"Move outside the tangle of fear-thinking. Live in silence." Jalāl ad-Dīn Muḥammad Rūmī, mistico sufi e poeta |
"Sono quelli che sciorinano gli Abu Ghraib e altre recenti meschinità made in occidente e omettono con malizia di dire che da noi i Sergenti “Chip” vengono condannati e mai beatificati. Sono quelli che ti paragonano le piazze di Theran, Kabul, Islamabad con la folla cha a Time Square s’era riversata a festeggiare la morte di Osama Bin Laden. Sono quelli che, quasi mai indulgenti nello scrivere e nel parlare, quando si trovano a scrivere e a parlare delle lunghe barbe improvvisamente infarciscono i loro discorsi di “ma” e “però”. Son quelli che predicano la tolleranza e la pace ma che ne ignorano il prezzo. Sono quelli che quando ti infervori, ti rimproverano più o meno velatamente d’essere un intollerante e quindi necessariamente un amico dell’imperialismo americano e un filosionista. Sono sempre quelli che cercano di convincerti che esiste un Islam moderato, un Islam che non sogna di sgozzare tutti gli infedeli, un islam buono e uno minoritario che in bocca loro par essere poco più di una banda di ragazzetti della Via Paal. Sono quelli che salutano con entusiasmo le innumerevoli primavere arabe e s’ostinano a chiamarle rivoluzioni e mai con il loro vero nome: involuzioni. [...]"
Ecco, quando ho letto queste cose mi è salito il sangue al cervello. E non è bastata poi la giustificazione che ci si batte "contro il potere che usa Allah" anziché "contro Allah".
Io sono anticlericale, antireligioso e i preti me li mangerei a colazione, ma ho la decenza di conoscere e distinguere i cristiani tra di loro, perché per ogni padre Amorth esiste un Don Gallo. E allora parliamo di gerarchie, non di "cristiani", parliamo di fondamentalisti ed estremisti. Oppure cambiamoci il cognome in Feltri o Belpietro e berciamo dei movimenti operai come di terroristi perché hanno Marx in comune con le BR, no? In fondo, trotzkisti, stalinisti, maoisti, titini, cubani, tutti sono teste dello stesso Leviatano.
Questo vale anche - e soprattutto - per i musulmani, le"serpi in seno all'Occidente". Perché sono persone e come tali sbagliano, si arrabbiano e diventano estremisti, come del resto neanche tanti anni fa facevamo noi. E se da condannare è il fondamentalismo, allora sono in prima linea: già faticavo a sopportare il mio parroco, figuriamoci a sopportare qualcuno che tenta sul serio di dirigere la mia vita. Però non a prezzo di luoghi comuni, vaghe reminescenze storiche e un'intolleranza spacciata per progressismo.
La pace costa? Certo che costa, ma di quale pace stiamo parlando? Della Pax Romana (o magari, meglio, Lepantiana) o di una pax justa? Della terra bruciata o dell'integrazione e della convivenza?
Io so da che parte sto, non posso parlare per il mio collega.
Si citano i massacri per mano islamica, omettendo di dire che la religione se non come pretesto, c'entra poco o nulla. Forse le Crociate furono l'ultima guerra di religione - forse, le ho sempre considerate una guerra economica che serviva a dare respiro ad una nobiltà europea in crisi... L'assedio di Vienna fu a causa delle mire espasionistiche dell'Impero ottomano che - ad essere precisi - non ha mai preteso la conversione delle popolazioni locali, accontentandosi di chiedere una tassa "di protezione" per ebrei e cristiani (vv. sistema del millet), al punto che nei paesi arabi sono presenti imponenti comunità storiche di cristiani (ed ebrei, prima della nascita di Israele...).
E così i Buddha furono abbattuti da fondamentalisti che nel mondo islamico di seguito non ne hanno mai avuto granché.
Sì, siamo quelli che ci lagnamo quando sentiamo la trita e ritrita campana occidentale, che al culto di Allah ha sostituito il culto di Mammona, che ad esso sacrifica i popoli, ne decapita i governi a piacimento e che, mi addolora dirlo, i sergenti "chip" non li condanna neppure per i massacri che avvengono in casa propria (si vedano le difese - quelle sì pelose - dei tanti poliziotti e degli alti gradi responsabili di torture e violenze qui in Italia, stranamente han tutti fatto carriera...).
Mi dispiace doverti dare questa notizia: sì, l'Islam moderato esiste. E' quello dei fedeli comuni che vanno in moschea come mia madre va in chiesa, perché si fa, quelli che tremano davanti al telegiornale, quelli si sono presi le botte in Occidente perché dei pazzi assassini han fatto crollare due torri in nome loro, senza aver mai chiesto loro nulla...(come se io picchiassi un cristiano per quello che i fondamentalisti fanno in America).
Il post di cui parlo è una sfilza di luoghi comuni perché parte da una presunzione di unitarietà che non appartiene alla razza umana in primis, figuriamoci ad una religione vecchia di centinaia d'anni. Ragionare così è il primo passo per cominciare a parlare di "negri" o "gialli" come se fossero tutti uguali; io ho scelto di cominciare dalla parte opposta, di partire dalle differenze che esistono tra comunità, culture e persone per arrivare a capirne l'unicità, l'essenza e potermi esprimere in maniera corretta.
Una menzione d'onore la merita il seguente paragrafo:
"Non gli si dica nemmeno che lo Statuto di Hamas fa sembrare il Mein Kampf una lettura per educande, né si osi paragonare l’Imam Al Mahdi Scauts alla gioventù Hitleriana. Non s’osi poi affermare che i Fratelli Musulmani, non sono altro dal Fronte Azione Islamica, o dall’ISIS, o dall’ AKP, o dagli Hezbollah, ma sono tutti, nessuno escluso, teste dello stesso Leviatano."
Mai osare dire ai teofori della civiltà occidentale che le differenze esistono, che quei gruppi sono politici e figli di circostanze storiche e politiche precise, primi su tutti gli imperialismi e colonialismi politici (prima) ed economici (poi) esercitati dall'Occidente. Non si osi dire che, ad esempio, Hamas è un prodotto della logica coloniale all'opera in Palestina (oltre ad essere stato inizialmente foraggiato da Israele stesso, fonti qui, qui e qui). Mai dire che i distruttori di Buddha furono finanziati per combattere i sovietici dagli stessi che si videro poi abbattere le torri. Mai uscire dalla narrativa dell'Occidente "agostiniano". Non si osi dire che tra Hamas e Hezbollah esiste un abisso in termini di visioni religiose (ripassare per favore la differenza tra sunniti e sciiti), che siano stati legati (ora non sono in grandi rapporti) per questioni politiche, che entrambi sono la risposta ad una guerra che non hanno creato loro (l'invasione del sud del Libano negli anni ottanta per Hezbollah, la seconda Intifada per Hamas), che Hezbollah non ha mai tentato di creare una repubblica islamica ed è visto con favore nella zona perché ha sconfitto l'invasore. Mai dire che l'ISIS è figlio dello stesso Fronte al-Nusra dato fino a qualche tempo fa come eroe della resistenza contro Assad e profumatamente pagato dall'Occidente per combattere il regime siriano, salvo poi stancarsi di combattere una battaglia senza fine e volgere il proprio sguardo alle fertili terre della Mezzaluna. Vietato, forbidden, haram (per usare la lingua delle lunghe barbe).
Non cominciamo neppure ad applicare il discorso inverso! Se noi per primi trattiamo arabi e non solamente in quanto musulmani e come motivati unicamente dalla loro identità religiosa, cosa impedisce loro di pensare lo stesso di noi? Come dire ad un islamico che no, non tutti gli europei sono cristiani? O che le società occidentali (ma che brutto termine, pure il Marocco lo è: maghreb in arabo significa proprio occidente) non sono tutte uguali? Che dire poi della prevenzione del terrorismo, del cercare di prevenire nuovi reclutamenti tra le file dei seminatori d'odio? presentarsi come nuovi crociati pronti alla pugna (cui - sinceramente - preferisco la prugna) significa invitare i propri "nemici" o sedicenti tali a raccogliere l'elmo e la scimitarra del feroce Saladino - uomo che, giusto per dire, si era rivelato ben più umano, colto e tollerante delle controparti europee. Dimenticare le ragioni storiche e politiche che stanno dietro ai movimenti armati "islamici" per concentrarsi solo sulle pretese religiose degli stessi significa accecarsi da soli, impedirsi di vedere più in là e relegarsi in compagnia dei Magdi Allam a blaterare di guerre di religione che non stanno né in cielo né in terra. E se - Dio non voglia - si assumono posti di responsabilità, porta pure a provocarle quelle guerre, magari in nome di una pretesa superiorità morale.
Superiorità morale che forse esiste, forse no. Ma se il Corano permette all'uomo di intrattenersi con le pecore, la Bibbia condona stupri e incesti (vv. Genesi, le figlie di Lot), non trova nulla da ridire sul padre che offre in pasto la figlia vergine ad una folla di sodomiti (Genesi), autorizza massacri (Esodo e Giosuè), permette la schiavitù (Deuteronomio) e incita al genocidio per bocca divina (Numeri e Giosuè). Tanto per dire: " Distruggerete interamente tutti i luoghi dove le nazioni che state per scacciare servono i loro dèi; sugli alti monti, sui colli e sotto ogni albero verdeggiante. Demolirete i loro altari, spezzerete le loro colonne sacre, darete alle fiamme i loro Ascerim, abbatterete le immagini scolpite dei loro dèi, farete sparire il loro nome da quei luoghi." (Deuteronomio, 12, 2-3) E allora la nostra superiorità ebraico-cristiana va - perdonate il francesismo - a farsi fottere insieme con la capra di cui sopra. Specialmente se un esempio della religione d'amore per eccellenza ti dice "uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi".
Forse è vero, forse l'Occidente è combattuto nelle sue scelte - ma solo a livello di opinione pubblica. A livello governativo, si sa, pecunia non olet e si finanziano terroristi per sottrarre il controllo di risorse naturali ad altri stati e chissenefrega se poi i governi abbattuti non vengono ricostruiti, chissenefrega se per abbattere un dittatore laico si finanziano le milizie islamiche che poi tagliano la testa ai propri reporter. Chissenefrega, abbiamo sempre ragione noi.
Peccato che poi a voltarsi indietro scopriamo che le lunghe barbe le abbiamo avute pure noi: al posto dei mullah avevamo i Mambro e Fioravante, i Negri e i Curcio, Ordine Nuovo e le BR, Potere Operaio e Terza Posizione.
Davvero abbiamo la superiorità morale per giudicare le lunghe barbe? Per sostenere che le primavere arabe siano state un'involuzione? (Per inciso, per me non lo sono state, non tutte almeno: si guardi alla Tunisia)
No, non l'abbiamo.
E questo post non è nato da una divergenza d'opinione, è nato dalla mia rabbia al vedere tanta intolleranza ed ignoranza di quello che è il mondo islamico, arabo e non, tutto mischiato insieme con malizia per mostrare solo il peggio del mazzo. E' nato dalla convinzione che la pace e la tolleranza si ottengano con la pace e la tolleranza e con un trattamento alla pari, e non con le bombe o coi soldi o coi trattamenti dispari. Si ottengono non foraggiando le milizie islamiche quando ci fa comodo e bombardando le loro città appena smettano di esserlo. Si ottiene incoraggiando il dialogo e l'incontro, vedi in Palestina, anziché erigendo muri. Si conquistano col coraggio di conoscersi e di incontrarsi e di parlarsi, non con la paura negli occhi e col mitra in mano.
Questo vale per entrambi i "campi", vale per tutti i violenti. Perché se c'è una cosa che ho imparato, lentamente e faticosamente negli anni, è che i violenti, quelli sì sono tutti uguali. E poco importa che tu sia di destra o di sinistra, occidentale o orientale, borghese o proletario. Agli occhi del fondamentalista sarai sempre un nemico, qualunque cosa tu sia. Ma prendertela con tutti loro, prendertela con la loro religione, salvo poi pelosamente dichiararti contro "il leviatano", ignorare comodamente un lato della medaglia perché "se ne parla già", non ti aiuterà certo a sconfiggere il vero nemico: la paura degli altri.
Paura mia, tua e loro. Nostra paura di tutti. Perché, sorpresa!, sono esseri umani pure loro.
Per concludere: sono disposto a discutere, ma l'ignoranza non la condono. Come ben sai, caro Uomo Nero, l'ignoranza non è una scusante.
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