cento quartine a sfondo erotico
da Patrizia Valduga ispirate
& scritte da Sinistro Crudeli
tra il 5 gennaio e il 12 gennaio 2014
⁓
accompagnano la lettura
le eleganti opere di Tamara de Lempicka
PARTE I
domenica 5
I
preso dai riflussi d'ogni scuro mar
cerco fin nel buio il porto ch'è tuo
non vorrei potessi mai mi distaccar
dallo scalo come dall'amor suo
II
le mie mani che bramano i tuoi seni
indugian sul tuo petto voluttuose
e dal pianoro van per le colline
accompagnando del respiro il peso
III
di primavera m'appare l'avvento
che l'anima accoglie a core contento:
sorge l'alba, dà al dì nuovo calore
e svela la rugiada sul tuo fiore
IV
apri dei fianchi la morsa pudica
svela il segreto coperto d'ortica
che giunge al boschetto un'anima amica
che batte con forza a dulce tua fica
V
d'un frutto goloso agli occhi celato
certo tra gli uomini aumenta il suo mito
che d'esso ricercano da ogni lato
raggiungere in fretta il ramo proibito
VI
vorri volar sull'ali d'un bombice
coperte di seta molle e sensuale
e del suo spiro farmi sì complice
d'insieme patir l'orgasmo fatale
VII
come si confonde la nostra pelle
fusa in un corpo che a forza respira
preso di notte tra grida e sussulti
lasso di giorno – purché il cor esulti
VIII
gemiti di gioia vorrei udire
su te cadere e da te ripartire
e d'eco impicciona voce sentire
che l'aria torbida riesca a ferire
IX
d'amato calice bevo alla coppa
ponendo lento ma lieto la lingua
fregando piano la miccia di stoppa:
ché del fuoco tua fiamma non s'estingua
X
ben conosco ogni perla del tuo scrigno
che trentadue ne contai, e d'ognuna
conosco la forma e la dimensione:
son gemme preziose del mio tesoro
XI
occhio che d'occhio già teme lo sguardo
presto arrossisce sapendo in ritardo
d'essere vittima inconscia d'un fallo
che sguscia al controllo ed esce dal mallo
XII
chiama con voce potente il battaglio
mosso da un morso che azzanna feroce
e s'alza possente del fabbro il maglio
battendo il ferro che bollente cuoce
lunedì 6
XIII
ai tuoi capelli: cascate nerastre
s'infrangono in scogli d'osso duttile
e fanno sipario al tuo teatro
a volte raccolti in morbidi fiumi
XIV
ai tuoi lobi: chiara e sipida carne
cotta al rossore dei rigidi inverni
lembi rosati di rose adronati
ivi s'impuntano preziose gioie
ai tuoi occhi: carboni sempre ardenti
che fiamme lanciano all'uomo virtuoso
e san convertire persino un frate
al centro così vi stanno due spilli
XVI
al tuo naso: bel frontone franato
e terminato di morbida pasta
tenera al tatto fremente che 'l cerca
due grotte ne raccolgono l'afflato
XVII
alle tue labbra: more di gelso
succulente e carnose da mordere
tremanti e serrate ancora inviolate
sulle punte si nasconde un sospiro
XVIII
al tuo collo: antica colonna greca
dietro cui s'asconde la voce chiara
raccontante l'epica quotidiana
è pari del più elegante dei cigni
XIX
alle tue spalle: violente ricurve
scoperte un poco di diafana pelle
acute punte che tagliano l'aria
sono coltelli che spezzano il cuore
XX
alle tue braccia: rami di frassino
forti già della loro fragilità
che danzano bianchi e leggeri al vento
si van coprendo con poveri scialli
XXI
ai tuoi seni: molli coppe di panna
morbide e calde servite sul petto
buone alla bocca che di loro ha gola
sulle cime son poste due ciliegie
XXII
ai tuoi fianchi: rigoglio degli organi
presi per mano e portati nel cielo
al suono d'urla e di gemiti lievi
son maniglie che mettono il panico
XXIII
al tuo sedere: suprema farfalla
che al battito d'ali commuove il core
pallide guance ben sode e rotonde
scoperto a volte di vesti leggere
XXIV
alla tua virtù: labbra canterine
rosse d'imbarazzo davanti agli occhi
di chi fortunato riesce a vederle
son guaine di un'arma pericolosa
XXV
alle tue ginocchia: nodi di noce
robusti e crudeli che san ferire
bacian la terra di fronte all'amore
pulsanti d'un congegno delicato
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