venerdì 15 febbraio 2013
LA GRECIA DI FRONTE AD UNA CRISI UMANITARIA - The Guardian
Gli stessi standard di povertà europei dimostrano che la Grecia è in crisi. Ma gli stati membri non intendono ammettere che la colpa è della troika.
Le società europee tendono a dare per scontato che le crisi umanitarie avvengano solo a seguito di disastri naturali, epidemie, guerre o guerre civili; che potesse accadere ad un paese europeo, in particolar modo ad uno stato membro dell'EU, sembra semplicemente fuori questione.
Eppure numerosi esperti affermano che la Grecia sta attraversando in questo momento una crisi umanitaria. Tra i primi ad affermarlo il presidente dela sezione greca di Médecins du Monde, la più grande e importante ONG in Grecia. In particolare l'area portuale di Perama, nei pressi di Atene, si trova al centro di un'emergenza umanitaria e la Medical Society di Atene, la più grande associazione professionale di questo tipo del paese, è arrivata a mandare una richiesta formale di intervento alle Nazioni Unite.
Se se n'è parlato così poco finora, è perché ci sono ragioni politiche per non farlo: riconoscendo la gravità della situazione, il governo greco e l'Unione Europea dovrebbero ammettere che la situazione presente è stata causata dalle cosiddette misure di salvataggio. Per questo le autorità rimangono in silenzio.
Pur non essendoci una definizione generalmente accettata di cosa costituisca una crisi umanitaria, quella utilizzata da gli esperti del settore si rivela pratica e trasparente: una crisi umanitaria è solitamente contrassegnata da un aumento della povertà, da una maggiore disuguaglianza nell'istruzione e nelle misure di protezione sociali e dalla mancanza di possibilità di accesso ai servizi di previdenza sociale; particolarmente importante come indicatore l'impossibilità di fruire di servizi medici essenziali, di esami medici, di ricoveri ospedalieri e di medicinali. In altre parole: se ti trovi di fronte ad una crisi, sicuramente non la confondi con qualcos'altro.
La Grecia mai avrebbe immaginato di dover affrontare una crisi umanitaria: secondo l'Indice di sviluppo umano dell'ONU, nel 2008 il paese era al diciottesimo posto al mondo. Nessuno immaginava che la situazione potesse cambiare così drasticamente.
Si trattava di false sicurezze offerte dalle istituzioni europee. Gli stati membri dovevano pagare per tale sicurezza immaginaria accogliendo le richieste economiche e politiche; il paradosso si trova nel fatto che l'Unione Europea, in teoria guardiana di sicurezza e prosperità degli stati membri, dispone di ben definiti strumenti per misurare la povertà, sia assoluta che relativa, e che tali strumenti provano l'esistenza di una crisi umanitaria in Grecia.
In base ai criteri e ai dati europei, la Grecia è un serio caso di paese in povertà. Nel 2011 il 31,4% della popolazione, ossia 3,4 milioni di persone, vivevano con un reddito inferiore al 60% della media del reddito nazionale. Contemporaneamente il 27,3% della popolazione, cioè 1,3 milioni di greci, erano a rischio povertà. Non si dispone di dati per il 2012, ma sicuramente la situazione è peggiorata.
Prendendo in considerazione ulteriori indicatori, una buona parte delle famiglie greche vivono in condizioni di "deprivazione materiale" e un po' più dell'11% vive in condizioni di "estrema deprivazione", ossia senza alimentazione adeguata, elettricità e l'uso di un telefono o di una macchina. Significa anche un'alimentazione povera, sprovvista di carne o pesce su base settimanale e di non essere in grado parzialmente o del tutto di coprire spese d'emergenza o pagamenti come le bollette o un affitto.
L'inefficienza dei programmi europei per la reintegrazione dei disoccupati nel mercato del lavoro e la carenza di programmi di ammortizzazione sociale hanno fatto scendere la posizione della Grecia nella classifica dei paesi poveri. La disoccupazione adulta è arrivata al 26,8% nell'ottobre 2012. Questo livello, per quanto enorme rispetto agli anni scorsi, non rende l'idea della situazione generale.
Ad esempio mancano i dati sulla disoccupazione dovuta al fallimento di migliaia di piccole imprese e ai disoccupati andrebbe aggiunto il numero dei lavoratori poveri, cioè lavoratori con sipendi talmente bassi da non riuscire a garantire i bisogni primari. Rappresentano il 13% della forza lavoro del paese e la più alta percentuale dell'intera eurozona.
Ci sono altri tre indicatori che indicano una crisi umanitaria. Primo, il numero di senzatetto è aumentato a livelli senza precedenti per i paesi europei: stime non ufficiali ne contano 40000. Secondo, la percentuale di greci che fa ricorso ai servizi medici delle ONG è del 60% totale del 2012 in alcuni centri urbani; impensabile fino a tre anni fa, dato che di tali servizi usufruivano gli immigrati, non i greci.
Terzo, si è verificato un aumento vertiginoso di mense dei poveri e di distribuzione di cibo; non ci sono dati ufficiali al riguardo, ma si stima che la Chiesa Greca distribuisca circa 250000 pasti al giorno, mentre è sconosciuto il numero di quelli distribuiti dalle amministrazioni comunali e dalle ONG. Un recente provvedimento del governo prevede un incremento nella distribuzione di tali pasti a causa dell'aumento degli svenimenti di bambini dovuti ad un'assunzione insufficiente di calorie e verranno serviti pasti leggeri ai giovani studenti.
Le prove della povertà, dell'ineguaglianza e dell'impossibilità di accedere ai servizi essenziali confermano le dichiarazioni disperate delle persone impegnate in prima linea. Il paese è divenuto vittima di una crisi umanitaria e dovrebbe essere trattato come tale. Vergognoso è che il governo greco e l'Unione Europea non lo riconoscano: è necessario che la comunità umanitaria internazionale risponda con la massima urgenza.
Fonte: http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/feb/11/greece-humanitarian-crisis-eu
Traduzione di Leonardo Professione
Vietata al riproduzione dell'articolo senza la citazione delle fonti e/o dell'autore della traduzione. Qualsiasi riproduzione o diffusione rispetti tali criteri è benvenuta.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento