venerdì 24 luglio 2015

ALLA SUA TIMIDA SIGNORA

Ritratto di Andrew Marvell


una poesia metafisica
da Andrew Marvell composta
da Sinistro Crudeli tradotta
in lingua italiana


Alla sua timida signora

Se più terra avessimo, e più tempo ci venisse dato,
questa timidezza, madonna, non sarebbe un reato.
Potremmo sederci, a quale strada penserem per ore
da prendere, per passar il nostro lungo dì d'amore.
E così come voi del Gange indiano presso la sponda
potreste trovare dei rubini; pur io lungo l'onda
dell'Ambro troverei di che lagnarmi. Potrei eppure
amarvi fin a un decennio pria del diluvio l'or scure,
e voi, a piacere vostro, mi potreste rifiutare
finché la conversione degli Ebrei si potrà ammirare.
L'amor mio vegetale crescerebbe incessantemente
ben più grande d'un vasto impero, e molto più lentamente:
e cent'anni potrei passare continuando a lodare
i vostri occhi, e sì la vostra fronte potrei contemplare;
per altri duecento i vostri seni venerar potrei,
ma trentamila per ammirare il resto passerei;
per ogni parte almeno un evo intero mi servirebbe,
e solo all'evo finale il vostro cuor si mostrerebbe.
Perché, madonna, meritate di questi riti il mezzo,
ed io non potrei amarvi di certo ad un minor prezzo.
Ma di retro alla mie spalle io odo continuamente
del tempo il carro alato avvicinarsi velocemente;
e di laggiù d'ogni parte si stendono a noi di fronte
deserti di vasta eternità che copron l'orizzonte.
La vostra superba bellezza giammai trovata sarà
né, nel vostro sepolcro di marmo riudire si potrà
l'eco del mio canto; e soltanto i vermi avran assaggiata
la vostra verginità così a lungo preservata,
e il vostro bizzarro onore in polvere sarà mutato
e il mio sfrenato desiderio in cenere trasformato:
di certo la tomba è un luogo piacevole e riservato,
ma ivi niuno, penso, volentieri starebbe abbracciato.
ora dunque, mentre della giovinezza il colorito
qual rugiada mattutina sulla vostra pelle è sito,
ed ancora mentre l'anima vostra ardente traspare
d'ogni poro come subitanea fiammella a bruciare,
or finché possiamo goder divertiamoci briosi,
adesso, siccome degli uccelli rapaci amorosi,
in una volta piuttosto il nostro tempo divorare
che nel suo poter lentamente screpolato penare.
Lasciateci roteare, e tutta la nostra fortezza
mettiamo in un ballo solo insieme alla nostra dolcezza,
ed i nostri piaceri gettiamo con mosse avventate
della vita ben al di là delle ferree cancellate.
Così, sebbene il nostro sole non possiamo fermare,
a mettersi a correre certo lo potremo obbligare.

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(Nota: con Ambro si è tradotto il fiume Humber)

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