[...] del chiostro torpido
oltre i cancelli
riveli i fulgidi
cieli novelli. [...]
oltre i cancelli
riveli i fulgidi
cieli novelli. [...]
Una lieve nebbiolina si addensa sulla campagna veneta velando i cantieri in lontanaza.
Il castello di Romeo sembra un gigante addormentato, là sul cucuzzolo.
Rumori di clacson, giubbotti catarinfrangenti. Giovani con volantini.
Una piccola folla si addensa al parcheggio del casello della A4 di Montecchio Maggiore (VI) e ogni tanto grida "suona!" ai camionisti che spostano i loro TIR a passo d'uomo. Questi rispondono con sonori squilli e salutano con la mano. Non sono per niente irritati, anzi appoggiano i manifestanti.
Anche perché il casello non è bloccato. Non vi passano macchine ma non è bloccato. Le istituzioni hanno chiuso l'autostrada a monte per dare meno visibilità ai manifestati. Non importa, ci sono ancora molte macchine a cui distribuire volantini.
Fa freddo, un freddo che ti fa stringere nelle spalle. Ma quelle persone che sollevano lo striscione "Basta suicidi per la crisi" non hanno tanto freddo, sono serene.
Una ragazza gira con un termos di thè caldo e dei bicchieri di plastica. Lo offre ai manifestanti, ai camionisti di passaggio, ai carabinieri e ai poliziotti. Sono pochi questi, osservano la situazione, sorseggiano il thè.
Un ragazzo ha un pezzo di pane in una mano e dei volantini nell'altra. Gli automobilisti abbassano volentieri il finestrino per ricevere il foglietto.
L'organizzazione è lodevole. Al Presedio ci sono panini e bavande. Ci si scalda attorno a dei bidoni con legna da ardere. È il luogo dove la gente discute e dibatte.
"Altro che fiducia! Oggi li mandiamo a casa!!"
"Ma prima di mandarli a casa bisogna che paghino per tutto quello che hanno rubato".
Da un microfono si leva una voce che spiega ai manifestanti perché il casello è semideserto. Poi si rivolge alle forze dell'ordine: "Noi vi rispettiamo, rispettiamo la divisa".
Dopo mezz'ora, quello che pare essere una guida, raduna attorno a se i manifestanti e spiega che per ovviare alla mancanza di visibilità bisogna bloccare i tre sbocchi della rotatoria davanti al casello tenendo sempre a mente che non hanno il permesso di ostruire la strada ma solo quello di rallentare il traffico. "Non vogliamo denunce".
Alla mattina del terzo giorno la partecipazione non è numerosa ma rimane agguerrità.
Un ragazzo indiano, gli occhi profondi tra la barba folta e il turbante, sventola una bandiera italiana.
Non si vedono altre bandiere.
Non vi sono altri colori.
Non vi sono forconi.
Parte l'Inno di Mameli. Quasi senza che ci si renda conto a chi è rivolto. Forse serve solo a riunire lo spirito dei manifestanti.
All'una arriveranno le mamme con i bambini raccolti da scuola. Forse questo Natale vorrano regalare ai loro figli un'Italia diversa.
Ma ancora non si capisce chi sia Babbo Natale e chi siano le sue renne.
Non è chiaro se chi grida "oh-oh-oohh" nel megafono sia solo una pedina all'ombra di qualcuno o se la sua posizione è sincera.
Curiosamente quella bandiera verde-bianco-rossa è l'immagine del Veneto: tra il verde e il rosso, il nulla, solo confusione.
E i giornali non fanno altro che alimentare questa confusione. Il consiglio al lettore è di strappare la pagina bianca e nera e di immergersi tra le persone, scambiarci due parole.
Nel tardo pomeriggio arriva la gente che ha finito di lavorare e le file si rinforzano.
Un piccolo imprenditore ha pagato la giornata ai sui cinque dipendenti e li ha portati a manifestare.
Intanto a cinquecento chilometri di distanza il Primo Ministro espone l'ennesimo discorso europeista che non fa di certo gli interessi degli italiani ma solo quelli della politica finanziaria o dei finanzieri della politica. Di certo alla Cancelliera non interessa un granché degli italiani che oggi hanno protestato contro chi li dovrebbe rappresentare.
Ma fra qualche giorno si uniranno alla protesta gli studenti delle scuole della provincia di Vicenza e nemmeno a loro interessa molto della Cancelliera.
Vogliono solo un futuro, un futuro in Italia e lo grideranno a gran voce.
Senza una risposta affido al lettore il consiglio di farsi una propria idea immergendosi tra le persone che ora stanno lottando per qualcosa. Non preoccupatevi, le vostre ideologie potete benissimo tenerle al sicuro nelle vostre teste, non verranno scalfite.
Un ragazzo indiano, gli occhi profondi tra la barba folta e il turbante, sventola una bandiera italiana.
Non si vedono altre bandiere.
Non vi sono altri colori.
Non vi sono forconi.
Parte l'Inno di Mameli. Quasi senza che ci si renda conto a chi è rivolto. Forse serve solo a riunire lo spirito dei manifestanti.
All'una arriveranno le mamme con i bambini raccolti da scuola. Forse questo Natale vorrano regalare ai loro figli un'Italia diversa.
Ma ancora non si capisce chi sia Babbo Natale e chi siano le sue renne.
Non è chiaro se chi grida "oh-oh-oohh" nel megafono sia solo una pedina all'ombra di qualcuno o se la sua posizione è sincera.
Curiosamente quella bandiera verde-bianco-rossa è l'immagine del Veneto: tra il verde e il rosso, il nulla, solo confusione.
E i giornali non fanno altro che alimentare questa confusione. Il consiglio al lettore è di strappare la pagina bianca e nera e di immergersi tra le persone, scambiarci due parole.
Nel tardo pomeriggio arriva la gente che ha finito di lavorare e le file si rinforzano.
Un piccolo imprenditore ha pagato la giornata ai sui cinque dipendenti e li ha portati a manifestare.
Intanto a cinquecento chilometri di distanza il Primo Ministro espone l'ennesimo discorso europeista che non fa di certo gli interessi degli italiani ma solo quelli della politica finanziaria o dei finanzieri della politica. Di certo alla Cancelliera non interessa un granché degli italiani che oggi hanno protestato contro chi li dovrebbe rappresentare.
Ma fra qualche giorno si uniranno alla protesta gli studenti delle scuole della provincia di Vicenza e nemmeno a loro interessa molto della Cancelliera.
Vogliono solo un futuro, un futuro in Italia e lo grideranno a gran voce.
Senza una risposta affido al lettore il consiglio di farsi una propria idea immergendosi tra le persone che ora stanno lottando per qualcosa. Non preoccupatevi, le vostre ideologie potete benissimo tenerle al sicuro nelle vostre teste, non verranno scalfite.
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