lunedì 13 gennaio 2014

"GLI ANNI STORPIATI". Capire un film prima di guardarlo.










Come promesso ecco il mio breve resoconto della due giorni casa-divano-TV che ho trionfalmente trascorso in compagnia di mamma RAI. Nulla di pretenzioso, un piccolo contributo per cercare di porre delle questioni più che di affrontare ciò che ho visto attraverso un'analisi contenutistica.

La fiction in programma - "Gli anni spezzati"- parla di molte cose come: la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, il periodo delle bombe e degli anni di piombo, l'omicidio Calabresi e tanto altro tutto condensato in due serate.
Vi propongo a questo punto un giochino:
Dopo aver letto questo post andate sul sito della RAI e provate a vedere una parte anche piccola di questa fiction tenendo a mente ciò che sto per scrivere.

Partiamo dalla parola "fiction". Raccontare un periodo storico così travagliato e oscuro attraverso questo genere è una decisione a mio avviso ben meditata ed acuta. Si prende la storia e la si romanza a piacimento mescolando il vero con la pura invenzione cinematografica creando un mix che però ha la pretesa di essere veritiero agli occhi del telespettatore. Si perché questa parte di storia del nostro paese grida ancora vendetta, pretende ancora verità o meglio, è costellata di verità diverse e gonfie di politica. Questa fiction come se niente fosse, presenta la sua verità e pretende che questa venga eletta ad unica e vera prospettiva percorribile.

Proseguo questa riflessione facendo un passo indietro, provando cioè ad immedesimarmi in coloro che questa fiction l'hanno pensata. E' ormai assodato che chi si occupa di creare un programma televisivo o comunque un film per la televisione pensa prima di tutto a quale tipo di pubblico vuole rivolgersi. La televisione gira tutta attorno a questo punto tanto da aver perso di vista i contenuti o la pretesa di avere una funzione di utilità pubblica. Questo discorso vale tanto per le televisioni private quanto per la RAI, credere infatti che la TV pubblica sia in qualche modo meno soggetta alle logiche di mercato pare ormai fuori dalla realtà. Fatta questa precisazione possiamo già dire addio a qualsiasi tentativo di trovare un fine nobilmente educativo agli "Anni spezzati".

Dire che qualsiasi programma è pensato in funzione del pubblico comporta però delle scelte assolutamente politiche. Ripartiamo dall'inizio; La RAI decide di mandare in onda una fiction dedicata agli anni di piombo, quindi non un documentario ma qualcosa di romanzato, un misto di storia e finzione, pensando quindi al proprio pubblico.
A quale pubblico?

Risposta semplice e tremendamente scontata: l'italiano medio. L'italiano di mezza età che rimpiange i tempi del miracolo economico, l'ex fedele elettore della Democrazia Cristiana ora disorientato, magari anche chi a quei tempi stava dall'altra parte ma oggi ha dimenticato, impaurito dalla crisi e da un finto senso di responsabilità che lo spingono ad essere solo moderatamente progressista.
Possiamo così capire, senza parlare della trama, la figura di Calabresi o il punto di vista rappresentato da una parte della polizia nel film e questo è solo un esempio...

Sono proprio pieno di pregiudizi mi viene da pensare, magari è proprio vero ma credo tuttavia che anche solo condividendo una parte di ciò che ho scritto potremmo tutti convenire sul fatto che quella della RAI è stata una mossa politica e di marketing irrispettoso visto anche il successo di ascolti ottenuto.

Potrei a questo punto inserire una lunga riflessione sul rapporto politica-televisione pubblica, preferisco lasciar perdere perché troppo arduo.

L'obiettivo di questo post non è quello di parlare della trama, di presentare un punto di vista o di descrivere quei fatti storici ma bensì quello di farvi riflettere almeno un po' prima di guardare fiction o film che trattano questo genere di tematiche.

Il tentativo è anche quello di far considerare al lettore che la cornice entro la quale i contenuti di qualsiasi cosa si guardi in TV  ( telegiornali compresi ) spesso è in realtà la vera spina dorsale e il motore pulsante di tutto ciò che va in onda. A volte per afferrare bene il contenuto di ciò che sto guardando mi piace analizzare tutto ciò che gira attorno alla trama per poi scoprire con soddisfazione che di quest'ultima potevo anche farne a meno.

Questo è il caso degli "Anni spezzati" dunque il consiglio è molto semplice se volete approfondire la questione: spegnete la TV e aprite un libro di storia, un primo passo comunque non risolutivo se è la verità ciò che cercate.








1 commento:

  1. Speriamo tutti colgano il significato e l'obiettivo profondo dell'ottimo post di Husky. Speriamo l'italiano medio sparisca e con lui la bassa televisione (pure tutta magari!!!)

    Gil

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