mercoledì 19 novembre 2014

Perché i media non parlano dei musulmani che combattono l'estremismo? [TRADUZIONE]

di Qasim Rashid (Originale -> QUI )

Nello spazio nessuno può sentirti urlare, ovviamente, perché manca l'ossigeno. Ma c'è anche un altro
 scenario in cui nessuno ti sentirà urlare ed è sulla Terra, se sei un'autorità mondiale per i musulmani e stai condannando l'ISIS e promuovendo la libertà di religione.

Questo è stato il risultato del discorso epocale pronunciato da sua Santità il Califfo dell'Islam Mirza Masroor Ahmad la settimana scorsa a Londra davanti a mille dignitari, politici, accademici e leader religiosi al Simposio per la pace dei musulmani ahmadi del 2014.

Il giornalista inglese Sunny Hundal aveva scritto un tweet al riguardo: “Il Califfo degli Ahmadi sta dedicando il proprio discorso di stasera a condannare fortemente l'ISIS”.

Il candidato conservatore Dan Walkins lo ha definito un “discorso davvero motivante a proprosito della pace nel mondo”.

Justine Greening, segretario di stato del Regno Unito per lo sviluppo, ha dichiarato: “Sua Santità ha pronunciato un discorso incredibilmente potente, demolendo allo stesso tempo tutti i pretesti usati da gruppi violenti come l'ISIS e dimostrando che non hanno il minimo fondamento nel Corano stesso. Sua Santità ci ha permesso di capire che la vera natura dell'Islam è la pace.”

Qui potete trovare le interminabili parole di lode spese dai partecipanti. Quali sono le dichiarazioni che hanno portato tutte queste persone a lodare così tanto lui e l'Islam? E qual è il motivo per cui i principali media se ne sono disinteressati e per quale motivo non è stato accolto da un generale sospiro di sollievo? Mentre le risposte alle ultime due domande sembrano essere fumose, si può rispondere chiaramente almeno alla prima. Al Simposio per la pace dei musulmani ahmadi del 2014 Sua Santità ha continuato la propria Jihad intellettuale contro l'estremismo e l'intolleranza con questa dichiarazione:
“Non è permissibile, in alcuna circostanza, obbligare un'altra persona ad accettare l'Islam o qualsiasi altra fede come propria...Chiunque è libero di credere o non credere. Se persino al Profeta era permesso unicamente di trasmettere il messaggio dell'Islam e nulla più – come possono i cosiddetti leader islamici di oggi andare oltre e pensare di potersi arrogare più potere, autorità e diritti del Profeta stesso?”
Sua Santità ha inoltre proseguito analizzando più in profondità le ovvie atrocità commesse dall'ISIS, denunciando chi lo finanzia e chiedendo che vengano portati di fronte alla giustizia:
"Vorrei porre inoltre delle domande alle persone o alle organizzazioni che ritengono l'Islam una religione violenta sulla base delle atrocità commesse da gruppi di estremisti. Voglio chiedere loro di considerare una cosa: come riescono questi gruppi a dotarsi di fondi tali da permettere loro di continuare le loro attività e le loro guerre così a lungo? Come riescono a dotarsi di armamenti tanto sofisticati? Sono in possesso di fabbriche di armi? Sembra piuttosto ovvio che alcune potenze li stiano aiutando ed assistendo, magari con aiuti diretti dai ricchi paesi produttori di petrolio o assistenza occulta da parte di altri poteri forti."
E prima che qualcuno possa pensare che Sua Santità si stia esprimendo in maniera reazionaria è bene ricordare che sia lui che i suoi predecessori sono stati per oltre un secolo un modello di giustizia assoluta in una lunga tradizione di un pacifico Califfato islamico in tutto il mondo. Sua Santità ha tenuto discorsi al Senato degli Stati Uniti, alla Camera dei lord, al Parlamento Europeo e di fronte ad innumerevoli capi di stato, si è prodotto in campagne di aiuto internazionale a favore di Siria, Gaza, Pakistan, Liberia, Nigeria e centinaia di altre nazioni e luoghi martoriati dalla guerra e guida la più grande comunità islamica al mondo – presente in 206 paesi – le cui origini risalgono a 125 anni fa e che ha sempre aborrito qualunque forma di violenza religiosa e terrorismo.

Nonostante Sua Santità stia facendo e ottenendo ben più di quello che pretendono critici e media quando domandano "Perché i musulmani non combattono l'estremismo", pare proprio che non lo abbiano sentito urlare durante il suo più che decennale mandato; quando il leader dell'ISIS Al-Baghdadi pronuncia i propri virulenti discorsi senza alcun fondamento a proposito dell'Islam e della violenza, invece ottiene una copertura mediatica 24 ore su 24 per mesi.

Questa politica dei due pesi e delle due misure è rivoltante.

Forse è proprio quest'idea ad essere sbagliata: i media e i critici sentono le urla dei musulmani, ma solo quando lanciano minacce e vetriolo. Gli atti e le parole che invitano all'altruismo, alla compassione, all'amore, alla tolleranza e al pluralismo semplicemente non vengono udite.

Il quadro sembra essere più chiaro: i musulmani che lavorano per la pace sono una minaccia; minacciano non solo l'ISIS, ma anche i media e i critici che si guadagnano da vivere diffondendo la paura nei confronti dell'ISIS e di altri gruppi estremisti che si richiamano all'Islam. Il problema non è che le autorità islamiche non stanno dicendo niente; è che i critici sanno che il loro futuro, il loro ruolo, dipende dall'ignorare i musulmani che lavorano per la pace.

La prossima volta che vi verrà in mente di chiedere perché i musulmani non stiano facendo niente, sappiate che è una domanda sbagliata. Sappiate che stiamo facendo qualcosa a che ciò non rientra nel tipo di propaganda cui vogliono voi prestiate ascolto.
Se siete stanchi di questa falsa propaganda, fate qualcosa al riguardo: fate sentire al mondo che state urlando.


Tutti i diritti appartengono a The Huffington Post e all'autore dell'articolo Qasim Rashid

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