venerdì 7 febbraio 2014
La società dell'immagine
Ormai è una banalità dire che viviamo nell'era dell'immagine.
Ciò che è meno banale dire è che la frase di cui sopra è una mistificazione.
La teoria della catastrofe si sorregge solo sulla base dell'equazione "immagine=estetica=apparenza=superficialità=disvalore" opposta a "ideale=ragione=significato=profondità=valore". La mistificazione risiede nella definizione di immagine e apparenza come disvalori contrapposti a ideali e essenza.
La teoria dei Memi (che non sono esattamente le buffe foto internettiane che ne hanno preso il nome) aiuta molto la comprensione del problema. La teoria dei memi postula l'esistenza di unità informativo-culturali (i memi) in competizione tra di loro per la sopravvivenza esattamente come lo sono i geni. Potremmo definire quindi i mutamenti culturali come una sorta di processo di evoluzione darwiniana estremamente accelerato, al punto che si può assistere a mutazioni sensibili nell'arco di pochi decenni anziché di milioni di anni.
Così come i geni sono influenzati dall'ambiente esterno E dalle vicissitudini dei propri ospitanti, così anche i memi risentono delle condizioni fisiche dell'ambiente in cui evolvono.
Ad esempio: il meme "pacifica convivenza" identificatosi storicamente in divinità agricolo-metereologiche tende ad essere sopraffatto dal meme "rivalità/aggressività" identificatosi in divinità guerriere, specialmente ove le condizioni ambientali non permettevano il sostentamento di entrambi i gruppi portatori.
I memi dipendono anche dalla diffusione geografica degli stessi per sopravvivere; prendendo ad esempio le lingue (anch'esse definibili come memi - o come insiemi di memi), è facile evincere che la salvezza dell'inglese rispetto al gaelico Manx (estinto) è dovuta ai seguenti fattori:
- la diffusione geografica (UK, Eire, Canada, USA, Australia, India ecc./Isola di Man)
- la posizione di dominanza politica (numerosi stati nazionali/isola parte di uno stato)
- la praticità (semplice/complesso)
- la flessibilità (moderno-flessibile/arcaico-rigido)
e così via.
Per tornare alle immagini, è quindi necessario comprendere che le stesse equazioni esposte sopra sono a loro volta immagini (oltre che memi) con un valore semiotico ben preciso. La mistificazione risiede nel rifiutare in blocco le possibilità dell'apparenza in un tentativo di ritorno ad un'epoca d'oro mai esistita.
L'obiezione sorgerà spontanea: ma l'era dell'apparenza è una realtà. "Tutte le donne devono essere magre, tutti gli uomini macho" (ecc...).
Ciò che non va in quest'affermazione non è tanto l'esempio, bensì la contrapposizione tra una situazione presente e tangibile e un passato mitico ("una volta invece...").
Ha ragione la mia amica a lamentarsi dell'istituzione sociale della ceretta e ha ragione a rimpiangere i favolosi anni '60; lo sbaglio sta nel contrapporli pensando di dimostrarne la rispettiva falsità e autenticità.
Tutto è immagine.
Gli Hippie e gli Yuppie, nazismo e comunismo, Gesù e Maometto e il Mostro Volante degli Spaghetti. Sono tratti culturali denotati da immagini ben precise, sono memi e come tali definiti dalla propria forma e dal proprio appeal. La sopravvivenza di cristianesimo e islam a spese dell'odinismo e dei paganesimi mediorientali è dovuta proprio al fatto che hanno avuto degli ottimi PR. Non perché SONO idee migliori, ma perché lo SEMBRANO.
Può essere un po' avvilente per qualcuno ridurre tutto ad una battaglia pubblicitaria; d'altro canto però è ciò che avviene in natura attraverso la selezione naturale: la sopravvivenza del più adatto (e non del più forte - vedi tigre dai denti a sciabola) e non del più giusto. Vince chi procrea di più e questo vale anche per le idee.
Per capire un po' meglio, prendiamo il noto movimento fondato da un noto comico che ha ottenuto un noto successo elettorale. Come ha fatto?
Semplice: consciamente o meno, ha fuso due immagini molto potenti, una di destra e una di destra, in una sola: la Ka$ta. La Ka$ta è figlia della retorica del padronato (di sinistra, nata dall'idea di lotta di classe) come forza ostile scoperta e della cospirazionepluto-giudaica (di destra, creata dalla borghesia medio-bassa) come forza nemica segreta. Il risultato? la Ka$ta è sotto gli occhi di tutti, è figlia di un sistema (come il padronato borghese) e cospira (in segreto) per rovinare la vita degli onesti cittadini (siano essi lavoratori o meno).
E' più chiara ora la portata di un fenomeno di restyling ideologico? In questo modo si è riusciti ad attrarre sensibilità opposte con una narrazione sola.
Tutto questo per dire cosa?
Che, in soldoni, ci stiamo perdendo. Ci stiamo perdendo a considerare l'apparenza, l'estetica, l'immagine come mali anziché come armi. Per spuntarla su una società in cui le immagini sono divenute estremamente veicolabili e sono più contagiose di un raffreddore è necessario prendere le nostre tigri dai denti a sciabola (comunismo, umanesimo, essere hippie...) e renderle nuovamente competitive.
Perché al momento non lo sono, neanche un po'.
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