"C'è un cuore gelato all'interno di questo pesto"
Dal Vangelo della cucina secondo Ugo, XXII, 12-14
Questa cucina ne ha viste davvero di tutti i colori. Affidare ad due ventenni maschi una casa e in particolare una cucina è come giocare alla roulette russa con la pistola di un clown. Capita qualche spavento ma la gran parte delle volte le cose che accadono sono semplicemente ridicole.
La cucina è ancora in piedi e la casa pure.
A parte innumerevoli sigarette fumate al suo interno e feste devastanti e sughi improbabili che esplodono come vulcani. Qui trovate il meglio del meglio del meglio del nostro peggio. Con affetto
Ugo & il Generalissimo Sua Maestà Imperiosa dei Ghiacciai
1. La sigaretta e il gas
Era una fervida sera del mese che segue il solstizio d'estate e gli allegri compagnoni della steppa eran riuniti sopra lo mio poggiuolo...ok. Enough. Si beve e si ribeve e si trinca a manego con mio fratello che osservava inorridito tale scempio alcolico. Il rum del discount credo abbia partecipato fortemente alla sensazione d'orrore. Rum che è poi stato gradito ospite nella nostra dispensa per altri cinque mesi circa.
Ad un certo punto dopo uno scherzo di dubbio gusto ordito da una trevigiana e materialmente eseguito dal mio fratello (mi hanno chiuso in terrazzo) qualcuno pronuncia le fatidiche parole "Non sentite puzza di gas?". E come il gas lentamente si spande nella cucina del suicidando così il terrore si sparse nei nostri cuori.
Da detentore della casa assieme al generalissimo avverto di non accendere la luce ché mi accingevo a controllare. Entrando in casa verifico la natura di tale notizia. Una bufala derivante da chissà quale olfatto - onestamente non lo ricordo.
Grazie al cielo. Avevo una sigaretta accesa in mano. Difficile descrivere il sollievo che provo tuttora nel narrare quest'episodio. Anche perché difficilmente potrei scrivere se fosse stato altrimenti.
Bambini. Il gas non perdona.
2. Far crollare un mobile in poche semplici mosse
Prendete una manciata di amici di cui buona parte quelli sopra. Fatto?
Organizzate una seratina da voi. Fatto?
Il resto è semplice: si sovraccarica un mobile impilandoci sopra un fornetto e un microonde e dentro le ante una svagonata allucinante di piatti e bicchieri. Si aggiunge dell'alcool e un po' di musica che vada bene a tutti. Si chiacchiera e si scherza. Ci si diverte.
Ad un certo punto prendete un amico X e fatelo appoggiare al mobile un po' meno delicatamente del normale. Aggiungete che i sostegni all'interno del mobile risalgono alle Idi di Marzo (esatto. Quelle in cui un tizio di nome Giulio s'è fatto accoppare dal figlio e altri dodici balordi) e quindi sono molto poco affidabili. Fatto?
Insultate bellamente il karma e il fato magnificando la saldezza e la robustezza dei vostri mobili vecchi affermando che probabilmente vi sopravviveranno. Dopodiché sedetevi e aspettate che la valanga di ceramica e vetro esca dagli amabili resti del vostro mobile. NON e dico NON fate sentire l'amico X colpevole. Non è colpa sua. Se avrete seguito attentamente le mie istruzioni la tragedia sarà inevitabile. I vostri amici si prodigheranno nell'aiutarvi a salvare il salvabile e vi permetteranno di cavarvela con soli 5 piatti e i tuoi 2 boccali preferiti rotti.
Ringraziateli. Fategli promettere di passarvi le foto (cosa che non accadrà mai). Spostate tutto in camera e preparatevi a chiamare il vostro falegname/factotum serbo-kossovaro preferito sul conto paga del padrone di casa.
Fate qualche foto umoristica della cucina in panne e delle stoviglie sul letto del coinquilino e andate a letto sereni. Domattina vi scalderete il latte in camera e vi sentirete dei gran profughi.
3. La moka dell'orrore
Siamo a casa io e il generalissimo.
Ci prepariamo ad un pomeriggio di lezioni e studio e Rome total war sul pc per me e di un rpg sul pc per lui rigorosamente crackati (le nostri doti informatiche crescono a vista d'occhio).
Decidiamo di prepararci una moka con l'ottimismo tipico di un suino a dicembre.
Predestinati ad una fine equalmente tragica.
Che poi a pensarci bene è una gran sfiga quella dei maiali. Il mas-cio (nella parlata della desolazione) passa l'anno a ingrassarsi e procreare e proprio quando inizia a pensare alla pensione e che magari i suoi figlioli si troveranno una bella suinotta grassa e metteranno su una grande famiglia lercia di fango fin le orecchie per proteggersi dal sole e che morirà nel suo bel fango dopo una vita di mangiate e di orgasmi da 15 minuti (che in quindici minuti noi umani facciamo in tempo a rollarci una sigaretta e fumarcela e farci le coccole e rollarcene un'altra e coccolarci e fumarcela e romperci le palle delle coccole se si è uomini o a richiederne ancora se si è donne) STRAAAAK. Morto. Copà. Finìo. Kaputt.
Converrete con me che è una barbarie farli morire così pieni di illusioni. Andrebbero informati. Dovrebbero sapere a cosa vanno incontro. Come i kamikaze nella secoda guerra mondiale. Basta con queste morti repentine. Colpa del capitalismo. Vogliamo un aiuto psicologico di fine-vita per il nostro futuro speck.
In ogni caso. L'una di pomeriggio di una giornata splendida con un sole caldo da morire e bello che mai. Sorseggiamo il caffé con un po' di latte parlando delle cose nostre (sport e donne e politica - in ordine crescente di intensità).
A un certo punto alzo la testa come una gazzella nella savana che fiuta un leone.
"C'è un odore strano."
"Non sento niente" fa il generalissimo.
C'ha il senso dell'olfatto di un pupazzo di neve - come giusto e d'altronde i ghiacciai mica profumano. Al massimo ti ruzzolano in testa - Grazie al cazzo.
"No no. Lo sento proprio" la gazzella nel frattempo sarebbe corsa via a razzo come se avesse avuto Equitalia alle calcagna.
Mi alzo. La moka è sul fornello ma c'è qualcosa di strano. Manca il manico che le sta accanto e che se avesse una faccia sarebbe una di quelle in stile Cristo Patiens. Ma non tipo "Che vuoi che sia lo fan tutti entra pure nel Regno dei Cieli ci sta pure Giuda" ma del tipo "Santissimo Me ammazza che male sti chiodi la madre dell'Impero Romano quella volta je possino" (per me Gesù parla romanesco).
Il fornello era rimasto acceso.
Morale della favola: si spegne il gas e si porta fuori il relitto e si spalancano tutte le finestre per tre ore e si tossisce per mezz'ora.
Questa è una delle poche volte in cui ho preso paura. Ora sapete se mai avrete soldi e case e successo e figli e amanti e segretarie e segretarie-amanti cosa può capitare alla cucina della casa che vorreste affittare a degli studenti fuorisede.
Al prossimo mobile della cucina.
Non accendere la luce che controllo, disse entrando con la sigaretta accesa.
RispondiEliminaBuahahahaha solo tu!
:D
Erica
decisamente solo io XD
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