martedì 18 febbraio 2014

CENTO QUARTINE EROTICHE (parte I)


cento quartine a sfondo erotico
da Patrizia Valduga ispirate
& scritte da Sinistro Crudeli
tra il 5 gennaio e il 12 gennaio 2014
accompagnano la lettura
le eleganti opere di Tamara de Lempicka

PARTE I

domenica 5

I
preso dai riflussi d'ogni scuro mar
cerco fin nel buio il porto ch'è tuo
non vorrei potessi mai mi distaccar
dallo scalo come dall'amor suo

II
le mie mani che bramano i tuoi seni
indugian sul tuo petto voluttuose
e dal pianoro van per le colline
accompagnando del respiro il peso

III
di primavera m'appare l'avvento
che l'anima accoglie a core contento:
sorge l'alba, dà al dì nuovo calore
e svela la rugiada sul tuo fiore

IV
apri dei fianchi la morsa pudica
svela il segreto coperto d'ortica
che giunge al boschetto un'anima amica
che batte con forza a dulce tua fica

V
d'un frutto goloso agli occhi celato
certo tra gli uomini aumenta il suo mito
che d'esso ricercano da ogni lato
raggiungere in fretta il ramo proibito

VI
vorri volar sull'ali d'un bombice
coperte di seta molle e sensuale
e del suo spiro farmi sì complice
d'insieme patir l'orgasmo fatale

VII
come si confonde la nostra pelle
fusa in un corpo che a forza respira
preso di notte tra grida e sussulti
lasso di giorno – purché il cor esulti

VIII
gemiti di gioia vorrei udire
su te cadere e da te ripartire
e d'eco impicciona voce sentire
che l'aria torbida riesca a ferire

IX
d'amato calice bevo alla coppa
ponendo lento ma lieto la lingua
fregando piano la miccia di stoppa:
ché del fuoco tua fiamma non s'estingua

X
ben conosco ogni perla del tuo scrigno
che trentadue ne contai, e d'ognuna
conosco la forma e la dimensione:
son gemme preziose del mio tesoro

XI
occhio che d'occhio già teme lo sguardo
presto arrossisce sapendo in ritardo
d'essere vittima inconscia d'un fallo
che sguscia al controllo ed esce dal mallo

XII
chiama con voce potente il battaglio
mosso da un morso che azzanna feroce
e s'alza possente del fabbro il maglio
battendo il ferro che bollente cuoce

lunedì 6

XIII
ai tuoi capelli: cascate nerastre
s'infrangono in scogli d'osso duttile
e fanno sipario al tuo teatro
a volte raccolti in morbidi fiumi

XIV
ai tuoi lobi: chiara e sipida carne
cotta al rossore dei rigidi inverni
lembi rosati di rose adronati
ivi s'impuntano preziose gioie

XV
ai tuoi occhi: carboni sempre ardenti
che fiamme lanciano all'uomo virtuoso
e san convertire persino un frate
al centro così vi stanno due spilli

XVI
al tuo naso: bel frontone franato
e terminato di morbida pasta
tenera al tatto fremente che 'l cerca
due grotte ne raccolgono l'afflato

XVII
alle tue labbra: more di gelso
succulente e carnose da mordere
tremanti e serrate ancora inviolate
sulle punte si nasconde un sospiro

XVIII
al tuo collo: antica colonna greca
dietro cui s'asconde la voce chiara
raccontante l'epica quotidiana
è pari del più elegante dei cigni

XIX
alle tue spalle: violente ricurve
scoperte un poco di diafana pelle
acute punte che tagliano l'aria
sono coltelli che spezzano il cuore

XX
alle tue braccia: rami di frassino
forti già della loro fragilità
che danzano bianchi e leggeri al vento
si van coprendo con poveri scialli

XXI
ai tuoi seni: molli coppe di panna
morbide e calde servite sul petto
buone alla bocca che di loro ha gola
sulle cime son poste due ciliegie

XXII
ai tuoi fianchi: rigoglio degli organi
presi per mano e portati nel cielo
al suono d'urla e di gemiti lievi
son maniglie che mettono il panico

XXIII
al tuo sedere: suprema farfalla
che al battito d'ali commuove il core
pallide guance ben sode e rotonde
scoperto a volte di vesti leggere

XXIV
alla tua virtù: labbra canterine
rosse d'imbarazzo davanti agli occhi
di chi fortunato riesce a vederle
son guaine di un'arma pericolosa

XXV
alle tue ginocchia: nodi di noce
robusti e crudeli che san ferire
bacian la terra di fronte all'amore
pulsanti d'un congegno delicato

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