venerdì 2 gennaio 2015

RIME D'AMORE


tre acrostici in forma di sonetto
sopra il ben noto tema d'Amore
tuttavia ad un tenero affetto
dal poeta dedicati


accompagnano pur la lettura
l'immagin di tre belle stagioni
opere del noto dipintore
sor Alphonse Maria Mucha



Amor è imago del mio tormento…

Amor è imago dello mio tormento;
Mi trascina verso lidi invernali,
Ove del mar ghiacciato il suon non sento
Restando in muto orrore senza eguali.

Che mai resta d'un disio non risolto?
Arresa non conto tra i miei finali;
Ripongo lo mio spiro su quel volto,
Ora dolce ora crudele che pare

Semplice e pure misterioso molto,
Ove conserva quel giovin sognare
Luminoso che rende il suo sorriso;

Se potessi io tra i suoi capei vagare
E posar lo mio sguardo sul suo viso…
Isto sol sarebbe il più caro dono.



Ancora t'è ignoto il mio sentimento…


Ancora t'è ignoto il mio sentimento,
Molto di me t'è certo sconosciuto;
Ora è vano svelare il mio tormento:
Ragion di più per negarti il saluto

Ed evitare l'inutile stento
Di sopportare il tuo giusto rifiuto;
A te che sei oltre la tua natura
Tener lascio tutta la mia arsura

E il brucior che m'infiamma la mente,
Che oggi ben più di ieri mi distrugge
E mi lascia vivere malamente;

Resta quel rimembrare che mi strugge,
Che testimonia quanto inutilmente
Ore spreco appresso a un cuore che fugge.



Ognora rammento il tuo sorriso…

Ognora rammento il tuo sorriso,
Che più delle labbra mostra mestizia;
Allieta eppure il tuo dolce viso:
Rilucente mia croce e delizia.

Anche se ne rimanessi accecato,
Anche se non ne potessi parlare,
Mi rimarrebbe il ricordo beato
Ora e sempre da poter contemplare.

Se solo potessi averti vicino —
Oh nel corpo, oh nell'animo diletta —
L'unico oggetto saresti, e divino

Oh che amerei, qual musa perfetta.
Ti prego quindi, lasciati ammirare,
E fa' che il tuo ben sia il mio male.

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