martedì 3 dicembre 2013

PER CONCLUDERE E RIPARTIRE SEMPRE DALL'ANTIFASCISMO!






Come promesso kollettivo ferramenta ha partecipato alla manifestazione antifascista di sabato 30 dicembre.
Come promesso è giunto il momento di analizzare quello che si è visto senza però ridurre ciò che è stato a puro fatto di cronaca.

 Non crediamo alla cronaca concepita come rappresentazione di una realtà fedele. Chi fa cronaca compie un atto politico già scegliendo di occuparsi di una notizia piuttosto che di un'altra. Chi dunque sceglie di parlare di due cortei, uno di forza nuova, l'altro antifascista ha appena scelto e se ne deve prendere tutte le responsabilità.

Vicenza è molto piccola dunque se un giornalista  volesse capire chi organizza una manifestazione antifascista potrebbe sapere in poco tempo che a quel corteo non erano presenti solo i " No Dal Molin" o il Bocciodromo. Un giornalista serio avrebbe potuto recarsi all'assemblea pubblica per avere ben presente in anticipo  non solo come si sarebbe poi sviluppato il corteo ma anche e soprattutto quali sono le motivazioni che muovono realtà diverse ad unirsi per una causa comune.

Durante l'assemblea è stato scritto un comunicato per invitare la cittadinanza alla manifestazione ed è stato diffuso in rete. Questo comunicato parlava di antifascismo come pratica quotidiana allargando i confini della classica opposizione che la tanto propagandata opinione pubblica ama sbandierare in questi casi.

Al corteo erano presenti migranti, partiti , sindacati , sfrattati , studenti , centri sociali e comitati territoriali. Mi stupisco di come un quotidiano locale cosi' "professionale"  nella propria pagina Facebook si sia dimenticato di scrivere questo nei propri link.

Il balletto dei numeri è un capitolo da risolvere con poche parole. Due cortei, quello antifascista molto più numeroso. A voi la libertà di andare a cercare i numeri esatti dei due cortei.
Sullo sfondo resta comunque una maggioranza di menefreghisti, più interessati al sabato pomeriggio in centro che  altro.

Quando l'antifascismo diventa slogan da 25 aprile perde il significato originario, si riduce a prova di forza, si svuota dei contenuti che lo costituiscono. Questo non è però imputabile a chi è sceso in piazza sabato bensì a chi si proclama antifascista salvo poi condannare gli antifascisti.
 Gli antifascisti veri, quelli che abbiamo visto in piazza, hanno messo davanti al proprio corpo la loro quotidianità, le loro lotte nobilmente antifasciste.
Gli  antifascisti di quella piazza si battono per una scuola migliore, per avere una casa, per una società accogliente, per il diritto al lavoro,  per uno stato che tuteli le minoranze. Dalla somma di tutto questo nasce il vero antifascismo, quello che tiene viva la democrazia.

Perché nessun giornale concepisce questo tipo di antifascismo?
Perché quella manifestazione si riduce ad un fatto di cronaca?

Manca solo una questione da affrontare ed è quella degli scontri.
Una grossa parte del corteo arrivato in Piazza Matteotti raccoglie l'invito di proseguire verso piazzale Fraccon per portare delle foto dei campi di concentramento con la scritta " mai più ".
Il fatto si conclude con due cariche della polizia che non permettono al corteo di passare. Due cariche che durano nemmeno un minuto per ciascuna e due ragazzi fermati e poi rilasciati dopo un paio d'ore.  

Ovviamente le condanne arrivano immediate.
L'antifascismo esprime anche il concetto di conflitto radicale. Quando l'antifascismo diventa reale inizia a delinearsi una società aperta, alternativa ed inclusiva, fatto che però ha delle conseguenze. Queste si riassumono in un conflitto aspro contro chi è in antitesi a tutto ciò. Non si intende qui solo il fascismo duro e puro ma tutta quella serie di spinte alla chiusura ben radicate nella nostra società.
L'elenco di ciò che l'antifascismo tenta di combattere oggi non è mai stato così lungo e ha diversi nomi.
L'economia in nome del neo-liberismo e della finanza ha cancellato alcuni principi basilari della nostra Costituzione e i nostri governi sono sempre meno influenti. La crisi generata da questo processo ha distrutto il nostro stato sociale, una delle armi principali per la costruzione di una società aperta.

Siamo in piena emergenza , i diritti diventano privilegi, i meccanismi della democrazia rappresentativa si sono inceppati da tempo e il problema non è risolvibile semplicemente cambiando la legge elettorale. Il problema è alla radice , è radicale e ha bisogno di risposte radicali.
Tutto questo è terreno fertile per il fascismo, è una storia già vista ma non ancora maestra di vita a quanto pare.

Questo è solo un post ma abbiamo la presunzione di essere andati molto più in profondità di tutti coloro che si ergono a paladini della vera informazione. Abbiamo affrontato ciò che abbiamo visto, abbiamo espresso la nostra opinione perchè non cerchiamo una verità condivisa da tutti ma la veridicità dei nostri ideali e di chi difende la democrazia praticando l'antifascismo.

Il lettore la verità non la cerchi qui e nemmeno sui giornali, prenda atto delle nostre rivendicazioni, del nostro punto di vista. Questo deve essere l'approccio giusto per creare opinione: non aver paura di informare gli altri del proprio modo di vedere il mondo e sapere che i giornali fanno esattamente la stessa cosa senza però ammetterlo anzi mentendo fingendo di essere obiettivi.

Saremo sempre presenti in queste circostanze, cercheremo con i nostri piccoli mezzi di dare il nostro contributo come abbiamo sempre fatto qui a Vicenza, con il nostro stile e senza alcun timore.

                                                                                                         con franchezza, Kollettivo Ferramenta

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