domenica 5 maggio 2013

Recensione degustazioni alcoliche capitolo uno , 5 Maggio 2013











In questo soleggiato e ventoso pomeriggio, sono a descrivere le prodezze di un uomo di passaggio tra varie prelibatezze e non.

Un po' Don Chisciottiano, che senza paura alcuna, impavido, ma un poco ciecato e stordito si lancia a tutta birra ( hehe questa ci stava ) verso imprese dove pochi osano spingersi.

Questi due giorni sono stati dedicati al vinello bianco, ovvero quel frizzantino ma non troppo a volte un po' di scarsa qualità, ma a prezzo da barboni: 1€. Niente di meglio in questo arduo periodo di crisi, e anche per sentirsi giovincelli poveri nel portafoglio e ricchi nel cuore.

Un vino poco apprezzato, un po' perchè poco preferito dai maschi che lo accusano di troppa dolcezza!... ( dategli una seconda possibilità  ) , e un po' perchè contiene più solfiti del rosso quindi meno puro e fresco e da' più alla testa ( questa la prova che forse non è il rosso il "vino da omini" ). Infine perde in confronto col rosso perchè al timido bianchino spetta una parte meno importante nella recita di buon pasto: apre le danze, un po' sottobanco tra le chiacchere e i convenevoli, lasciando i meriti centrali ad altre bevande. Lo si ritrova magari in chiusura quando il senso olfattivo e il gusto sono compromessi.

Superate tutte queste sfide, il premio bontà per questi due giorni va al magico bar di R. , nascosto in quelle mura che lo circondano come a preservarlo dal truzzamento che li, dietro l'angolo, incombe!
Un vinello molto gradevole da bere, avantaggiato anche dal piacevole e intimo contorno. In questo caso non si possono decantare le qualità produttive o di particolare provenienza, anche se ritengo siano comunque meritevoli; ma credo sia importante chiarire che il vinello economico dev'essere prima di tutto buono! e poi, solo in secondo luogo, deve giungere alla mente il pensiero "e costa solo un euro!..".

Il premio alcolisti poco anonimi invece va al vinello del bar T. , fiero della sua forza come una cavalleria agguerrita. Dolce ai primi assaggi, ma meno impalpabile proseguendo, senza mai smettere di essere piacevole.
Uno di quei vini indispensabili magari per dimenticare certe amarezze, o fondamentale per rievocare passionali sensazioni, lasciando il degustatore stordito da romantici pseudo amori impossibili...

Il vinellino bianco guadagna in piacere quando si è un po' sognatori. Sensibili degustatori della bellezza della vita. Pazzerelli e inguaribili romantici.

A voi la scelta.


P.S.: essendo il mio primo contributo al Kollettivo mi permetto di ringraziare Ugo Tovil! e di scusarmi con gli altri scrittori artisti che penseranno "chi è sto ubriacone!?" - Espressione possibilissima e ragionevole visto che mi dedico ad una più bassa arte dei sensi. Detto questo, è un piacere conoscervi! :D
Preciso inoltre che i miei pareri sono molto personali e criticabili. In tal caso..parliamone davanti a un buon calice!

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