mercoledì 29 gennaio 2014

VOLEVO FARE IL FASHION BLOGGER MA VESTO MADE IN CHINA

È da un po' che qualsiasi cosa stia facendo sento parlare di fashion blogger. In radio, in tele, per strada, ma soprattutto sul web: habitat preferito di questa adorabile specie. Si definisce fashion blogger chi possiede un fashion blog. Il Fashion blog non fa distinzioni di sesso: fashion blogger può essere sia lei che lui (eeesatto esistono anche uomini fashion blogger! in pole position - nella F1 - troviamo Scott Schuman - "F" sta per fashion e non per Formula).


- Ma cosa fa il / la fashion blogger dalla mattina alla sera?

Ha 'sto cazzo de blog dove posta e riposta veri e propri servizi fotografici che hanno come tema centrale l'outfit, ovvero l'abbinamento creato con i vari vestiti, borse, scarpe e accessori. Oltre ad inserire le foto, il Fblogger generalmente racconta della sua giornata da fashion blogger, che ha sempre come tema centrale la moda, e a fine post inserisce una breve didascalia con i brand degli abiti utilizzati per l'occasione.Il valore del fashion blogger risiede nella portata del pubblico con cui comunica, più il numero di follower è elevato, più ha la possibilità di essere ingaggiato come testimonial per vari marchi, e da qui a diventare stilyst, modella e ospite d'onore è un saltello piccolissimo (dicono). Insomma inizi a contare le mazzette se sfondi, quindi social alla mano e via! perchè sono proprio i social network il punto forte dei "fessio bloghe" (come li chiama mia nonna): instagram, twitter, facebook e flickr i più gettonati. Il Fashion blogger insomma ha rimpiazzato il cinese armato di fotocamera che immortalava anche l'aria, prendendo posto a schiena dritta nella società. Già immagino fashion blogger di tutta Italia riuniti in un partito e carichi di slogan tipo "noi siamo fashion e voi blo" oppure "fashion blogger non è una moda, è moda". E immagino pure manifestazioni antifashion blogger: "gli antifashion", "ti sfAshion" con motti come "volevo fare il fashion blogger ma vesto made in china" - Ora basta immaginare, torniamo a noi.


(A.Marcuzzi in una posa fashion)


- Fashion Blogger everywhere:

I fashion blog hanno preso piede sia tra le celebrità (vedi la Marcuzzi che ha abbandonato lo yogurt per fotografarsi attaccata ai muri con qualche capo d'abbigliamento bizzarro e non) sia tra le persone comuni. Tra le italiane più seguite troviamo infatti una comunissima Chiara Nasti, classificata al secondo posto in italia con 300mila seguaci su instagram, 200mila su facebook e soli 15 anni, insomma una "teen fashion blogger" a tutti gli effetti! Le magliette che indossa e posta fanno sold out il giorno dopo, viene invitata alle sfilate di alta moda e guadagna più dei suoi genitori probabilmente.Chiara è - passatemi il gioco di parole - una chiara dimostrazione che per essere fashion, blogger (e fashion blogger) non bisogna laurearsi o lanciare curriculum ovunque come popcorn al cinema. È tutto a portata di mano, anzi di click! (se sei una teenager ora hai una scusa bella che pronta per abbandonare la scuola:"mamma io mi ritiro dal liceo, vado a fare la fashion blogger!).

Cosi tra uno spritz e qualche sigaretta sfiammata con nonchalance mi ritrovo a parlare di massimi sistemi e a domandarmi: "ma allora anch'io con il mio iphone nella fondina e qualche maglietta griffata potrei essere un fashion blogger?" ma soprattutto:"fashion blogger si nasce? o si diventa?".

Messi da parte questi massimi sistemi credo che il fashion blog sia la chiara dimostrazione di come, in tempi di crisi soprattutto, il web (e più in generale il mondo informatico) sia una delle poche ricette utili a darci ancora speranza per il futuro, specialmente a noi giovani. Grazie a questo universo in molti sono riusciti a trasformare passatempi (vedi i fashion blogger stessi o Frank Matano ad esempio) in veri e propri lavori. Che si dica quel che si voglia degli effetti negativi dei social network sulla vita sociale dei giovani, ma credo non sia corretto soffermarsi soltanto al bicchiere mezzo vuoto,sono convinto anzi sia doveroso tracannare serenamente l'altra metà come uno spritz al beverdì sera.

- R