mercoledì 9 aprile 2014
Il nazionalismo (spiegato a una bimba di otto anni)
L'altro giorno mia cugina mi ha chiesto: "Ugo, cos'è il nazionalismo?"
Accidenti. Eravamo ad una riunione di famiglia e stavo discutendo con mio fratello delle recenti avventure degli indipendentisti veneti; mia cugina Alessia (anni 8) ci ha sentiti e questa parola l'ha incuriosita. Devo dire che mi ha reso molto fiero (è molto intelligente) ma mi ha anche messo in grande difficoltà.
"Vedi, Alessia, il nazionalismo è...è...una cosa complicata. Lo sai cos'è una nazione? (scuote la testa) La nazione è un paese ma anche un sentimento. Hai presente casa tua? Ecco, la casa è un luogo ma anche un sentimento: è dove vivi e dove ti senti bene. Dove vivono i tuoi genitori. E nello stesso momento, tu, tua sorella e i tuoi genitori siete la vostra casa. Capisci? (sembra dubbiosa) La tua casa è tante cose: la tua stanza, la cucina, il bagno, il salotto; è dove ti senti bene, dove dormi più tranquilla; è vivere con tua madre, tuo padre e tua sorella. Quando vieni qui dai nonni o vai in vacanza non è la stessa cosa, vero?"
"E' vero. Quando vado in vacanza faccio fatica a dormire la prima sera."
"Bravissima. Ecco, una nazione è la stessa cosa: il luogo dove vivi, le persone con cui vivi, il sentimento di sicurezza che provi. Gli italiani si sentono bene in Italia, i tedeschi in Germania, gli inglesi in Inghilterra e così via. Queste sono delle nazioni."
"Cos'è un nazionalista allora?"
"Un nazionalista è una persona che sente che qualcosa non va con la propria casa."
"Perché non si trova bene? Non gli piace la sua casa?"
"No, anzi, gli piace moltissimo. La ama tantissimo e la vorrebbe perfetta. Ma una casa non è mai perfetta: forse c'è un rubinetto che perde o uno spiffero dalla finestra. In quel caso il papà o la mamma se ne occupano e le riparano e tu sei di nuovo tranquilla. Ma alcuni problemi sono più difficili da risolvere."
"Tipo?"
"Hai presente quando una tua amica viene a giocare da te? Tu sei felice quando un'amica viene a casa tua, giusto? (annuisce entusiasta) Ma cosa succede se la tua amica poi non se ne vuole andare? Tu sei stanca, vuoi andare a dormire e lei non se ne va; allora un po' ti arrabbi. D'altra parte, è casa tua, lei una casa ce l'ha, no?"
"Sì, è vero"
"Allora inizi a pestare i piedi; chiami la mamma e il papà; protesti; prima o poi inizi a litigare con la tua amica perché è casa tua ma i tuoi genitori ti chiedono di essere gentile perché è pur sempre la tua amica. I nazionalisti sono la stessa cosa: sentono che la loro casa è stata invasa e che non è più casa loro. Vorrebbero mandare via tutti quelli che sono a casa loro e tornare ad avere la casa tutta per loro."
"E hanno ragione?"
"Alle volte. A volte, nella storia, c'è gente che viene a casa tua senza invito e pretende di dettare legge e magari ti picchia pure; altre volte invece li inviti tu e poi ti stanchi e li vorresti mandare via. Ma nel frattempo la casa è diventata anche loro: magari ti hanno riparato il rubinetto, chiuso lo spiffero o cambiato una lampadina e hanno reso la casa un po' anche loro. Capisci?"
"Sì."
"Ecco, quelli di cui parlavamo sono del secondo tipo. Ora che la casa scricchiola un po', che è un po' affollata, che hanno tanto sonno, pensano che qualcuno gliela stia portando via (dubbiosa), ma è sempre casa loro, devono solo imparare a condividerla. E non vogliono farlo perché sono un po' bambini e hanno paura del diverso, dei mostri sotto il letto, dell'uomo nero; allora chiamano a gran voce la mamma e il papà e quando questi non rispondono allora si inventano una nazione diversa, una casa tutta per loro e vorrebbero averla tutta per loro. Protestano, gridano a gran voce e provano a combattere per la loro casa. Ma è tutta una fantasia, tutto un sogno perché la loro casa è sempre lì, non occorre costruirne un'altra."
"Ah, ho capito: il nazionalismo è fare i capricci finché non arriva la mamma!"
"Esatto: un rimprovero, un bacio o una carezza e tutto va via."
Mi sorride, annuisce e tutta contenta scappa dalla mamma. Riprendo in mano il bicchiere di vino e riprendo a chiacchierare con mio fratello e i cugini più grandi, finché non la sento in lontananza:
"Mamma, lo sai che mio cugino Ugo mi ha spiegato che fare i capricci si dice 'essere nazionalisti'?"
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