venerdì 6 febbraio 2015
Veneti e Toscani
Oliviero Toscani ha detto che i veneti "sono degli ubriaconi".
A meno che non viviate sotto un sasso, saprete sicuramente chi è Toscani: fotografo ad altissimi livelli, vecchio collaboratore di Benetton, protagonista di più di una polemica. Alla trasmissione radiofonica "La Zanzara" (quelli che fanno gli scherzoni ai giornalisti, per intenderci) ha dichiarato che i veneti sono degli ubriaconi, che l'accento veneto sa da vino distante un miglio e altre cosine simpatiche.
Apriti cielo.
Iniziano a fiorire pagine facebook contro Toscani - più o meno ispirate - e alla levata di scudi si aggiunge pure il governatore Zaia che risponde "Prima de parlar tasi" al fotografo reo di lesa veneticità. Ma perché tutto questo casino? Per un paio di frasi che per quanto maleducate non sono nulla di che? Per aver detto cose di cui la stragrande maggioranza dei fuorisede veneti attorno ai vent'anni si vanta con gli amici di altre regioni, ossia che i veneti sanno bere e bevono un sacco? No, nulla di tutto questo. Semplicemente, ha scosso l'immagine del Veneto bene che si cerca invano di creare e difedere da decenni.
La regione del miracolo industriale, delle PMI, della crescita, dell'innovazione, dell'eccellenza. Questa è l'immagine che il veneto medio vuole regalare al mondo, questa è l'immagine che Toscani mette in crisi. Ho addirittura visto gente rispondere alla presunta dichiarazione di Toscani sul Veneto come "regione poverissima" (in passato) con dei sonori vaffanculo e nostalgiche rimembranze della Repubblica di Venezia.
Balle.
La verità è che eravamo poveri e no, non ce la leviamo di dosso. Mia nonna metteva i piedi sotto la stufa d'inverno per scaldarli quando tornava da scuola - quei pochi anni che c'era andata. E nel paese erano considerati più o meno benestanti. La verità è che si moriva di pellagra, che si doveva emigrare per non morire di fame, la verità è che eravamo poveri.
E ora non lo siamo più.
Fuori, perlomeno. A giudicare dalle reazioni scomposte, direi che dentro lo siamo ancora - e tanto. Quanta povertà morale ci vuole per ululare per anni gli slogan leghisti dei vari Bossi e co. e poi lamentarsi per un "veneti ubriaconi"? A prendersela perché qualcuno ci ricorda il nostro passato di straccioni? Tanta, tantissima. E una vergogna e un odio per sé stessi che mi spaventano.
Oltre a dover essere dei paraculi.
Perché sì, è vero, le frasi non sono piacevoli. Ma invece di ridere e fregarsene di quel mona i veneti che fanno? Si incazzano. E via col ritornello vittimistico del "noi vi paghiamo le tasse, noi produciamo, noi qua, noi là"...e basta! Basta con sto vittimismo idiota che vuole i marò in Italia ma allo stesso vorrebbe poter giudicare qui i soldati USA; con la stupidità criminale del "vabbeh, ma dico negro per scherzare" e poi ci si sente insultati per un ubriaconi...
I nostri avi non se ne sono andati distante per vederci finire così. Se ne sono andati per fame, per lavoro, per necessità. Non certo per vedere queste levate di scudi pseudonazionaliste del casso...
...desso scuseme ma gò da 'ndar farme un spriss (e parlar de rivolussiòn).
PS: ci domandiamo perché bruciano le bandiere e ammazzano la gente quando pubblicano Maometto in pose poco dignitose...e sporgiamo denuncia quando uno ci chiama ubriaconi. "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?" (cit. un hippy a caso)
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