martedì 7 giugno 2016

Come spaccare un partito di centrosinistra e vivere per sempre felici e contenti


Interno, notte.
Birreria, tre persone attorno ad un tavolo, massimi sistemi che svolazzano.

Siamo io, Ruphus e un nostro amico che per comodità chiameremo Uno. Il motivo è duplice: primo, la U è la sua iniziale vera, ci sta; secondo, come lui, davvero non ce ne sono (deis gratias). In queste purtroppo non frequentissime occasioni di vita sociale il discorso spesso inizia a deviare su argomenti molto seri finendo inevitabilmente col naufragare sugli scogli della politica. Ed è lì che iniziano le schermaglie.

Uno ad un certo punto ci chiede cosa votare alle prossime elezioni.
Ad Uno piace provocare, piace metterti in gioco e farti lavorare le sinapsi fino allo sfinimento ed è uno che ascolta.
"Io ho deciso" dice Uno "alle prossime elezioni voto La Mummia"
Lo guardiamo increduli.
"Perlomeno se devo votare qualcuno che non mi rappresenta voto l'originale, non come l'Hamtaro dell'Arno. Quello è tremendo! Pensare che l'ho pure votato alle primarie!"
Ci guardiamo increduli. Perché?
"Come perché? Volevo contribuire a spaccare il partito, liberare energie a sinistra"

No, Uno, no.
Per un partito di centrosinistra svoltare a destra non è un problema, non lo è mai stato; vuoi spaccarlo? Costringili a virare a sinistra. Un partito che si propone di riunire due anime conflittuali come quella ex comunista e quella cattolica di sicuro non ha le idee chiare.
Quando si tratta di spostarsi a destra non c'è problema: il partito si dimostra responsabile (da che mondo è mondo essere conservatori è segno di responsabilità), i militanti mugugnano ma le cose vanno avanti nel migliore dei partiti possibili.
Il problema è la sinistra. La sinistra socialdemocratica ha abbandonato completamente il concetto di conflitto, sostituendolo con la concertazione. Questo significa che si è rinunciato a "sconvolgere" le cose a favore di "mutarle";la rivoluzione è il passato, la trasformazione è il presente.
Per ottenere ciò, però, il concertatore deve trovarsi al centro del concerto, nel tentativo di spostarlo; se il concerto si sposta, il concertista lo segue. Così, quando il partito si sposta a destra, il socialdemocratico lo segue, nel tentativo di raddrizzare la barra del timone e di influenzare i processi.
L'Hamtaro dell'Arno questo l'ha capito bene e l'unico ad essersene andato è stato Goofy che da parte sua valeva quanto un due di picche quando la briscola è bastoni.

Se si vuole spaccare il partito responsabile di centrosinistra è imperativo al contrario trascinarlo a sinistra. A quelle primarie bisognava votare il candidato più a sinistra possibile, sulla base di un programma il più radicale possibile, rafforzando l'ala "estremista"; solo così si sarebbe spaccato il partito.
Guardiamo alle unioni civili: il partito ha iniziato ad essere così confuso da colpirsi quasi da solo!
Perché?
Perché l'ala destra ha dei valori (alcuni dicono disvalori) non negoziabili e, soprattutto, tutta una metà del parlamento con la quale dialogare e in cui se necessario andare a rifugiarsi. A loro non gliene frega niente della sopravvivenza del partito, loro un'alternativa ce l'hanno già. Inoltre, più a sinistra si sposta il partito, più difficili saranno le larghe intese, più sarà risicata la maggioranza: anche se i destrorsi decidessero di rimanere fedeli, il governo sarebbe sempre ad un soffio dal finire sotto.
Questo sì che spacca un partito.

"Io comunque voterò la Mummia", dice Uno.

Non resta che bere. Finiamo la birra con la deprimente impressione che questo paese sia condannato. Almeno abbiamo ancora l'alcool e un vago sogno alticcio di una futura rivoluzione.

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