martedì 26 marzo 2013

LA VOCE DEL QUALUNQUISTA


La cosa curiosa è che l'altra sera, tornato a casa, mi son messo a scrivere quello che secondo me poteva essere il mio miglior post. Sfortunatamente, proprio prima di dormire, non ho salvato e tutto quello che avevo scritto è andato in fumo.
 
Il primo pensiero che ho fatto, visto che l'argomento del post era uno sfogo più che incazzato, Considerando però che al destino non credo ora ci riprovo.
riguarda il destino colpevole forse di aver agito per non farmi pubblicare quelle cose.

L'altra sera dovevo andare a teatro.
 Non per una rappresentazione teatrale, o forse si.
"Davanti alla città, mi tolgo la fascia da sindaco"
Dovevano essere queste le parole. Ma ti sei arreso
Eh si, la democrazia cristiana fa ancora male.

L'altra sera dovevo andare a teatro.
Ma non ci sono andato,
ho preferito ammirare l'ecologica distesa di cemento,
dove forse verrà scambiato oro un giorno, quello venduto da operai senza lavoro.

L'altra sera dovevo andare a teatro.
Ma i teatranti non li sopporto più.
Neanche i giovani rampanti,
figli già pronti, già fatti.
Figli di chi un tempo moderava dibattiti tra affaristi, oggi in galera o quasi.
Io non dimentico. Osservo.
E se vuoi lo slogan può essere questo
"Vicenza è vecchia, basta volerlo."

L'altra sera dovevo andare a teatro
Ma sono fiero di non esserci andato.

Dovevo andarci a quel teatro, in città sono stati piantati più di 14.000 alberi negli ultimi anni.
Vorrei a questo punto sapere quanti ne sono stati tagliati.
Godetevi pure la purezza delle loro parole. Non ci sono alternative facili.

Lasciamo da parte il potere, rinunciamo.
Accontentiamoci di essere liberi.

A questo punto mi fermo. Potrei risultare ai più un qualunquista. Spesso mi è stato rinfacciato di esserlo, poi ci rifletto un poco e rispondo con un tenero e cordiale vaffanculo. Non un vaffanculo Day, proprio uno vero, quasi che se potessi lanciarlo a qualcuno lo farei senza pensarci. Eh si perché un qualunquista non ha argomenti se non quello di non schierarsi e criticare tutto. Io invece sono schierato e ai miei argomenti ci credo e li difendo fino in fondo.

Il fatto è che, usando un termine da me non proprio amato, i veri padroni sono loro. Quelli che basta essere indie  per essere di sinistra. I veri padroni sono quelli che nella nostra Italia giusta non ti fanno pesare le loro responsabilità, il loro appartenere a certe logiche, il loro cantare sguaiati "l'Europa lo chiede". Sono quelli che sopra ad un treno ad alta velocità vanno a manifestare contro la Tav  oppure finché va di moda far gli striscioni colorati protestano contro le basi americane per poi dire basta e mettersi ad organizzare eventi in discoteca.
Del resto sono i loro figli, si si i figli di quelli che combattono la cementificazione con la cementificazione. Quelli che odiano i leghisti ma non sanno un cazzo dei campi Rom e non sanno da che parte iniziare per i risolvere i problemi.

Quelli che vedono solo la Basilica e la sua mostra d'arte e magari visitandola dall'alto chiudono gli occhi guardando verso Caldogno, dove un tempo partivano gli aerei e prossimamente partiranno i blindati. Poi li riaprono per ammirare la fila dei turisti sotto il porticato e infine li richiudono quando la gente perde il lavoro.

Che bella Piazza dei signori adesso, adesso che avete addobbato il salotto ai vostri elettori, io vi guardo, sorrido, e torno al mio paese vicino la città ma distante abbastanza per annusare la vostra ipocrisia.

Per il momento ho finito, giuro che il prossimo post sarà più costruttivo e meno qualunquista ma ogni tanto ci vuole.









1 commento:

  1. conosco almeno ventordici persone così e la cosa mi piace molto molto poco.

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