro che bisogna sviluppare empatia, se poi preferiresti venisse ucciso un bambino anziché l'agnellino a Pasqua? Io non trovo questa posizione giusta, ma non trovo giusto neanche l'altro estremo ovvero l'antropocentrismo, al quale aderiscono ovviamente anche i Cristiani, che odio in egual misura. Questo non vuol dire che essere veg significhi essere perfetto ed etico in tutto e per tutto, perché il sistema in cui viviamo si basa necessariamente sul "produci, consuma, crepa", quindi un minimo danno all'ambiente o ad altri esseri viventi lo crei comunque, ma perché non provare a minimizzarlo, se si può? O tentiamo di sottrarci al modo di vivere, al quale siamo assuefatti, sebbene tale tentativo temo sarebbe destinato a fallire, proprio perché l'unico modo sarebbe trasferirsi sul cucuzzolo di una montagna e prodursi da soli tutto ciò di cui abbiamo bisogno, oppure cerchiamo di minimizzare il danno che la nostra esistenza può arrecare a ciò che ci circonda, ripeto, esseri umani compresi.
RispondiEliminaIo sono anche attivista - non mi piace chi "predica bene e razzola male" - e cerco pertanto di mettere in pratica quello in cui credo e, se ti guardi intorno, questo è decisamente un ottimo modo per cercare di opporsi ai processi di produzione assolutamente malati del sistema in cui viviamo. Se davvero credi che l'antispecismo non sia sbagliato, se davvero sei contrario soltanto ai metodi e non alle idee di base, perché non inizi anche tu a dare idee innovative? Perché come dicono molti "la carne è troppo buona, non potrei mai vivere senza"?, per me lo puoi dire, ma ti faccio notare che questa affermazione così come "il latte di soia NON è come quello bovino" non fa che sottolineare il tuo aderire, seppure in minima parte e nonostante tu dica di opporti a tale schifo, "a una mentalità dei consumi che ci fa stringere per bene attorno ai nostri presunti bisogni che in realtà non sono tali", la stessa mentalità che ci suggerisce di "goderci la vita a pieno" e che pertanto rinunciare alla carne o al pesce o al cibo "buono" - e anche sulla bontà dovrei aprire una gran parentesi ma non mi pare il caso - costituisce una rinuncia stupida, perché è una privazione troppo grande.
Dimmi, conta più ascoltare il palato o ascoltare la coscienza?
E soprattutto: meglio un vegano che fa il moralista e che inevitabilmente sta sul cazzo, ma che a modo suo cerca di opporsi al sistema, oppure meglio uno come te, che per non "indottrinarsi", finisce volente o nolente per essere una delle tante gocce d'olio che vanno ad ungere i meccanismi del nostro folle e brutale sistema?
Grazie per l'input, vorrei davvero risponderti a tono ma ora come ora non ce la faccio. Ho una mezza intenzione di risponderti nel prossimo update del post.
EliminaUnica piccola precisazione: il discorso sul latte bovino NON è un discorso di qualità o di eticità o di giustezza alimentare; è un banalissimo esempio per dire che il veganesimo è uno stile di vita che comporta sacrifici. Non era mia intenzione aderire alla società di consumi; dico che per la maggior parte della gente è un sacrificio abbandonare certi stili di vita (oggettivamente è vero). Tutto qui :)
-Ugo
Ultimo dubbio: perché ti danno così fastidio i vegetariani o vegani moralisti? Sarà forse perché toccano un tuo punto dolente? Riflettici, perché quando una cosa esterna a noi ci dà molto fastidio, in genere è perché è anche in noi, chissà dove e chissà perché, essa trova terreno fertile, una connessione che ci porta a pensare che tali accuse siano rivolte personalmente a noi o alla categoria - in questo caso i vegani la definirebbero la categoria degli "assassini" - nella quale, seppur non volendo e sapendo che non è giusto, ci riconosciamo. Non pensi che, in parte, tale fastidio sia dovuto a una tua ipotetica "coda di paglia"?
RispondiEliminaAvrei ancora molto da dire e da scrivere ma è già stato faticoso scrivere quel che ho già scritto e mi sembra già un bel papiro da sviscerare, quindi diciamo che rimando al prossimo round i concetti che ancora vorrei chiarire fra cui la sperimentazione animale, ad esempio.
Vorrei chiarire che io rispetto coloro che si sono informati e che, prendendosi le palle in mano, continuano nonostante tutto a mangiare carne. Non rispetto coloro che non vogliono vedere e saperne niente, perché altrimenti - a detta loro - correrebbero il rischio di non mangiare più carne e coloro che non riuscirebbero a cibarsi di animali uccisi con le loro stesse mani, senza intermediari che fanno il "lavoro sporco" al posto nostro e ci danno la magnifica possibilità di non sentirci parte di quello strazio, perché "tanto mica li uccidiamo noi", no, è vero, non li uccidiamo fisicamente ma dal momento in cui li finanziamo è come se fossimo noi stessi ad uccidere l'animale, noi.
Concludo, dicendoti che io non ritengo di essere su questo pianeta per chissà quale progetto divino - così come non ritengo di esistere per godermi la vita a pieno - perché sai che sono atea. Non trovo che il mio principio guida sia sbagliato, io trovo che, se applicato nel modo giusto e a tutti, possa dare i suoi frutti, possa seriamente sviluppare l'empatia di cui abbiamo bisogno e sottolineo il fatto che non mi sento una missionaria come dici tu.
Sai che non voglio offendere o giudicare ma solo discutere civilmente, lo ribadisco anche se lo sai e non credo che ce ne sia bisogno.
Un saluto senza astio, senza tristezza e senza moralismo ;)
M.
Forse ho la coda di paglia. O forse no, non sono così introspettivo :P
EliminaSono d'accordo con te su un punto: la provocazione è necessaria. Va gestita, però e non può divenire l'unica strategia.
Francamente sono stufo di sentirmi rivolgere sempre le stesse critiche e sentire sempre gli stessi discorsi a base di pietismo (poveri animali) e via discorrendo; che siano idee profondamente antisistema lo colgo, ma i mezzi fanno il gioco del sistema perché danno l'impressione che chi è d'accordo sia un fanatico, un pericoloso pazzo che assalta i centri di ricerca e vuole più bene al topo che all'uomo. E sappiamo che è un'immagine sbagliata al 90%.
Per questo critico i mezzi e ritengo che sia una battaglia da combattere con più equilibrio.