venerdì 29 marzo 2013

RICHTER VS. VIVALDI


RECOMPOSED BY MAX RICHTER: VIVALDI – THE FOUR SEASONS

di & prodotto da Max Richter
per Deutsche Grammophon © (2012)

André de Ridder conduce
l'Orchestra da Camera della Konzerthaus di Berlino
con Daniel Hope (primo violino)

     La musica classica è da tempo considerata l'apice della cultura musicale paneuropea: un nobile retaggio del passato che sembra ineluttabilmente destinato a scomparire. Solo i brani più rappresentativi del genere riescono a superare l'oceano che separa le antiche melodie dai nuovi ritmi – che hanno pacificamente invaso le nostre orecchie ed hanno radicalmente cambiato il futuro della nostra musica. Se, nonostante il fato avverso, la Classica resta ancora in vita lo si deve ai suoi più fedeli accoliti (spesso riuniti in orchestre sinfoniche o conservatori), che tuttavia non sono in grado di ammodernarla, lasciando che il destino la impolveri e lentamente la faccia marcire nelle sale da concerto.
Max Richter
     Quand'ecco che in suo aiuto accorre Max Richter! un compositore inglese ancora semisconosciuto, che in un album riesce nell'audace tentativo di presentare alle nuove generazioni composizioni risalenti al Settecento senza annoiarle: si tratta delle Quattro stagioni, forse i più celebri concerti di Antonio Vivaldi, reinterpretati per l'occasione dallo stesso Richter – che ne accentua i toni intimistici e poetici, speziandone qua e là i sapori delicati con un po' di Philip Glass e Brian Eno.
     Le Quattro stagioni sono le composizioni più note del tardo barocco veneziano, sopravvissute al romanticismo, alla musica dodecafonica, al blues e al rock 'n roll – e per la loro estemporaneità non sembra affatto necessario rinverdirle con nuovi arrangiamenti; ma l'operazione di Richter più che a un lifting anti-età rassomiglia a un massaggio tonificante, che le aiuta a ritrovare la forza e il vigore con i quali si presentarono al mondo nel 1725, quando Vivaldi le pubblicò nella raccolta Il cimento dell'armonia e dell'inventione.
     I vari movimenti vengono infatti ricostruiti da Richter dando per lo più maggior spazio ai virtuosismi, rielaborando attentamente i quattro concerti avvicinandoli alle sonorità della musica contemporanea e accostandoli alla musica seriale (frutto degli studi di Richter nonché sua firma distintiva, che si può ritrovare anche nella colonna sonora del film Valzer con Bashir di Ari Folman, da lui scritta nel 2008), senza ignorare le immagini che l'autore aveva collegato ai suoi concerti – le stesse che permettono all'ascoltatore di figurarsi le stagioni coi loro caratteri distintivi.

Brani:
01. Spring 0
02. Spring 1
03. Spring 2
04. Spring 3
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05. Summer 1
06. Summer 2
07. Summer 3
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08. Autumn 1
09. Autumn 2
10. Autumn 3
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11. Winter 1
12. Winter 2
13. Winter 3

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