venerdì 30 gennaio 2015

Vademecum all'Islam: le parole sono importanti


Houston abbiamo un problema. Il problema si chiama mondo musulmano e gli europei, americani, gli occidentali che dir si voglia (ma dovremmo comprendere anche gli australiani che pure stanno dall'altra parte del mondo?) non ci capiscono più nulla: troppe definizioni, troppi nomi, troppa confusione sotto un unico cielo. La comprensione dell'Islam è a livello di ora di religione alle scuole elementari a voler essere generosi e questo genera dei cortocircuiti intellettuali non da poco: non per i veri o presunti esperti del settore che dall'alto dei troni giornalistici pontificano di questi fenomeni, ma per i comuni mortali, lavoratori e lavoratrici, studentesse e studenti, pensionati e pensionate che aprono il giornale e si trovano di fronte a titoli bellici in cui si inneggia alla Crociata contro il fondamentalismo; questo post è dedicato a tutti loro.

Cosa significa islamismo? Che è sta jihad? Sciiti, sunniti, sufi, salafiti, chi sono costoro? Cari mamma, papà e fratello, io ci provo a darvi una risposta; se non dovessi riuscire nel mio intento ne riparliamo a cena.

Islamismo

Cominciamo con un pezzo da novanta, una categoria politica di indubbio peso.
Con islamismo e islamista si denota una particolare tipologia di movimenti trasversali al mondo islamico (ci torniamo dopo) il cui baricentro ideologico si fonda su interpretazioni della dottrina islamica e che promuove la costruzione di una società a misura di musulmano in conformità quindi con particolari prescrizioni religiose. Per intenderci, Hamas, Hezbollah, Isis, Fratelli Musulmani, Al-qaeda, tutti questi sono movimenti islamisti dato che fanno della religione e dell'interpretazione della stessa il motivo principe dell'azione politica. Questo però non deve trarre in inganno: esistono numerose differenze tra gli stessi, riguardo alla posizione che adottano nei confronti della democrazia, della lotta armata, del cosiddetto Occidente; per quanto spesso tutti questi movimenti abbraccino una retorica pseudo o genuinamente antimperialista e anticolonialista, rimane come fondamento il progetto di creazione di una società virtuosa opposta a quella dei regimi oppressivi nei quali spesso si vengono a sviluppare simili movimenti.

Jihad

Jihad è una delle parole più comunemente male interpretate.
Il significato di questa parola si muove nello spazio ambiguo che esiste tra il senso di "lotta" e quello di "sforzo" (dalla radice jahada, letteralmente: sforzarsi di, tendere a, ecc...); in questo caso i testi ci vengono in aiuto: secondo la dottrina coranica e la successiva giurisprudenza scopriamo che esistono due tipi di jihad: la grande e la piccola jihad. Mi piacerebbe poter interagire con voi e chiedervi a quale delle due pensate quando usate Jihad per descrivere le azioni terroristiche...ma non vi affannate: la risposta è sbagliata, quasi sicuramente (per non passare per un arrogante di prima categoria, ammetto che non lo sapevo neanche io...).
La grande jihad o jihad interiore è quella del fedele alle prese con la propria moralità, con tutte le conseguenze del caso: è la lotta interiore per mantenersi sulla retta via, lo sforzo di vivere una vita retta e libera dal peccato in osservanza alle leggi divine.
La piccola jihad o jihad esteriore è quella con cui vi hanno ammorbato Fede, Feltri e Ferrara dall'11 settembre in poi. Ovviamente, intenti a portare acqua al proprio mulino com'erano si sono scordati un passaggio fondamentale: la piccola jihad è la lotta fisica in difesa della comunità islamica contro i nemici della stessa. La jihad è quindi un fenomeno teoricamente difensivo. Come si coniuga questa definizione con gli attentati? Avete mai sentito parlare di "la miglior difesa è l'attacco"? Ecco, c'è come sempre chi ci crede e porta la questione fuori dal campo di gioco... Esiste poi un'ulteriore sottodivisione nella piccola jihad: esiste la jihad della parola o della penna, la difesa civile e argomentata della propria identità contro tutti i nemici della stessa; c'è la jihad della spada (e aggiungerei della dinamite, dell'autobomba e via discorrendo...).
Per quanto la jihad in entrambe le forme sia dovere di ogni musulmano, non è per niente scontata la scelta di un cammino rispetto ad un altro come alcuni maliziosi vorrebbero farvi e farci credere.

Così abbiamo liberato dalla confusione già due parole.
Però ce ne rimangono almeno altre quattro, se vogliamo poter parlare di mondo islamico con proprietà, precisione e senza generalizzare; di queste quattro, tre sono aggettivi che sulle pagine di giornale trovano sempre un loro posticino (per quanto alle volte a sproposito) mentre l'ultima non si sente quasi mai - ed è un peccato.

Sunnita-Sciita

Paragonabile alla divisione tra cattolici e ortodossi, è una faida che va avanti da secoli.
La sproporzione è schiacciante in favore dei sunniti: la stima è che l'85% dei musulmani sia sunnita, il 15% sciita; dei paesi a maggioranza musulmana, gli sciiti sono in maggioranza in Iran (che è una repubblica islamica sciita), Iraq (nonostante Saddam fosse sunnita), sono consistenti in Libano (Hezbollah è un movimento sciita) ed erano al potere con il clan Assad in Siria (gli alawiti sono un ramo dello sciismo).
La divisione avviene molto presto nella storia dell'Islam: si dibatte fin da subito sul successore del Profeta (il famoso califfo) e da lì il divario si fa sempre più consistente; gli sciiti seguono i propri imam (sul numero degli stessi si innestano le successive divergenze interne allo sciismo), i sunniti si richiamano ai propri califfi e conquistano il potere quasi ovunque - spesso opprimendo le popolazioni sciite.

Aldilà della dicotomia sciita-sunnita esistono ulteriori categorie che definiremo trasversali (come per l'islamismo), proprio perché trascendono questa dicotomia. Aggettivi politici più assimilabili alla distinzione radicale-moderato nella tradizione politica europea, mentre l'opposizione sciita-sunnita assomiglia molto più alla divisione destra-sinistra.

Salafita

Il salafismo è un modo di intendere la vita pubblica e personale musulmana. In questo senso, assomiglia alla definizione di islamismo ma differisce nella definizione di un modello di virtù: mentre l'islamismo predica un ritorno ai testi come guida morale della vita personale-politica del fedele, i salafiti predicano il ritorno all'esempio del Profeta stesso, delle prime generazioni di musulmani e di altri uomini saggi detti Salaf, visti come modelli ed esempi di virtù. Rappresentano pertanto una frangia conservatrice all'interno del mondo musulmano, in opposizione ai riformatori e ai modernisti.

Sufi

I sufi, che tutti conoscono come i dervisci rotanti, sono un'altra categoria trasversale. Il sufismo è un movimento spirituale e mistico di nicchia, per quanto trascenda le divisioni confessionali, al cui centro stanno l'esperienza mistica e la ricerca di Dio, nel tentativo di conoscerne la volontà (per poi poterla seguire con successo).

Nessun commento:

Posta un commento